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Categoria: Comunicazioni
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Pubblicato: Venerdì, 24 Aprile 2020 21:49
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Postato da Comunicazioni Movimento Roosevelt
SARS COV 2/COVID-19: IL “PARASSITA” INVISIBILE CAPACE DI FERMARE IL MONDO, di DANIELE CAVALEIRO
In questi giorni mi sono confrontato con vari esperti del settore (biologi, scienziati, medici, esperti di malattie infettive, ricercatori, etc.) per cercare di far un po’ di chiarezza, soprattutto a me stesso, e cercare di darmi delle risposte in merito a: che cos’è un virus? Sono corrette e idonee le misure adottate dal nostro Governo? Sarebbe stato possibile prevedere e soprattutto arginare questa epidemia?
In questo contributo, cercherò di riportare le informazioni raccolte, così da offrire risposte a quelle domande che tutti noi ci stiamo ponendo in questo periodo.
Un virus è un’entità biologica che ha un proprio codice genetico, ma non è in grado di riprodursi in maniera autonoma, può farlo solo all’interno di una cellula ospite. Si tratta quindi di un’entità biologica primitiva che vive e si replica rapidamente, solo a condizione che gli sia possibile parassitare un’entità biologica completa e autonoma. In assenza di quest’ultima, il virus è destinato a morte certa: può solo sopravvivere per qualche tempo, nell’ordine di pochi minuti o di qualche giorno nell’ambiente. Non è però in grado di replicarsi, poiché non è nelle condizioni di compiere la sua mission vitale, ovvero parassitare un’ospite. È proprio questo il motivo per cui ci stanno chiedendo di rimanere a casa: siamo noi i bersagli biologicamente completi ed evoluti, che il Covid-19 predilige e ha voglia di colpire. Ma è sufficiente restare a casa? No, non basta restare in casa. Il contenimento fisico, in questo momento, è l’unica misura adottata per evitare il contagio. Una modalità che si attua quando non si dispone di efficaci misure di carattere preventivo o terapeutico per evitare il contagio. Un’arma spuntata, questo isolamento, così come è regolato, ovvero un contenimento fisico che, oltre a dipendere dal senso di responsabilità delle persone, lascia spazio alle uscite per fare la spesa, per andare al lavoro e per altri motivi di necessità, che minano la barriera fisica fra noi e il “nemico”. Eccoci quindi intenti in scrupolose disinfezioni di tutto ciò che possa veicolare il virus, dalla suola delle scarpe, agli imballaggi dei prodotti alimentari. Ma tutte queste scrupolose disinfezioni ci mettono al sicuro dalla possibilità di contrarre l’infezione da coronavirus? Purtroppo no, in quanto i nostri ambienti domestici sono tanti piccoli potenziali incubatori di Covid-19. A tutto questo aggiungiamo che si rimane contagiosi fino a diversi giorni dopo la guarigione, che dunque non rappresenta una condizione di sicurezza per le persone con le quali si sia a contatto.
Adesso cerchiamo di capire se sarebbe stato possibile prevedere e soprattutto arginare questa epidemia.
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