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Pubblichiamo un interessante articolo di Daniele Poli, tra i soci fondatori del Movimento Roosevelt e Segretario (eletto) della Sezione MR di Milano intitolata ad Enrico Mattei.
Scrive dunque Poli:
"Immaginando di far accapponare la pelle a molti, con questo titolo, e forse ai diretti interessati in primis, mi accingo ad argomentare questa strana tesi.
Innanzitutto, premetto che, come Movimento Roosevelt di Milano, gruppo intitolato ad Enrico Mattei, tempo fa, durante un'emergenza umanitaria legata all'immigrazione, avevamo fatto una raccolta fondi per intervenire sul territorio. Poi l'emergenza era velocemente rientrata, grazie alle politiche della nostra giunta.
Adesso, a Milano, grazie al rientro forzoso di esuli cacciati da Germania ed Austria, si sta ricreando una situazione simile, segno anche che l'idea "facciamoli entrare, tanto poi vanno altrove" non è né politicamente né eticamente accettabile: quindi riprenderei in mano quanto prospettato in passato.
Cos'è cambiato, nel frattempo?
Si sono imposte delle prese di posizione di Matteo Salvini, il quale, cercando anche antipaticamente di mettere regole a un meccanismo fuori controllo, non collide con una visione a favore dei diritti umani.
A mio avviso, il fatto di regolare i flussi ed aiutare le persone è la chiave per affrontare il problema.
A modo loro, con approcci e ruoli diversi, sia Majorino che Salvini stanno cercando, sporcandosi le mani, di organizzare un sistema sostenibile, in maniera più empatica e mite primo; in termini apparentemente più ruvidi il secondo.
Riconosco tuttavia a Salvini più umanità di quanta non venga comunemente raccontata dai media mainstream, e a Majorino più pragmatismo di quanto non traspaia dal racconto dei suoi detrattori, tant'è che Milano è una città multi-etnica e piuttosto sicura.
Il piano che proposi in sede MR per la tematica dell'immigrazione era la creazione di hotspot sotto l'egida dell'ONU in zone limitrofe a quelle che garantiscono la protezione internazionale, questo per avere una pronta identificazione delle persone e partenze con mezzi sicuri.
Il viaggio è un argomento fondamentale di questo discorso perché, se già un migrante parte da una situazione difficile, attraversare un continente tra schiavisti, profittatori, stupratori e stenti vari, mette questi poveri malcapitati nella quasi certa condizione di una persona soggetta a traumi psichiatrici, il che andrà a creare ulteriori problemi e costi di gestione. E anche questo non va taciuto: ecco perché trovo deprecabile incentivare il naufragio volontario.
Parallelamente, ritengo che un piano Marshall per l'Africa e una cancellazione del debito africano siano l'unica soluzione possibile per fare "quell'aiutiamoli a casa loro" tanto decantato ma poco concretizzato, e che per questo il MR intende rilanciare, secondo la prospettiva disegnata in Nel segno di Palme, Rosselli e Sankara e contro la crisi della democrazia in Italia, Europa, Africa e a livello globale......
Non va poi sottovalutato che l'emigrazione di tante persone rappresenti un'ulteriore depauperazione dell'Africa, sia in termini umani ed economici che ambientali, perché l'abbandono delle terre favorisce la desertificazione.
Citando Gianfranco Pecoraro (Carpeoro: alto dirigente MR) quando dice che "il Movimento Roosevelt è contro la povertà", vorrei sottolineare che ciò implica anche scelte pragmatiche, oltre che etiche.
Ricorderei, infatti, che molti immigrati regolari sono i primi a scagliarsi contro l'immigrazione selvaggia. Questo, per vari motivi.
Certamente ci sarà chi, raggiunto un certo benessere, può dimenticarsi di o persino disprezzare/rimuovere le proprie origini. Però ci sono altri fattori in campo: ad esempio il fatto che, accettate le regole della convivenza civile italiana, si sia naturalmente portati a condannare chi le aggiri in maniera delinquenziale. E il fatto che alcuni, sposando il nostro sistema di vita e la nostra legalità, non vogliono correre il rischio di sentirsi accomunati con delinquenti.
Delinquenti che, con l'attuale sistema burocratico e anche assistenziale, sono destinati ad aumentare. Questo perché la politica delle sovvenzioni dura fino a che è attiva la richiesta d'asilo, ovvero almeno due anni (la burocrazia è sempre la nostra e dà adito ad abusi), nel corso dei quali una persona può sentirsi sperduta, facile preda di mafie e caporalati vari, per poi essere abbandonata in mezzo a una strada, quale che sia l'esito della risposta (positiva o negativa).
Per inciso, appare opportuno ricordare che oggi ci sono meno reati di vent'anni fa, e alimentare le nevrosi collettive può diventare pericoloso, ma non si può nemmeno snobbare la percezione di insicurezza sociale di molti italiani rispetto al tema migranti.
In questo percorso, poi, l'esule si trova incanalato in un circuito economico fatto di rimborsi ad associazioni varie: di queste alcune meriterebbero il Nobel, altre la galera anche prolungata, come si è visto con qualche inchiesta.
Questa situazione può avere diverse letture, ma sarebbe scorretto non prendere in considerazione il fatto che tra gli elettori della vecchia Lega c'erano molti immigrati di seconda generazione, come ce ne sono adesso in quella guidata da Salvini.
Ovviamente, chi sta scappando dalla fame, dalla guerra e dal rischio di morte merita ogni umana comprensione e solidarietà.
Ultimo, ma non ultimo per importanza, le responsabilità per l'intervento in Libia dell'Europa. Responsabilità di Sarkozy, di Cameron, di Obama (che almeno ha ammesso l'errore), di Berlusconi e La Russa che, con il loro 'machismo' e 'opportunismo', si sono prontamente piegati a voleri evidentemente più alti.
Ancora in atto, e quindi più controverse, la guerra in Siria e poi tutte le tematiche mai estinte del neocolonialismo.
In questo triste quadro, va riconosciuto a Salvini che costringere le autorità africane alle proprie responsabilità restituisce loro, indirettamente, maggiore dignità.
In termini realistici, mi pare che il 'contratto' firmato da Giuseppe Conte si possa definire un mezzo fallimento: basta vedere, per l'appunto, i rientri da Austria e Germania. Ma almeno gli do atto di aver provato una strada diversa e, forse, la prossima volta saremo più attenti e decisi. A questo proposito, ritengo importante trovare una certa coesione nazionale, e lo dico da non nazionalista.
In questo frangente ritengo importante, anche simbolicamente, dare un sostegno alle persone che adesso si trovano accampate a Milano, specialmente, ai soggetti più deboli.
Per chi volesse partecipare, a diverso titolo, rimango a disposizione".

Daniele Poli
Segretario della sezione MR Milano-Lombardia "Enrico Mattei"


P.S. 1: sul tema immigrazione, si legga anche Magaldi: i falsi amici dei migranti che hanno piegato l'Italia.
P.S. 2: appuntamento, per tutti, per parlare di questi e altri temi di stringente attualità, alla giornata rooseveltiana di sabato 14 luglio, a Roma, su cui vedi:


REDAZIONE MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)



(Articolo dell'11 luglio 2018)