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Magaldi: la politica allo sbando corteggia Draghi, sperando di archiviare l'incubo della paura e il disastro nazionale provocato da Conte

Il presidente del Movimento Roosevelt: mentre si annuncia un possibile cambiamento di portata storica, è scandalosa la nomina all'Oms di Mario Monti, vero demolitore della sanità italiana, propiziata dal partito "cinese" nel quale milita anche il massone reazionario Romano Prodi

 

«La politica italiana sta platealmente corteggiando Mario Draghi, in veste di ipotetico salvatore della patria, dopo il disastro nel quale Giuseppe Conte ha sprofondato il paese, abusando del lockdown, senza poi riuscire a risollevare l'economia con adeguati interventi per dare ristoro a famiglie e aziende». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt ed esponente italiano del circuito massonico progressista sovranazionale, vede avvicinarsi l'ora di Mario Draghi, crocevia decisivo per il destino dell'Italia: «Lo stesso Draghi - come peraltro richiestogli - sta ben attento a non cedere a nessun compromesso al ribasso: sarà spendibile solo per fare grandi cose, in grado di capovolgere la situazione». Ovvero: liberare l'Italia dalla doppia schiavitù della quale è prigioniera: il ricatto della paura, costruito da Conte col pretesto della pandemia, e la sudditanza rispetto a un'Ue che, «con i quattro baiocchi del Recovery Fund (neppure investiti in modo strategico, ma sprecati in maniera malamente assistenziale) ci costringerà a pagare il conto, salatissimo, dell'ennesimo "debito cattivo"». Lo ha spiegato al Meeting di Rimini «proprio quel Draghi che, a marzo, sul "Financial Times", propose un ben diverso orizzonte: e cioè, fronteggiare la crisi planetaria innescata dal virus emettendo miliardi a fondo perduto, destinati a non trasformarsi affatto in debiti da ripagare».

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