Arthur Schlesinger JrArthur Meier Schlesinger Jr. (Columbus, 15 ottobre 1917 – New York, 28 febbraio 2007) è stato uno storico e saggista statunitense. Due volte vincitore del Premio Pulitzer, fu un attivista e commentatore politico nonché uno dei più influenti critici sociali del Novecento.

Figlio di Arthur Schlesinger Sr. (1888 – 1965), autorevole storico e docente alla Ohio State University e all'Università di Harvard, fu prepotentemente influenzato dalla figura paterna tanto da laurearsi nel 1938 proprio presso l'Università di Harvard, dove il padre insegnava, divenendone poi a sua volta professore di storia dal 1946 a 1961. Dopo alcuni anni di fermo dall’insegnamento, nel 1966 riprende la docenza alla cattedra di storia della City University di New York diventandone professore emerito nel 1994.

È conosciuto per aver analizzato, in tutte le sue forme, il liberalismo statunitense, visto attraverso l'opera di eminenti personalità del mondo economico e di alcuni presidenti, o aspiranti tali, come ad esempio Franklin Delano Roosevelt, John Fitzgerald Kennedy, Robert Kennedy. È famoso anche per aver coniato il termine “imperial presidency”, riferito all'epoca della presidenza di Richard Nixon.

Uno dei principi fondanti del suo pensiero è stato quello secondo cui le persone dalla forte personalità sono in grado di mutare il corso degli eventi e di conseguenza della storia. La sua figura di storico e commentatore, fra i più influenti del XX secolo, non è stata, però, esente da critiche, più o meno aspre, soprattutto in relazione al suo rapporto e alla sua vicinanza con almeno tre esponenti della famiglia Kennedy, per i quali curò come consigliere le campagne elettorali presidenziali.

In particolar modo con John Fitzgerald Kennedy si instaurò un forte legame di amicizia oltre che di collaborazione: nel lasso di tempo in cui il leader democratico ricoprì il mandato presidenziale Schlesinger Jr. fu redattore di tutti i discorsi presidenziali, conosciuti come dialoghi "della Nuova Frontiera", raccontando dettagliatamente con dovizia di particolari tale periodo vissuto alla Casa Bianca nel libro “A thousand days” pubblicato nel 1965.

Ispirato da sentimenti anticomunisti al tempo del maccartismo, poi avvicinatosi ad una visione più liberal della politica, pur senza rimanere schiavo del politically correct, è stato stimato dai più per la schiettezza con cui ha saputo criticare certi aspetti della società americana. Ad esempio nel suo ultimo scritto “War and the American presidency” del 2004 non ha mancato di muovere forti critiche rispetto alla politica estera dell’amministrazione Bush, soprattutto riguardo alla guerra in Iraq da lui definita "un orribile disastro".

Dagli anni ottanta in poi si è occupato principalmente, con posizione assai critica, del cosiddetto multiculturalismo di cui fu uno dei più ferventi oppositori raccogliendo le sue teorie in materia nel libro “The disuniting of America: reflections on a multicultural society” dato alle stampe nel 1991.

Autore di oltre 28 opere, tra libri e saggi, di Schlesinger Jr vanno sicuramente ricordate in particolar modo: “The vital center: the politics of freedom” del 1949 che costituì, senza ombra di dubbio, una delle pietre militari per le politiche riguardanti il cosiddetto New Deal avviato sotto la presidenza di Franklin Delano Roosevelt (libro che, però, non fu esente da critiche perché si parlò di capitalismo non stabilizzato specie da parte di coloro, vedi Henry Wallace, che intravedevano una possibile coesistenza tra il capitalismo e il comunismo); “The age of Jackson” in cui viene analizzata la presidenza di Andrew Jackson oltre che dal punto di vista strettamente politico anche da quello culturale, sociale ed economico e che nel 1946 gli valse il Premio Pulitzer per la storia; “The crisis of the old order” con il quale nel 1958 si aggiudicò il prestigioso Premio Bancroft e il già citato “A thousand days”, forse il suo lavoro più noto, che gli permise di aggiudicarsi per la seconda volta il Premio Pulitzer.

Stretto fu il suo legame con il nostro paese, l’Italia: Gaetano Salvemini, chiamato ad Harvard dal padre, è stato una figura fondamentale nella formazione giovanile di Schlesinger Jr. perché gli trasmise quegli ideali di libertà ed uguaglianza che hanno poi contraddistinto tutta la sua esistenza e che, ad esempio, hanno caratterizzato tutti i discorsi presidenziali scritti per John Fitzgerald Kennedy. Durante la Seconda Guerra Mondiale da militare collaborò con l'OSS (l'agenzia di spionaggio americana che fece da precursore alla CIA) visitando a conflitto finito l’Italia invitato da Tullia Zevi, conosciuta nel 1940. In questo periodo entrò in contatto con Pietro Nenni e Giuseppe Saragat e appoggiò l'intervento della CIA per evitare la vittoria comunista nelle libere elezioni del 1948. Fu sempre vicino alle vicende politiche italiane mantenendo rapporti con ambienti vicini al Partito Socialista Italiano ed al Partito Social Democratico Italiuano. Il presidente Kennedy affidò a Schlesinger Jr. il compito di valutare la politica americana verso l'Italia: sostenne pertanto il progetto del centro-sinistra, che aveva come leader al centro Amintore Fanfani e Aldo Moro e a sinistra Pietro Nenni, Ugo La Malfa e Giuseppe Saragat, ma fu ostacolato e osteggiato in questo da tutti i burocrati del Dipartimento di Stato, dall'opposizione conservatrice e dai comunisti italiani.

Nel corso della sua vita Schlesinger Jr. è stato sposato due volte, la prima con la scrittrice Marian Cannon e la seconda con Alexandra Emmet, e padre di cinque figli. Solo il primogenito Stephen ha seguito le orme paterne occupandosi di scienze sociali e affari esteri.

Morì all'età di ottantanove anni per un arresto cardiaco che lo ha colpito mentre si trovava a cena in un ristorante di Manhattan (New York) con la propria famiglia.

Amava sostenere e affermare, a più riprese, che se si vuole sopravvivere occorre:

"..avere idee, una visione complessiva, e coraggio. Tutte cose che difficilmente possono essere programmate. Quel che concerne la vita intellettuale e morale di ciascuno di noi ha principio da un individuale confronto con la propria mente e con la propria coscienza" Arthur Meier Schlesinger Jr.


CITAZIONI


"Il liberalismo considera tutti gli assolutismi con profondo scetticismo, inclusi entrambi gli imperativi morali e le soluzioni finali, L’insistenza su una particolare soluzione è il tratto distintivo di un ideologo" Arthur Meier Schlesinger Jr.

"Eguaglianza significa dare a ognuno le stesse opportunità, o di raggiungere una certa condizione, o di ottenere alcuni risultati. John Randolph, uno dei primi politici americani, diceva che libertà ed eguaglianza erano incompatibili. Io sono dell'opinione che ogni principio, portato alle sue conseguenze estreme, può diventare inconciliabile con altri fondamenti. Si tratta di armonizzarli in una visione totale" Arthur Meier Schlesinger Jr.

"Se l'elettorato è bene informato, perché c'è libertà di parola e di dibattito, il consenso espresso con le schede non rappresenta una somma, ma il risultato di opinioni illuminate" Arthur Meier Schlesinger Jr.