Nell’imminenza di un passaggio politico che verrà in seguito ricordato come epocale ed enormemente significativo per le sorti della contemporaneità, invitiamo alla lettura di
“Movimento Roosevelt: domenica a Gioia Tauro in scena la prima”, intervista del 12 giugno 2015 di Cristiano Ottaviani a Gioele Magaldi per VENTONUOVO.EU (clicca per leggere).
Nel rinviare al link soprastante per visionare il formato originale dell’intervista, pubblicato su www.ventonuovo.eu, ne riportiamo di seguito il testo integrale (emendato di alcuni refusi che, a breve, saranno corretti anche sul testo pubblicato per la testata VENTONUOVO):
(di Cristiano Ottaviani)
“Domenica a Gioia Tauro possiamo avere il nostro primo sindaco ” e Magaldi rilancia “ Siamo solo all’inizio”
Gioele Magaldi ci parla del Movimento Roosevelt. L’autore di “Massoni” è convinto: “occorre un’ alleanza tra i cittadini comuni e le avanguardie massoniche progressiste internazionali, contro le oligarchie neoaristocratiche”. La prima sfida domenica prossima a Gioia Tauro, dove il candidato roosveltiano Giuseppe Pedà potrebbe essere eletto Sindaco.
Dottor Magaldi, il Movimento Roosevelt vuole fare sul serio. Domenica potreste avere eletto a Gioia Tauro il vostro primo sindaco.
Si, concorriamo con Giuseppe Pedà. Con la sua elezione, Gioia Tauro verrebbe governata in maniera totalmente nuova rispetto al passato. Il nostro è un voto contro la criminalità organizzata, per la buona amministrazione e la valorizzazione del porto.
Il movimento Roosevelt è aperto ai membri di tutti i partiti. Sorprende questa vostra diretta partecipazione.
Noi, essendo un metapartito, non vogliamo essere concorrenti di altri soggetti politici. Il nostro statuto, però, prevede che, qualora sui vari territori vi siano delle competizioni dove i partiti tradizionali sono in bancarotta , possiamo concorrere direttamente con il nostro simbolo, formando liste o coalizioni Roosevelt.
La vostra scelta però è quella di essere, per lo meno in questa prima fase, un movimento trasversale ai partiti?
Ribadisco che siamo un movimento metapartitico. Si tratta di qualcosa di inedito, non solo per il nostro paese. Generalmente, la scena è occupata o da entità partitiche o da associazioni culturali che elaborano idee varie, con la speranza generica di trasmetterle al mondo politico e alla società civile. Noi siamo anomali perché, pur volendo incidere pesantemente sulla res publica e sulle istituzioni, abbiamo scelto di riunire i progressisti di ogni latitudine, prescindendo dai partiti in cui militano.
Che cosa vi unisce?
Sin da subito abbiamo avuto l’adesione di cittadini di varia matrice culturale e di esponenti nazionali, regionali e locali di quasi tutti i partiti. Ci unisce la volontà di restituire sostanza alla democrazia e di combattere qualsivoglia involuzione oligarchica e tecnocratica della governance italiana, euro-atlantica e mondiale.
La vostra natura metapartitica è un punto di forza?
Intendiamo la nostra trasversalità come qualcosa di limpido, conclamato e positivo. Non ci interessano inciuci e consociativismi di basso profilo, che potrebbero solo sminuire al ribasso la nostra azione politica. Vogliamo invece mettere insieme forze diverse, solitamente abituate a contrapporsi aprioristicamente, per realizzare grandi progetti comuni di interesse collettivo.
Ho sentito che il Movimento vuole avere le sue sezioni?
Si, perché vogliamo fare una politica concreta e solida e per questo è necessario presidiare minuziosamente il territorio. Vogliamo tornare a far vivere la politica come qualche decennio fa, quando la democrazia era sperimentata e sperimentabile ad ogni livello della polis. I cittadini, allora, partecipavano più attivamente alla vita pubblica, andando nelle varie sezioni di quartiere. Per noi è imprescindibile questo risveglio dell’anima democratica del popolo e ci stiamo organizzando per chiedere ai nostri aderenti di contaminare in questa prospettiva i partiti in cui militano. Ovviamente, bilanceremo la forte spinta verso i singoli territori con la dimensione internazionale che intendiamo assumere.
Per questo motivo vi siete definiti glocal?
Si, anche perché per decidere veramente occorre sapersi rapportare a contesti sovranazionali.
Che caratteristica deve avere chi aderisce al Movimento Roosevelt?
Per noi è indispensabile, a prescindere dalla eventuale collocazione partitica o dalle simpatie pregresse di chi chieda di tesserarsi, che si sottoscriva il nostro statuto. In particolare l’articolo tre, che illustra i principi e le finalità che guidano e guideranno la nostra azione.
Siete postideologici?
Esistono ideologie moribonde, come quella comunista e quella fascista (con le loro pseudo-derivazioni e ibridazioni: vedi il comunitarismo), i cui tardi epigoni sono ormai poveri di appeal presso l’immaginario collettivo e il vasto pubblico. Ma i movimenti senza idee hanno corto respiro e non sono in grado di avere strategie lungimiranti. Noi propugniamo perciò una fortissima e chiara ideologia democratico-progressista, anche se pensiamo che questa, proprio per la sua specifica natura aperta e dinamica, possa essere continuamente arricchita e perfezionata.
So che stanno cominciando ad aderire al movimento personalità importanti. Ho letto dell’economista Nino Galloni.
Nino Galloni non solo ha aderito ma, pochi giorni fa, ha accettato di far parte del nostro consiglio di presidenza. Era con me il 29 maggio a Gioia Tauro, insieme a Francesco Maria Toscano, il segretario generale del Movimento Roosevelt,, per sostenere l’innovativa candidatura a sindaco di Giuseppe Pedà.
Gioia Tauro è una sfida interessante, ma molto complessa. Si tratta di un comune con un porto di particolare valore strategico.
E’ un comune molto importante. Il suo porto ha un valore potenziale rilevantissimo e strategico per tutta l’area mediterranea. Noi abbiamo offerto, a tutti i candidati che intendevano concorrere alla carica di primo cittadino di questa comunità, la possibilità di fare parte del nostro progetto. Alla fine, solo Giuseppe Pedà ci è parso convincente e ha appoggiato l’ intera nostra piattaforma, accettando ufficialmente la candidatura del Movimento Roosevelt. Se sarà eletto, avremo uno straordinario prototipo politico da poter moltiplicare ovunque. Stanno già arrivando molte richieste, in vista delle elezioni comunali del 2016. Gioia Tauro è una sfida perché è un territorio difficile. Se riusciremo a fare bene in un contesto cosi complesso, sarà come la trasmutazione alchemica del piombo in oro e, a quel punto, diventerà difficile per gli osservatori nazionali e internazionali far finta di ignorare il nostro ruolo…
Ad integrazione dei contenuti di questa intervista, consigliamo la metabolizzazione (per chi ancora non l’avesse operata) anche di
“Verso il ballottaggio: la nota di Giuseppe Pedà”, pezzo del 2 giugno 2015 per InquietoNotizie (clicca per leggere)
“Grande affermazione elettorale della Coalizione Roosevelt”, articolo pubblicato il 2 giugno 2015 sul sito MR (clicca per leggere)
“Il Movimento Roosevelt diffida i media e i politicanti dal definire la Coalizione per Giuseppe Pedà Sindaco a Gioia Tauro di centrodestra. Pedà è il candidato democratico-progressista della Coalizione e del Movimento Roosevelt, qualcosa che va mille miglia al di là delle finte contrapposizioni e del reale consociativismo antidemocratico di sedicente sinistra e sedicente destra calabrese e italiota”, articolo pubblicato sul sito MR il 9 giugno 2015 (clicca per leggere)
“Discorso di Gioele Magaldi a Gioia Tauro del 29 maggio 2015”, video pubblicato il 10 maggio 2015 sul sito MR (clicca per visionare)
“Coalizione Roosevelt per Gioia Tauro: l’importanza prototipica di un esperimento epocale di alchimia politica, economica, sociale e ideologica”, articolo pubblicato sul sito MR il 10 giugno 2015 (clicca per leggere)
REDAZIONE DEL MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
(articolo del 13 maggio 2015)
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Intervista di Cristiano Ottaviani a Gioele Magaldi sulle Elezioni comunali di Gioia Tauro e sulla traiettoria politica del Movimento Roosevelt
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