Viviamo in un’epoca in cui le conquiste della modernità (stato di diritto, società aperte,  laiche e plurali, benessere sociale diffuso) sembrano aver esaurito la loro spinta.
Nel nostro paese, come nel resto dell’occidente, si percepisce sempre più plasticamente come i riti democratici si stiano trasformando in orpelli svuotati di valore e significato, dal momento in cui si osserva che decisioni importanti vengano prese presso contesti istituzionali non legittimati da processi elettivi, e che tali decisioni sono spesso giustificate facendo appello a entità astratte (es. “i mercati”) per poi essere tradotte nell’imposizione di parametri del tutto arbitrari ( riguardo il rapporto deficit/PIL, ad esempio).
Svalutazione e sfruttamento del lavoro, mortificazione dei talenti, occupazione dei mezzi di informazione, repressione dura del dissenso,  rappresentazione di minacce e nemici di comodo, predazione selvaggia dei territori, tagli allo stato sociale, sabotaggio continuo ai danni del mondo della cultura e dell’istruzione, completano il quadro di quest’era ricca di incertezze e contraddizioni.
Esistono molte letture di questo stato di cose. Abbiamo filo-marxisti che accusano il capitalismo in quanto tale, abbiamo tradizionalisti che hanno sempre detestato la modernità e che colgono l’occasione per lanciare strali senza fare distinzione tra le conquiste e le aberrazioni del mondo moderno; abbiamo, più in generale, letture  della Storia in cui lo svolgersi degli avvenimenti non è altro che l’evolversi inevitabile determinato da certe condizioni di partenza.
Noi del Movimento Roosevelt siamo consapevoli che tali condizioni storico-politiche non siano ineluttabili e dettate da necessità metafisica, ma espressione di gruppi umani operanti nel back-office (o high-office) del potere.

D’altra parte, sappiamo anche che questo back-office è assai diverso da un monolite; è anzi una galassia di gruppi di potere tra i quali scoppiano guerre, alleanze e tregue più o meno armate.  Sappiamo inoltre che tali gruppi di potere, per secoli, sono stati egemonizzati da forze progressiste, liberali e democratiche, la realizzazione dei cui progetti ha fatto sì che noi vivessimo in condizioni materiali ed immateriali infinitamente migliori rispetto a quelle dei nostri avi dei secoli passati.
Ecco quindi che si può ottenere una semplice e logica spiegazione dell’involuzione delle nostre società: da diversi decenni a questa parte, infatti, le forze progressiste del back-office del potere hanno perso la loro egemonia, a favore di quelle più reazionarie e aristocratiche, che non hanno mai visto di buon occhio l’ampliamento e l’estensione dei diritti in ogni ambito possibile, che rivendicano per loro il diritto-dovere di guidare le masse di esseri umani (percepiti da costoro quasi alla stregua di bestie), e che  -last but not least- in questo modo possono lucrare profitti enormi, sia grazie all’instaurazione di modelli socioeconomici tecnocratici e ultraliberisti, sia grazie all’innesco di “crisi” (geopolitiche, militari, economiche) progettate e realizzate ad arte.
Noi riteniamo che una chiave di lettura adeguata sia indispensabile al fine di affrontare le sfide dell’attuale mondo globalizzato. Per questo il Movimento Roosevelt mette a disposizione, caldeggiandone la massima diffusione presso i cittadini, l’opera di Gioele Magaldi (di cui per ora è disponibile il primo volume: “Massoni: Società a Responsabilità Illimitata – La Scoperta delle UR-Lodges”), dove viene approfondito con dovizia di particolari e su livelli multidisciplinari cosa è avvenuto e cosa sta avvenendo presso quella galassia che costituisce il vero potere in età moderna e contemporanea.