News dal Dipartimento Istruzione

La scuola spolpata: il bilancio di vent'anni di riforme neoliberiste

img tagli alla scuola c3859Era il lontano 1999. Entrava in vigore la famosa legge n.59, che riformava la Pubblica amministrazione e introduceva anche l'autonomia scolastica, poi realizzata con il D.P.R. n. 275/1999. Vedeva la luce il Preside-Dirigente e le scuole acquisivano personalità giuridica. Possiamo collocare qui il punto di partenza di un percorso riformatore che, attraverso diversi governi, di centro-destra e di centro-sinistra, porta la scuola italiana al punto in cui si trova adesso.

In questi 20 anni, nessuna riforma complessiva è stata realizzata. Solo una serie di interventi slegati fra loro, ma accomunati tutti da un unico fil rouge: impoverire la scuola, togliendole mezzi, ore, risorse umane, qualità; metterla in concorrenza con l'istruzione privata, orientare la didattica all'inserimento nel mondo del lavoro e alle richieste delle aziende, anziché alla formazione del cittadino consapevole; mettere ai margini la funzione emancipante della scuola, prevista dalla Costituzione, svilire il ruolo sociale dei docenti, degradati da professionisti preparati e autonomi, come li intende la Costituzione, a impiegati obbedienti e proletarizzati, anche attraverso una politica di assunzioni per lo meno discutibile e a retribuzioni inadeguate all'importanza del loro ruolo sociale.

Attraverso le riforme Moratti e Gelmini e infine con la Buona Scuola di Renzi siamo passati dalla scuola depositaria di cultura e promotrice di conoscenza e pensiero critico alla scuola smart, luccicante di tecnologie all'avanguardia, di progetti di ogni genere e di metodi di insegnamento accattivanti, ma sempre più priva di contenuti essenziali, priva di mezzi e di locali adeguati, attentamente depurata da ogni sapere capace di favorire la consapevolezza critica, la comprensione del presente, l'attitudine a pensare in modo complesso. Una scuola che istruisce senza educare e che parla il linguaggio dell'economia, anziché quello dei valori civili di solidarietà, partecipazione, democrazia, bene comune, libertà di pensiero.

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Ce lo chiede l'Europa? Le politiche scolastiche e la Costituzione neoliberista

img frase Calvino 1c908Dopo aver analizzato la fondamentale ispirazione neoliberista della legge sulla Buona Scuola (La perversione neoliberista e la legge della "Buona Scuola"), occorre ora comprendere da dove arrivi questa impostazione ideologica.Dopo aver analizzato la fondamentale ispirazione neoliberista della legge sulla Buona Scuola (La perversione neoliberista e la legge della "Buona Scuola"), occorre ora comprendere da dove arrivi questa impostazione ideologica.

Sarebbe un errore pensare che la curvatura in senso neoliberista impressa alla scuola italiana negli ultimi 20 anni sia una scelta autonoma dei politici nazionali. È certamente una loro responsabilità ed un effetto della loro ignavia, ma l'origine della scuola neoliberista è da ricercarsi nel modello di Europa che è stato realizzato a partire dagli anni '80 del secolo scorso. Nei trattati europei – il Trattato sull'Unione europea (TUE), del 1986, confluito nel Trattato sul Funzionamento dell’UE (TFUE), del 2007 - non si parla di una politica europea dell'istruzione. L'Articolo 165 del TFUE (ex articolo 149 del TCE) afferma al comma 1:
  • L'Unione contribuisce allo sviluppo di un'istruzione di qualità incentivando la cooperazione tra Stati membri e, se necessario, sostenendo ed integrando la loro azione nel pieno rispetto della responsabilità degli Stati membri per quanto riguarda il contenuto dell'insegnamento e l'organizzazione del sistema di istruzione, nonché delle loro diversità culturali e linguistiche.
Non si parla, cioè di un indirizzo comune fra gli Stati europei, ma di una generica collaborazione fra Stati con completa autonomia in materia di istruzione. L'idea di imprimere una direzione comune alle politiche scolastiche matura al di fuori delle istituzioni europee, in alcuni circoli privati di industriali.

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Importante novità per gli iscritti al MR: da oggi è disponibile la biblioteca online

img biblioteca Trinity College 4fa65Cari amici rooseveltiani,
sono lieta di annunciarvi che da oggi entra in funzione la Biblioteca virtuale del Movimento Roosevelt. Si tratta di un archivio online di documenti per la formazione degli iscritti, schede libro, schede audio e/o video, saggi in PDF, presentazioni in PowerPoint, materiali informativi sul MR, disponibili o a tutti gli utenti (i materiali informativi sul MR) o ai soli iscritti al MR (gli altri documenti).

Questi documenti - tutti scaricabili - possono essere utilizzati per l'autoformazione, per la divulgazione, per i corsi del Master in Scienze della Polis. Sono predisposti dai gruppi regionali, dai Dipartimenti, dagli iscritti volenterosi, che intendono collaborare all'opera, magari condividendo una sintesi delle loro letture e seguendo alcuni criteri basilari. L'archivio è espandibile in base alle esigenze e verrà costruito man mano seguendo criteri tassonomici il più possibile chiari e intuitivi.

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Ricordando Giovanni Galloni e la riforma democratica della scuola

img Giovanni Galloni dacb4Voglio ricordare la figura di Giovanni Galloni - che fu giurista, docente universitario, partigiano, politico della sinistra democristiana, vicepresidente e vicesegretario della DC di Zaccagnini, vicepresidente del CSM ai tempi non facili di Francesco Cossiga alla Presidenza della Repubblica - soprattutto per il suo incarico di Ministro della Pubblica Istruzione dal 1987 al 1989, nei governi di Giovanni Goria e di Ciriaco De Mita. E soprattutto, voglio ricordarlo come uno degli artefici principali dell’unica riforma vera e democratica della scuola primaria dell’Italia repubblicana.

La scuola italiana degli anni '80 era sottoposta a spinte contrapposte. Da una parte, lo tsunami del '68 aveva condotto negli anni '70 ad una serie di aperture del sistema scolastico alle nuove esigenze di partecipazione democratica e a nuovi bisogni sociali, che aveva condotto all'introduzione del tempo pieno nella scuola elementare, alle 150 ore serali per il conseguimento della licenza media degli adulti, all'inserimento dei disabili in classe (legge 517 del 1977), ai Decreti Delegati, con i quali facevano ingresso nella gestione della scuola i genitori e gli studenti, alle sperimentazioni didattiche, ai centri di documentazione e di ricerca educativa; dall'altra, gli ordinamenti scolastici restavano rigidamente ancorati a leggi vetuste e ormai anacronistiche, quali la legge Gentile per la scuola superiore ("la più fascista delle riforme", secondo Benito Mussolini) e la legge Ermini (1955) per la scuola elementare, centrata sulla religione cattolica come "fondamento e coronamento dell'istruzione" e sulla figura della maestra-mamma, che insegna tutto, dalla lingua italiana alla ginnastica.

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Violenza in classe: come ci siamo arrivati?

Genitori a scuola ieri e oggi 18798Il mestiere di docente non è mai stato così pericoloso. L'escalation di aggressioni e offese agli insegnanti da parte di studenti e genitori sta facendo emergere il disagio profondo in cui versano la scuola e la società intera.

In queste settimane, si sprecano riflessioni e commenti da parte di pedagogisti, psicologi, sociologi, giornalisti, filosofi ed esperti di ogni genere. In particolare, l'associazione fra violenza e basso livello di istruzione proposta da Michele Serra su Repubblica ha suscitato discussioni a non finire.

Come tutti i fenomeni sociali, anche la violenza a scuola è un fenomeno plurideterminato. Lungi dal voler esaurire le cause possibili del degrado del clima educativo in classe, proverei comunque a indagare su alcune condizioni che lo favoriscono, partendo da quelle più immediate.

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Militari, uranio e vaccini. Resoconto della serata pubblica a Torino con l'Onorevole Ivan Catalano e ByoBlu

img evento Militari uranio e vaccini 02 0e462Si è svolta sabato 24 marzo la serata pubblica con l'Onorevole Ivan Catalano sul lavoro di indagine svolto dalla IV Commissione parlamentare della Difesa sulle gravi patologie dei militari italiani.
Di fronte ad un pubblico molto attento e partecipe, abbiamo approfondito diversi aspetti della Relazione finale e soprattutto quello che sta principalmente a cuore al Movimento Roosevelt, ovvero la tutela dei diritti di tutti e di ciascuno. I nostri militari si sono visti negati il diritto alla salute e all'integrità psicofisica, il diritto ad essere informati sui rischi che correvano e il diritto di usufruire delle tutele legali in materia di prevenzione del rischio sui luoghi di lavoro e di garanzie previdenziali e risarcitorie come lavoratori.

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Militari, uranio e vaccini. Serata pubblica a Torino con l'On. Ivan Catalano e ByoBlu

img evento Militari uranio e vaccini 4ca9bCari amici,
Vi ricordo che sabato 24 marzo alle ore 20,30 in via Francesco De Sanctis, 12 (Salone 1, blocco A) a Torino avrà luogo l'incontro pubblico con l'On. Ivan Catalano, Vicepresidente della Commissione Uranio impoverito, organizzato con grande entusiasmo e spirito di colllaborazione dal gruppo MR - Piemonte.
Ci faremo raccontare le vicende dei lavori della Commissione ed esporre i risultati dell'ultima fase di quasi due decenni di indagine parlamentare. In particolare, discuteremo con lui della parte fondamentale della Relazione finale 2018 relativa alle vaccinazioni come uno dei fattori causali delle patologie dei militari italiani e della censura mediatica che ha avvolto nel silenzio questa parte fondamentale del lavoro parlamentare (come potete leggere qui).

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Ecco il materiale informativo sul MR!

MR Volantino A5 Italia 8479cCari amici rooseveltiani,
sono lieta di annunciarvi che finalmente abbiamo a disposizione il sospirato materiale informativo sul MR, da utilizzare per far conoscere il Movimento. Ho pensato che fosse un'esigenza urgente e così ho provveduto ad attivare un gruppo di lavoro apposito.

Sarà possibile scaricare nei prossimi giorni, in modalità che stiamo definendo con il nostro responsabile del sito, Krum De Nicola, alias Araldo Roosevelt, un volantino in formato A5 e una brochure A4 pieghevole in 3 parti. Ci sarà anche la versione per la stampa B/N. Ciascuno potrà così stampare in autonomia il materiale.

Sarà inoltre disponibile la carta intestata (per i referenti dei Dipartimenti, della Presidenza e dei gruppi regionali) e una locandina standard in A3 per eventi locali. E' stato predisposto anche un modulo d'iscrizione in PDF scrivibile, per facilitare l'operazione. Come già annunciato, sarà disponibile anche il template della scheda contenutistica per documenti video, audio e testo, che ciascun socio potrà predisporre, a vantaggio di tutti, al fine di costituire un archivio-biblioteca virtuale, che sarà la base dell'attività pedagogica del MR.

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Pedagogia politica in pratica: una proposta di schedatura dei materiali video, audio e testo

img testata blog 02 701d2Cari amici rooseveltiani,
dopo tanto parlare di vocazione pedagogica del MR e della necessità di promuovere una pedagogia politica che chiarisca a noi stessi e attraverso di noi ad altri la situazione in cui ci troviamo e le vie per uscirne, salvando la democrazia e i valori costituzionali, mi sembra opportuno cominciare a concretizzare idee e progetti in strumenti di lavoro.
Se è vero, infatti, come diceva il grande psicologo tedesco Kurt Lewin, che niente è più pratico di una buona teoria, è anche vero che le enunciazioni teoriche che non si traducono in modelli di azione e/o in fatti concreti non hanno un grande impatto trasformativo sulla realtà e restano al livello di vaghe aspirazioni.
Dobbiamo inoltre chiarirci quale finalità vogliamo perseguire con le attività del Movimento, se cioè intendiamo farne un luogo di dibattito culturale e di osservazione della realtà sociale, con attitudine simile a quella di un'associazione culturale o di un centro studi, oppure un luogo di elaborazione di idee, progetti e azioni politiche ad ampio raggio, che trovino riscontro in un effettivo cambiamento sociale, e quindi con modalità più simili a quelle di un partito o - al livello più elevato - di un think tank. In entrambi i casi si può realizzare una finalità pedagogica, ma non nello stesso modo.

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Uguaglianza di genere ed efficienza del caso. Una riflessione per l'8 marzo

disparità di genere b92cbOggi, 8 marzo, Festa delle donne, oltre a snocciolare come ogni anno i dati della disuguaglianza di opportunità che continua ancora a colpire le donne, specie al Sud, penso sia utile cominciare ad escogitare soluzioni nuove e creative alla persistente difficoltà delle donne ad essere presenti a pari condizioni nel mondo del lavoro, nella politica e ai vertici di aziende e istituzioni economiche. Un articolo recente del New York Times osserva che le donne italiane sono in grado di condizionare il voto politico, ma si sentono invisibili nella società. La politica, infatti, ignora i loro bisogni.
  • L'Italia è al secondo posto dopo la Grecia per il minor tasso di occupazione femminile nell'Unione Europea, secondo l'Eurostat. Una donna italiana su quattro non riprende a lavorare dopo il parto. Quelle che continuano a lavorare, spesso guadagnano oltre il 35% in meno, stando ai dati INPS, soprattutto perché le madri devono ridurre le ore di lavoro per mancanza di supporto nelle cure parentali ai figli.
    Dopo la Grecia, l'Italia ha il più basso numero di donne che lavorano nell'UE. In Germania, il 75% delle madri con due figli lavorano. In Italia, la percentuale è del 54%. Nonostante ciò, i principali partiti alle ultime elezioni hanno a malapena sfiorato questi temi, e hanno invece diffuso paura per l'immigrazione e la sicurezza.
Un altro articolo, pubblicato su Il Corriere della Sera, fornisce ulteriori dettagli:
  • Secondo dati Istat, dal 1977 a oggi il tasso di occupazione [femminile] è passato dal 33,5 al 48,1 per cento (gli uomini sono al 67,5 per cento), un livello lontano dal 61,6 per cento della media dei 28 Paesi europei e ancor di più dai record di Svezia (74,6 per cento), Norvegia (71,9 per cento) e Germania (71 per cento).
Dal 2016, la situazione si sta aggravando di anno in anno. L'Italia perde posizioni a livello mondiale.

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Censura mediatica sulla relazione della Commissione uranio impoverito. Il Movimento Roosevelt chiede trasparenza democratica

Il 29 gennaio 2018 il Presidente della Commissione Difesa che ha indagato sulle cause delle patologie dei militari italiani, Gian Piero Scanu (PD), ex sindaco di Olbia, dichiarava la sua amarezza per non essere stato inserito nelle liste del PD in vista delle elezioni di marzo e attribuiva l'esclusione al suo lavoro alquanto scomodo nella Commissione Difesa, nella quale i parlamentari hanno lavorato con indipendenza e determinazione, in mezzo a molti ostacoli, e l'attenzione degli esperti si è allargata dall'uranio impoverito ai vaccini come probabile concausa del problema.

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