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Articolo di Francesco Maria Toscano da "Il Moralista" del 2 novembre 2014

 

Ma voi credete che io non sappia che l’euro così per come è stato concepito altro non è se non uno strumento di morte usato a mo’ di bastone per colpire le classi più deboli? Ma voi per davvero credete che mi sfuggano i limiti di questa globalizzazione ipocrita e meschina che pretende di uniformarci tutti al ribasso? Ma credete per davvero che io non colga la sottile malvagità insita nella retorica di chi, facendo finta di combattere per i diritti civili, condanna generazioni intere alla fame e all’esclusione sociale nel nome di un malinteso concetto di “libero mercato e libera concorrenza”? Voglio dire con chiarezza a tutti i miei lettori, specie a quelli che in momenti di sconforto hanno voluto dipingere il nascente Movimento Roosevelt alla stregua di una operazione di “gatekeeping”, che non soffro di miopia né di ignavia.

Ho più volte tentato di spiegare come il sistema costruisca dialettiche finte per conservare un controllo vero delle dinamiche di potere. “Comunisti/Berlusconi”, “Giustizialisti/Garantisti”, “Nuova Politica/Prima Repubblica”, “Debito Pubblico/Rigore nei conti” hanno costituito infatti  i pilastri intorno ai quali i padroni hanno recentemente blindato alcune linee di indirizzo infami. Naturalmente, poi, il concreto alternarsi al governo fra “Berlusconi e i comunisti” garantiva una continuità di indirizzo politico nascosta proprio da una pacchiana quanto recitata inimicizia mediatica. Per fare in pace le stesse cose nel buio bisogna infatti fingere di colpirsi alla luce. Ma poi, al fondo, l’ossessione per il “debito pubblico”, il bisogno di migliorare “la competitività” e la sottoscrizione di Trattati infami sul piano internazionale non hanno riguardato tanto la destra quanto la sinistra? Quindi, ad essere precisi, la costruzione di dialettiche finte ed epidermiche non permetteva di fatto la realizzazione di un disegno unitario coinvolgente tanto Berlusconi quanto D’Alema? Chiaramente sì. Oggi, evaporati i vecchi fantasmi, il sistema sente di nuovo il bisogno di occultare le questioni importanti sotto un mare di parole vuote. Quindi? Quindi i soliti architetti provvedono a sostituire le vecchie suggestioni con le nuove, affinando gli strumenti manipolatori di sempre. Quali sono ora le nuove finte contese obnubila-popolo preparate per togliere la vista e annebbiare la mente delle persone sane e in buona fede? Sono fondamentalmente due: “Nuova sinistra riformista” (Renzi) contro “Old labour dal sapore novecentesco (Fassina, Bersani)” e “Euro si (il sistema) contro Euro no (l’antisistema)”. Queste semplificazioni, efficacissime in tempi di comunicazione di massa, servono per attizzare le rispettive tifoserie ed impedire il diffondersi di un pensiero terzo articolato e serio in grado in prospettiva di contare politicamente. Se poi pensate che le posizioni della “sinistra estremista” vengono fatte recitare a personaggi del calibro di Stefano Fassina, già vice ministro all’Economia nel governo Letta, nonché a Pierluigi Bersani, già segretario di quel Pd che permise la nomina a premier di Mario Monti, schiavista reazionario come pochi al mondo, non vi sarà difficile smascherare il bluff. Allo stesso modo, i vari Salvini e Maroni, uniti alla Meloni e ad Alemanno, cercano adesso di intestarsi il dissenso anti-euro dopo avere per anni appoggiato il progressivo svuotamento della nostra democrazia nel nome del “mito europeo”.  Ma come fate a non vedere che questa gente mette in scena lo stesso teatrino interpretando ruoli differenti? Salvini, oggi all’opposizione, gioca a fare il rivoluzionario, salvo riscoprirsi improvvisamente “responsabile” una volta entrato a far parte di una futura squadra di governo. Non fece così pure il suo mentore Bossi, noto aizza-popolo acquietatosi insieme a tutta la famiglia una volta conquistato un briciolo di potere?  E che dire della Meloni e di Alemanno, già ministri di un governo fanaticamente pro-euro, oggi riscopertisi nemici implacabili della tecnocrazia globalizzata? Ma come fate a non cogliere la strumentalità di alcune piroette? Certi tipi, bravi a recitare tutte le parti in commedia, hanno capito che occorre occupare uno spazio politico per paralizzarlo. La contrapposizione semplicistica e primitiva (euro sì/euro no) è essenziale per consentire a tutti loro di poter cambiare posizione di continuo senza il fastidio di dover spiegare nulla. Ai tifosi infatti basta la fede. Il Movimento Roosevelt, invece, non vuole allevare pecore che belano ma uomini che pensano. Provando a convincere tutti del fatto che il marketing politico è nemico della verità. Una forza politica seria e credibile è sempre il risultato di un fermento culturale solido e attrezzato, e non delle estemporanee furbizie di qualche leader d’accatto. Il Movimento Roosevelt, sintesi sul piano politico di un pensiero strutturato che va da Keynes a Rawls, capace di conciliare la libertà del singolo con la costruzione di una società che crede nel valore dell’uguaglianza (non solo formale), e di riscoprire l’importanza di un potere pubblico in grado di arrestare la sbornia “mercatista” in atto, rifuggendo però le tentazioni di chi rimpiange vecchi modelli autoritari già condannati dalla storia, è quanto di meglio oggi la politica possa offrire. Francesco Maria Toscano

2/11/2014

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