Carissime Sorelle, Fratelli, buoni Cugini,

sento la necessità di esporre alcune riflessioni a voi e a tutti coloro che si sono avvicinati con cuore sincero al Movimento Roosevelt italiano nel momento della sua nascita. Si troveranno racchiuse in questa triplice tavola, tre osservazioni che saranno pubblicate in sequenza successiva e che attengono: 

  1. al rapporto tra politica e idea di emancipazione spirituale;

  2. alla pochezza della natura umana e ai limiti causati dal profilo negativo dell'individualismo, l'ombra lunga dell'egoismo e corta nella smania dell'io;

  3. al legame tra azione collettiva e cammino iniziatico.

Queste riflessioni, attese da tempo, non sono ancora scaturite. Essendo già trascorso un tempo di maturazione, è sorta la necessità di esprimerle, per consentire di fare emergere idee che non possono oltre rimanere implicite e che hanno la potenzialità di recuperare la spinta d'origine, lo “Spirito di Perugia”, con evidente riferimento all'Assemblea di fondazione.

Il MR è stato l'occasione fantastica per fare incontrare persone straordinarie, che non sarebbero forse mai entrate in contatto tra loro, offrendo l'opportunità di realizzare una preziosa rete nazionale. Se su questi fili è passato del veleno (vitriol), questo può ancora essere cambiato in medicina (vitriolvm). Con staffilate di fuoco, se si deve: Sanitas Nix Hasta.

Saluto quanti hanno preso parte al ritiro mistico che abbiamo celebrato sull'Etna in questo Equinozio d'Autunno e quanti (veramente tanti!) pur non presenti per motivi di tempo o di lavoro, hanno seguito o anche semplicemente avvertito con il cuore questo evento. Grazie anche a quelli che lo hanno omesso, rimosso o ignorato, perché non hanno potuto nuocere.

Vorrei dunque che la percezione dell'importanza del MR come rete di rapporti fosse nitida per tutti, e che tutti operassero, sia sul piano concreto che su quello astrale, per preservarla. A Gioele dobbiamo la scintilla insostituibile, la scaturigine di questa tensione. Adesso occorre che la scintilla faccia attecchire bene i legnetti leggeri, che il fuoco si accenda, che arda la legna e che siano rigettati i ceppi troppo umidi o ancora troppo acerbi, che siano rifiutati in discarica i residui plastici che danno fumo tossico e gli altri scarti inorganici di produzione industriale. Nel far ciò, che ognuno operi sulla propria coscienza per recidere le catene di ferro che sempre inchiodano lo spirito al legno degli inganni e della vanità.

È un lavoro sull'anima, per chi lo intende rettamente. Fuori da questa condizione, non v'è motivo.

Sub Umbra Alarum

יהוה



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