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Categoria: Geopolitica & Difesa
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Pubblicato: Venerdì, 29 Maggio 2020 12:47
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Postato da Roberto Hechich
Perché non si ripeta più una censura sui social media a danno della libertà d’informazione.
Condividete per cortesia, in maniera da impedire ogni eventuale tentativo di blocco.
“Carceri #Turchia. Questa notte grazie alla legge sull’esecuzione penale è stato rilasciato un membro della criminalità: Alaattin Cakicy, appartenente ai Lupi Grigi. La legge concede la riduzione della pena per 90.000 prigionieri, ma non per i giornalisti, politici dell’opposizione e attivisti per i diritti umani.”
In questo post vedete qualcosa di offensivo? Intimidatorio? Irrispettoso? Un’opinione spregevole? Turpiloquio? Fake new?
Ebbene, per questo post, che non fa altro che riportare una notizia che è un dato di fatto reale e concreto, il profilo Facebook di Mariano Giustino, corrispondente di Radio Radicale da Ankara, è stato bloccato per oltre 40 giorni.
Ora, dopo che la vicenda è stata resa nota e si è diffusa a tutti i livelli, è stato sbloccato.
Facebook si è scusato per l’errore. Ma come si può pensare a un errore perdurato per oltre quaranta giorni, malgrado proteste e sollecitazioni di ogni sorta e ammesso solo quando hanno iniziato ad occuparsi della questione i media maggiori e alcuni parlamentari italiani? Errore che appare ancora meno credibile, poiché non è la prima volta che succede. Sono state censurate almeno due altre pagine che pubblicavano contenuti relativi all’informazione su manifestazioni di sostegno alla causa curda in Siria.
E non si sblocca sicuramente il problema di una censura sempre più strisciante dell’informazione sui social media. Social media che, per l’impatto, appunto, sociale, non possono più definirsi società private, ma un patrimonio pubblico di diffusione, condivisione e democratizzazione dell’informazione, pur con tutte le distorsioni che invariabilmente li minacciano.
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