A Roma, le primarie parrocchiali e di bandiera del M5S (Movimento 5 Stelle) sono state vinte da Virginia Raggi.
Come sottolineato l’altro ieri in
Infatti, come spiegheremo con interventi ad hoc, la Raggi fa parte di quel gruppo di dirigenti del M5S che- a differenza di Roberta Lombardi, di Marcello De Vito e pochi altri- , in caso di placet in extremis da parte di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, vedrebbe molto bene la formazione di un’ampia Coalizione progressista per Roma, a sostegno di NINO GALLONI SINDACO (e in quel caso Virginia Raggi potrebbe fare il Vicesindaco o l’Assessore). Una Coalizione di cui il M5S potrebbe essere importante architrave, insieme al Movimento Roosevelt e ad altre forze sane e lungimiranti della Capitale.”
Confermiamo ogni parola.
A Roma, si sono fronteggiate due scuole di pensiero interne al M5S.
La scuola di pensiero (minoritaria) di chi, come Roberta Lombardi e Marcello De Vito, non riesce a scrollarsi di dosso il dogma (perdente e suicida) dell’autoreferenzialità del M5S (nella Capitale e altrove) e quella (maggioritaria) di chi, come i consiglieri comunali pentastellati uscenti Virgina Raggi, Enrico Stefàno e Daniele Frongia e la gran parte dei consiglieri uscenti dei vari Municipi romani, vedrebbe di buon occhio la formazione di una larga Coalizione democratico-progressista per un New Deal di Roma, con NINO GALLONI CANDIDATO SINDACO, di cui il M5S potrebbe essere parte eminente, ma non unica e autoreferenziale.
Secondo questa seconda ipotesi di pensiero, a patto che giunga un placet, una accettazione (anche in extremis), da parte di Gianroberto e Davide Casaleggio e da parte di Beppe Grillo, Virginia Raggi sarebbe disposta anche a ritirare la propria candidatura nel bel mezzo della corsa a Sindaco e ad accettare di lavorare- insieme alla maggioranza degli altri pentastellati capitolini- con GALLONI, con i rooseveltiani romani e con altri soggetti sani della società civile e politica locale per vincere davvero la corsa al Campidoglio e insediare davvero una Giunta con assessori del M5S. Assessori finalmente in cerca non di una poltrona per farsi i casi propri, ma dell’opportunità di governare bene una grande e importante città, Roma, che ha problemi atavici irrisolti di lungo periodo e però è anche stata deturpata dalle ultime, pessime Giunte di centro-destra (Alemanno) e centro-sinistra (Marino).
Peraltro, domani, domenica 6 marzo, si svolgeranno anche le primarie del Centrosinistra per Roma.
Primarie in cui, naturalmente, sono destinati a giocare un ruolo importante i tre candidati di area PD, e cioè Roberto Giachetti, Roberto Morassut e Stefano Pedica.
Ebbene, l’opinione pubblica in generale e quella pentastellata in particolare deve sapere che, nel caso in cui si concretizzasse effettivamente una ufficiale candidatura di Nino Galloni quale Sindaco di Roma sostenuto anche dal M5S, segmenti significativi dell’elettorato centro-sinistrorso e piddino, i quali non voterebbero mai Virginia Raggi in quanto candidato settario e parrocchiale M5S, sarebbero invece disposti a votare un ticket Galloni Sindaco-Raggi Vicesindaco, perché riterrebbero la presenza del Movimento Roosevelt in una Coalizione democratico-progressista per un New Deal di Roma prezioso elemento di garanzia di una significativa maturazione democratica e ideologico-programmatica del M5S.
Del resto, lo stesso discorso vale per i segmenti più laici, progressisti, liberali e democratici del cosiddetto e sedicente Centrodestra capitolino: costoro non voteranno mai Virginia Raggi e il M5S che dovessero presentarsi in perfetta solitudine, ma voterebbero senz’altro un M5S alleato del Movimento Roosevelt in sostegno a NINO GALLONI SINDACO PER UN NEW DEAL DI ROMA CAPITALE.
Tutto ciò, naturalmente, ha senso se il M5S vuole davvero vincere a Roma…Perché, se invece vuole perdere, lasciando con un pugno di mosche in mano tutti quegli elettori romani che andranno a votare pentastellato sperando di imprimere una svolta al governo della Capitale, allora va benissimo che Virginia Raggi continui la sua corsa solitaria, perseverando nel dire cose anche molto discutibili…
Spiegheremo a breve quali siano queste cose, questi intendimenti programmatici alquanto discutibili, anche mettendoli a confronto con le idee chiarissime e potenti di Nino Galloni e del metapartitico Movimento Roosevelt per un governo lungimirante della Capitale d’Italia.
Ma quando parliamo di dichiarazioni discutibili e che lasciano perplessi, ci riferiamo anche a quanto riportato ad esempio in
“Il Movimento 5 Stelle non vuole vincere a Roma”, articolo pubblicato il 26 febbraio 2016 su Internazionale (clicca per leggere).
Come che sia, noi del MR siamo convinti che occorra un drastico cambio di paradigma generale, in seno a tutti i partiti e movimenti che compongono l’attuale arco istituzionale italiano: dal M5S alla Lega, dal PD a Forza Italia, da Sinistra italiana ad altre realtà minori, occorre ripensare fondamenti e obiettivi delle dialettiche teoriche e pratiche che contraddistinguono lo scenario attuale.
Non farlo, significherebbe condannare per decenni l’Italia e l’Europa a un gravissimo declino sociale ed economico.
In tutto ciò, è necessario che anche il M5S si prenda nuove responsabilità, affrancandosi da una certa immaturità metodologica e dall’idiotismo autoreferenziale e settario che sin qui ne ha reso sterile l’azione, pur benemerita nelle intenzioni.
Ecco perché, a brevissimo, il nostro Presidente Gioele Magaldi- mentre nel frattempo continuano le trattative riservate con chi di dovere- metterà nero su bianco alcune interessanti e sapide “Lettere aperte” all’indirizzo sia di Casaleggio padre e figlio che dello stesso Beppe Grillo…
D’altra parte, altri importanti players (di ambienti distinti e apparentemente lontani l’uno dall’altro) della società romana si stanno facendo avanti per sostenere –con o senza il supporto del M5S- la candidatura di NINO GALLONI SINDACO DI ROMA…
Ci sarà da divertirsi.
UFFICIO DI PRESIDENZA DEL MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
(Articolo del 5 marzo 2016)
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