Magaldi: il "fratello" Trump difenda l'Italia dall'Ue e dalla Cina, se vuole essere rieletto alla Casa Bianca con l'appoggio della massoneria progressista come nel 2016
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- Categoria: Ufficio Stampa
- Pubblicato: Mercoledì, 08 Luglio 2020 07:41
- Postato da Redazione Movimento Roosevelt
«Se vuole, Donald Trump sa essere molto sollecito nel recepire le nostre indicazioni, pubbliche e riservate: abbiamo infatti apprezzato il richiamo a Martin Luther King che ha espresso il 4 luglio nel suo discorso ai piedi del Monte Rushmore». Parola di Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt e portavoce italiano del network massonico progressista sovranazionale. «Sono stati proprio personaggi come Martin Luther King a "fare grande l'America", insieme a Roosevelt e ai Kennedy: Trump non è come loro, ma nel 2016 la massoneria progressista lo appoggiò in modo decisivo, preferendolo a Hillary Clinton. Se ci tiene a essere rieletto con il nostro appoggio - avverte Magaldi - si impegni a farla "tornare grande" davvero, l'America: recuperi il terreno perduto, a livello geopolitico, dall'insipiente Obama, a cominciare dall'Europa e dall'Italia: con l'aiuto americano, il nostro paese può essere il punto da cui far ripartire un vero progetto europeo, pienamente democratico e social-liberale, che sappia far dimenticare l'austerity imposta dai sovranismi franco-tedeschi pilotati da élite massoniche di segno reazionario, più affini all'oligarchia cinese e alla "democratura" di Putin che non al liberalismo dei diritti democratici».
Parole esplicite, che Magaldi - autore del bestseller "Massoni" (Chiarelettere, 2014) - affida alla nuova trasmissione "Pane al pane", condotta da Marco Moiso in web-streaming su YouTube. «Proprio Martin Luther King - ricorda - sarebbe potuto diventare il vicepresidente degli Stati Uniti, se non fosse stato ucciso insieme al candidato alla presidenza, Bob Kennedy». Era il "ticket" su cui puntava la massoneria "rooseveltiana", che tanti anni dopo - archiviata «la fiction del terrorismo globale recitata dai Bush» e le ambigue ipocrisie finto-democratiche di Obama e Hillary - ha scommesso sul "cavallo pazzo" Donald Trump, «massone né progressista né reazionario», utile però per sparigliare le carte e spiazzare gli avversari, progressisti solo a parole, con un rilancio dell'economia che ha premiato i lavoratori americani. Bene ha fatto, Trump, a citare Martin Luther King - dice Magaldi - per smarcarsi dalle accuse strumentali di chi gli rinfaccia di non aver fatto nulla per eliminare il razzismo che ancora serpeggia in vasti settori della polizia. «Un problema rispetto al quale Obama, il primo presidente "nero", in otto anni di presidenza non ha fatto assolutamente nulla: e questo va ricordato, per onestà intellettuale».