Destra, sinistra e centro sono etichette prive da tempo di effettive distinzioni che non siano in qualche modo riconducibili a ideologie affossate dalla storia o a esperienze di governo che traevano la loro linfa soprattutto dalla necessità, superata da decenni, di arginare le potenzialità disgregatrici di opposti estremismi.

Il Movimento Roosevelt nasce e si sviluppa quindi nelle forme radicalmente innovative di un metapartito fondato su ideali laici, risolutamente democratici, progressisti, social-liberali e libertari, da realizzare con il sostegno del più ampio numero possibile di cittadini che, al di là della loro identità professionale e di qualsiasi genere di militanza o simpatia politica (tranne che, ovviamente, per partiti e movimenti di ispirazione comunista o nazifascista), vi si riconoscono e intendono pertanto promuoverli.

Alla declinazione neoliberista, neoaristocratica e antidemocratica dei processi di globalizzazione in corso, è inderogabile contrapporre operativamente l’ideale della sovranità popolare sostanziale e non solo formale di tutte le istituzioni pubbliche, da quelle locali a quelle sovranazionali; il diritto universale alla felicità e le quattro libertà fondamentali che Franklin Delano Roosevelt identificò nelle libertà di parola e di credo, e nelle libertà dal bisogno e dalla paura. 

Questi ideali, diritti e libertà non sono possibili al di fuori di un’autentica giustizia sociale che, per essere concretamente affermata, esige un’azione metapartitica unitaria e coesa. 

Il Movimento Roosevelt intende svolgerla riunendo intorno al suo progetto quanti ne condividano l’ispirazione e le finalità, senza distinzione di appartenenza partitica.

Il Movimento Roosevelt, dunque, quando non presente direttamente con proprie liste, si troverà a sostenere partiti e/o persone diverse a diverse tornate elettorali in virtù di una coerenza delle idee più che dei simboli.