Vox Italia e Liberiamo l’Italia: due prospettive infeconde?
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- Categoria: Presidenza
- Pubblicato: Venerdì, 11 Ottobre 2019 22:52
- Postato da Ufficio di Presidenza MR
https://youtu.be/b7yVm12ybuc
Inizia una serie di valutazioni e di sensibilizzazione sull'importanza per l'Italia, e di conseguenza per tutti noi ,delle partecipazioni statali. Queste sono un tesoro inestimabile per il ruolo, la salute economica, lo sviluppo tecnologicvo e il conseguente "ranking" del nostro paese a livello mondiale, e il loro controllo è di importanza inestimabile e inalienabile, pena la sempre minore indipendenza del nostro paese. Ci sono stati ( e in parte ci sono ancora, anche se tenuti sotto silenzio mediatico), ripetuti tentativi per l'alienazione di questo patrimonio e per la completa privatizzazione di tali importanti risorse, anche da parte di certi circoli di potere italiani, per lo più di stampo neoiliberista o neoliberista "mascherato" Rimane quindi alto il conseguente pericolo di acquisizione del controllo da parte di altre potenze estere. . Il Movimento Roosevelt è assolutamente contro tali manovre e pervicacemente favorevole, pur nel rispetto delle regole di una sana economia di mercato di stampo social-liberale, al mantenimento di tali asset strategici. Nella prima parte si esaminerà l'importanza di ENI, grazie a una brillante ed esaustiva analisi di Michele Nacchieri, importante risorsa del Dipartimento Esteri e Difesa, analisi che ha pochi riscontri di così alta qualità,sia a livello nazionale che internazionale; seguiranno Leonardo, Fincantieri e per finire una panoramica di tutte le altre realtà relativamente minori, ma non meno rilevanti nel loro complesso
PARTECIPATE STATALI - 1° Parte
ENI
Il rapporto fra le aziende partecipate/controllate dallo Stato (ossia tutte quelle società nelle quali lo Stato detiene una parte delle quote azionarie) e lo Stato stesso è da sempre il fulcro attorno al quale si sviluppa, se ben indirizzata, l’economia di un intero Paese. Tale simbiosi è stato il pilastro su cui si è appoggiata gran parte della ricostruzione del Dopoguerra e che ha permesso all’Italia di conquistare un ruolo preminente nel contesto europeo in generale. Un virtuosismo interrotto dalla stagione delle privatizzazioni selvagge, frutto avvelenato delle politiche neoliberiste applicate sia all’esterno, sia all’interno dei nostri confini, che dal ’94 al 2010 ha notevolmente alleggerito il peso delle casse pubbliche su moltissime realtà industriali nostrane. Basti consultare la Relazione sulle privatizzazioni redatta dal MEF per meglio farsi un’idea dello smantellamento messo in atto, quest’ultimo capace di fruttare durante tutto il periodo circa 97 miliardi di euro a fronte della rinuncia da parte dello Stato Italiano a numerosi gioielli produttivi che nel tempo hanno visto accrescere il proprio valore di mercato. Dalla dismissione dell’INA (4.8 mld) alla vendita del 68% di quote della Banca Nazionale del Lavoro (3.4 mld), dalla cessione totale di Telecom Italia (13 mld) a quelle parziali di ENI (29 mld a partire dal ’95) ed ENEL (34 mld di euro), per non citare lo smantellamento della chimica. A tal proposito, stando alle ultime dichiarazioni rilasciate a margine dell’Eurogruppo di Helsinki del ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, un’altra tranche di privatizzazioni sta per essere attuata: le società nel mirino potrebbero essere ancora una volta ENI, Poste Italiane, ENAV (azienda che gestisce il traffico aereo su tutto lo spazio aereo italiano) oltre che StMicroelectronics (fiore all’occhiello dei dispositivi a semiconduttore). Il meccanismo prevedrà la cessione di quote attualmente in mano allo Stato alla Cassa Depositi e Prestiti (anch’essa controllata per l’83% dal MEF): trattasi dunque di un ricircolo finanziario (con parziale perdita di controllo, proporzionale a quel 17% di CDP in mano ai privati) atto a iniettare subitaneamente nelle casse dello Stato una cifra che si aggira intorno ai 6 mld di euro in vista della manovra finanziaria di fine anno. Speriamo non sia un primo passo per la perdita di controllo di un patrimonio che è di tutti gli Italiani.
Oltre alle sopracitate ENI, ENEL, ENAV, Poste Italiane, CdP ed StM, rivestono grande importanza nel quadro delle società pubbliche partecipate dallo Stato Italiano anche RAI, Equitalia, Snam, Italgas, Terna, Saipem, Fincantieri, Leonardo-Finmeccanica e il gruppo Ferrovie dello Stato (FS).
Escludendo il 2015 (su cui pesò drammaticamente il crollo nel prezzo del petrolio che fece chiudere Eni con un – 8,8 miliardi), le partecipate hanno sempre macinato nel complesso utili miliardari, tali da portare la “Stato spa” al livello delle più importanti multinazionali. Basti considerare gli oltre 14,5 miliardi di utile netto (assemblando tutte le società partecipate) derivanti dall’esercizio del 2018 (non tutti dividendi di competenza dell’azionista pubblico, dato che molte società sono controllate dallo Stato solo con una quota). Se è vero che bisogna tornare al 2010 per trovare un risultato migliore del 2018 (quasi 17 miliardi di utile netto), è altrettanto vero che la doppia cifra (positiva!) è quasi sempre stata una costante, con la media di questi 8 anni che supera nel complesso delle partecipate agevolmente i 10 miliardi, quasi una manovra finanziaria. Insomma, cifre importanti che rimpinguano considerevolmente le casse dello Stato proiettandolo in una posizione di assoluto prestigio nel quadro europeo ed internazionale.
Il taglio dei parlamentari vuol dire solo una cosa: meno democrazia. Non per nulla il taglio dei parlamentari è stato prima operato dal fascismo e poi auspicato da poteri sovranazionali con il dichiarato intento di ridurre il livello di rappresentatività popolare.
È davvero una vergogna che si prendano in giro le persone in questo modo. Non bisogna tagliare sulla politica, bisogna invece scegliere una classe politica preparata e capace di fare gli interessi della collettività.
Reti sovranazionali in fermento e il ruolo del MR
Proponiamo l’ascolto di
https://www.youtube.com/watch?v=qxPrXFDqn1M
per capire cosa sta accadendo in questo autunno 2019 sul piano internazionale, sovranazionale e globale.
E rinviamo alla lettura di:
per comprendere appieno quanto importante possa essere, con l’aiuto di tutti i cittadini ancora non rooseveltiani che vogliano unirsi a noi, il ruolo del metapartitico Movimento Roosevelt.
Riceviamo e pubblichiamo il seguente articolo di Zvetan Lilov, socio del Movimento Roosevelt.
Riflettevo sul fatto che in questi ultimi decenni la consapevolezza degli esseri umani in merito ai propri diritti e al proprio benessere sembra svaporare: consideriamo (forse progressivamente sempre di più) inevitabili i problemi economici, sociali e fisici (sanitari, medici) che ci affliggono.
Riteniamo che le guerre siano parte inestirpabile del nostro mondo, le crisi economiche endemiche e ricorrenti anche senza dei veri perché, l’inquinamento e il cambio del clima inarrestabili in quanto eventi “più grandi di noi”.
Recentemente sono andato a rileggermi la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dalle Nazioni Unite a Parigi il 10 dicembre 1948. Sapevo bene, per averla studiata sui banchi di scuola, dell’esistenza di questo documento, però non lo avevo mai letto interamente fino a oggi, che la scuola per ragioni anagrafiche non la frequento più.
Un Metapartito è per sempre. Iscriviti al MR
Un Metapartito è per sempre. I Partiti nascono e muoiono come foglie, invece un Metapartito si rafforza col tempo come una Quercia o una Sequoia e consolida sempre di più la propria limpida e democratica vocazione ad influenzare alla luce del sole opinione pubblica, associazioni, partiti e Istituzioni. Iscriviti al Movimento Roosevelt (MR)
Cos’è un Metapartito?
Lo spieghiamo con chiarezza qui, in una pagina della Home Page del nostro sito ufficiale: https://www.movimentoroosevelt.com/chi-siamo/proposta-politica/cos-e-un-metapartito.html .
E cos’è nello specifico, il primo Metapartito apparso sulla scena globale, cioè il Movimento Roosevelt?
Lo spieghiamo sinteticamente qui, in un’altra pagina della Home Page del nostro sito ufficiale: https://www.movimentoroosevelt.com/chi-siamo/introduzione-al-movimento-roosevelt.html .
D’altronde, visitando i tanti contenuti (articoli, interviste, video) che compaiono sul nostro sito e blog (https://www.movimentoroosevelt.com/ e https://blog.movimentoroosevelt.com/ ) o sui nostri Gruppi facebook (vedi, ad esempio: https://www.facebook.com/groups/MovimentoRoosevelt.ITALIA.GruppoUfficiale/ ) è possibile approfondire principi e obiettivi del MR.
Dipartimenti MR: movimenti del Movimento, Bussole per cittadini che vogliano impegnarsi su proposte politiche specifiche
In continuità e ad approfondimento di quanto già illustrato in
vogliamo sottolineare e spiegare in termini ancora più chiari e circostanziati come dovranno funzionare d’ora in poi i Dipartimenti MR e quale sarà la funzione di Segretari e altri dirigenti o membri di tali consessi.
I nuovi Segretari dei Dipartimenti dovranno pubblicare su sito, blog e canali facebook e you tube MR degli appelli affinché soci rooseveltiani o cittadini non ancora rooseveltiani (questi ultimi prendendo con l’occasione la tessera MR, e per farlo: https://blog.movimentoroosevelt.com/iscriviti-o-rinnova.html ) interessati ad un qualsiasi tema dipartimentale (Economia, Finanze, Sviluppo tecnologico, Politiche sociali, Ambiente, Energia, Alimentazione, Esteri, Difesa, Giustizia, Interni, Salute, Istruzione, Università, Ricerca e Formazione civica, Cultura e Spettacolo, ecc..) si facciano avanti per chiedere di essere inseriti nel Dipartimento prediletto.
Gioele Magaldi invita il Corriere della Sera a licenziare il sedicente intellettuale Galli Della Loggia. Galli Della Loggia si permette infatti di criticare Matteo Zuppi dichiarando però il falso e criticando persino l'universalità dei diritti umani. Persone ignoranti e disinformate come questa non dovrebbero scrivere sulla prima pagina di un giornale della caratura del Corriere della Sera.
La Presidenza MR stigmatizza su Affari Italiani tanto la misura antidemocratica e neopiduistica del taglio dei parlamentari quanto il gatekeeping rossobruno
Proponiamo la lettura di:
PS: si leggana anche:
PRESIDENZA MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com e, per contatto diretto, scrivere a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. )
( Articolo del 3 ottobre 2019 )
Il presidente del Movimento Roosevelt, che plaude a monsignor Zuppi per gli agnolotti senza maiale a Bologna, difende il ministro Fioramonti: in Francia e Germania nessun croficisso nei luoghi pubblici, la civiltà occidentale ha istituito la libertà di religione ponendo una netta distinzione tra la sfera pubblica e l'ambito privato della fede
«Chi vuole il crocifisso nelle scuole non difende il cristianesimo, ma solo i patti clerico-fascisti stipulati negli anni Venti da Mussolini per stabilire un'egemonia culturale clerico-fascista sulle nuove generazioni, agendo sulla scuola e sull'educazione». Lo afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, schierandosi col ministro dell'istruzione Lorenzo Fioramonti che ha messo in dubbio l'opportunità di esporre i crocifissi nelle scuole. «In Francia, in Belgio e in Germania (con l'eccezione della Baviera) non c'è nessun crocifisso nelle scuole e nei tribunali», ricorda Magaldi. «Una conferma della vera natura della cività occidentale, cui si deve la conquista storica della libertà di religione: ciascuno è libero di professare la propria fede, senza però che quest'ambito (privato) condizioni la sfera pubblica, che deve restare laica, superando l'oscuro retaggio delle antiche teocrazie».
In realtà, ricorda Magaldi, così era anche in Italia prima del fascismo: «Quella del crocifisso nei luoghi pubblici non è una tradizione secolare, ma un'innovazione introdotta da una legge fascista del 1924». Normativa anomala, «poi entrata anche nella Costituzione del 1948, vergognosamente, grazie all'ipocrisia e alla malafede del leader comunista Togliatti». Aggiunge Magaldi: «Gli analfabeti di ritorno della nostra classe politica, che fanno allarmismo sul presunto neofascismo di oggi, sappiano che lo Stato laico e liberale, pre-fascista, non prevedeva i crocifissi nelle scuole: chi dice di difendere la nostra identità culturale non conosce la nostra storia né la nostra tradizione». Tra gli ipocriti, Magaldi include anche il premier Conte: «Si dice pronto, da cattolico, a garantire “libertà di coscienza” ai medici messi di fronte al problema dell'eutanasia, eppure è lo stesso Conte che rinfacciava a Salvini l'esibizione del crocifisso nei comizi».
I crocifissi nelle scuole e negli altri edifici pubblici «non appartengono alla tradizione cattolica», ribadisce Magaldi: «Sono stati imposti con leggi del 1924-28 come parte di quel connubio clerico-fascista che rappresenta uno dei momenti più bassi dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia». Massone progressista, Magaldi è anche profondamente cattolico. «La libertà di religione – dice – è stata conculcata per secoli dalle stesse religioni. Non ce l'ha portata lo Spirito Santo: l'hanno garantita, semmai, le avanguardie laiche e massoniche che hanno costruito il mondo contemporaneo, che tutela culture diverse». Ecco perché oggi, per la festa di San Petronio, «ha fatto benissimo la curia di Bologna a predisporre, nel menù della popolare sagra gastronomica, anche agnolotti con ripieno a base di pollo, per chi avesse problemi con la carne di maiale».
Non che sia scomparsa la mortadella, dagli agnolotti di San Petronio: la notizia (falsa) è stata veicolata da estremisti. Per Magaldi, si è trattato di «un fraintendimento velenoso e stupido, visto che il ripieno di maiale resterà largamente maggioritario». Gli agnolotti al pollo, semmai, potranno avvicinare alla festa cattolica anche altre culture. Magaldi punta il dito contro «l'ateismo devoto e il tradizionalismo integralista reazionario» di chi contesta l'arcivescovo bolognese Matteo Maria Zuppi, presto cardinale, «esemplare interprete del rinnovamento e delle aperture inclusive intraprese dalla Chiesa di Papa Francesco».
Le dichiarazioni di Magaldi sono contenute nella video-chat su YouTube con Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, registrata il 2 ottobre 2019.
Dipartimenti MR: nuova organizzazione, nuove nomine e istruzioni per l’uso
In conseguenza di quanto anticipato in
cominciamo a delineare la nuova organizzazione interna e le nuove prospettive di lavoro ‘esterno’ del metapartitico Movimento Roosevelt.
Tale nuova organizzazione, qui di seguito descritta, per quel che concerne i Dipartimenti, andrà a rimpiazzare quella attualmente indicata on-line, sul sito ufficiale MR (www.movimentoroosevelt.com ), nella Sezione SQUADRA (https://www.movimentoroosevelt.com/squadra.html ).
I nuovi Dipartimenti MR con i rispettivi Segretari responsabili, sono i seguenti: