L’iniziativa 100.000 POETI PER CAMBIARE (100 thousand poets for change) si propone come global event cui si può aderire da qualsiasi parte del mondo, per un'azione simultanea che è insieme espressione artistica, azione politica, meditazione mistica, pura poesia. Per i dettagli su questa iniziativa mondiale, animata da Michael Rothenberg e Terri Carrion, visitate sito http://100tpc.org/.

 Qui vogliamo ribadire che si tratta di un’idea che riporta il vento meraviglioso e sempre nuovo della contestazione ravvivando un fuoco che cova ancora sotto le braci, senza nostalgia ma, piuttosto, con azione presente che riporta in vita il clima degli anni di quando fare un reading di poesia significava non tanto esibire sé stessi quanto condividere uno stato d’animo di libertà, di avversione all’establishment che pensa soltanto in termini di crisi economica, shock petrolifero, guerre imperialiste, sfruttamento delle risorse e tutte queste cose nefande che sono purtroppo attualissime.
La contestazione è stata un momento di coscienza civile e di rivalsa della gente comune, importantissimo per il secolo scorso, e che però venne sepolta dalle nuove perfide modalità di utilizzo della propaganda che ne stravolse i valori trascinandoli forzatamente al divismo e agli eccessi, il modo per rompere la solidarietà di gruppo che era stata il detonatore della “rivoluzione psichedelica” dei gloriosi anni Cinquanta e Sessanta. Qualcuno ricorderà la scritta che campeggiava sui muri in riferimento alla deriva degli anni ’70 e ’80: “Dopo il freddo degli anni di piombo, godiamoci il calduccio di questi anni di merda”. Operazione tutt’altro che ingenua: i lettori del libro di Gioele ritroveranno in “The crisis of democracy” la geometria inesorabile di questo disegno e nei libri di Huxley e di Orwell la spiegazione dei metodi.
Come dimostrano la nuova letteratura emergente e il moltiplicarsi degli studi su questo periodo, non si tratta di riproporre una vecchia moda con tono di nostalgia (come vorrebbe la stampa ufficiale, che così presenta questi eventi quando distrattamente se ne occupa), ma di adoperarsi per riprendere la lotta per i diritti.
Parliamo chiaramente di una lotta non violenta, di una lotta per l’emancipazione dalla subalternità, per l’estensione dei diritti umani, per la salvaguardia del welfare state, per smascherare ogni forma di condizionamento e che quindi riteniamo estremamente prossima e congruente con la sensibilità del Movimento Roosevelt.
Per queste ragioni vi segnaliamo l’iniziativa mondiale animata da Michael Rothenberg e Terri Carrion, che potrete vedere in maggior dettaglio attraverso il sito http://100tpc.org/.  Aderire significa entrare in contatto con un’azione che nello stesso giorno si svolge in centinaia di luoghi della terra (ah! i readings alla Allen Ginzberg, con meditazione attiva e recitazione di mantra!), con forme proprie in ciascun luogo ma con un comune sentire che è dato dall’intendimento di offrire azioni, gesti e parole  alla libertà incondizionata e alla suprema e sublime liberazione di tutti gli esseri in qualsiasi luogo dello spazio e del tempo.
L’adesione è libera e non costa nulla. Qui trovate la locandina dell’evento che io gli amici siciliani realizzeremo sull’Etna, il prossimo 24 Settembre.
Con l’occasione, rilanciamo il filmato che l’anno scorso, anche qui come espressione di 100 THOUSAND POETS FOR CHANGE abbiamo realizzato con l’apprezzato intervento, tra gli altri, di Daniele Poli (fotografia), Alessandro Marcelli (immagine cinetica) e Mario Mariani (musiche).

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Tutto questo per dire che l’espressione politica può assumere forme nuove e antiche, che ci riportano ad un’avanguardia mai del tutto compresa e che è il sale per contestare le posizioni di regime del potere, per aprire la mente e disporre in modo differente il nostro animo alla vita sociale, per una nuova stagione d’impegno.Engagé-vous!

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