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Londra,  Giovedì 3 Marzo 2016.

Per noi del Movimento Roosevelt la politica non è un fine: non ci interessano nomi, cariche o poltrone. A meno che un dato incarico non possa davvero essere utile al servizio della collettività.
Per noi la politica è un mezzo. La politica per noi è uno strumento per cambiare la società secondo una visione che noi definiamo social-liberale in quanto capace di coniugare le responsabilità dell’individuo verso la collettività con i diritti dell’individuo di perseguire i propri legittimi talenti, interessi e profitti.

Ispirati da J.M. Keynes, ci troviamo spesso a dire che dobbiamo saper leggere il ‘particolare’ per risalire al ‘generale’; dobbiamo quindi capire il vissuto delle persone, a livello umano, se vogliamo poi impegnarci in una proposta politica che ne regolerà la vita.

Oggi, in un momento storico complesso, in cui gli ‘animal spirits’ (individuali, oltre che imprenditoriali) spingono le persone ad un atteggiamento egoistico e di rivalsa verso la collettività, è ancora più importante cercare di non fermarsi alle apparenze e capire da dove provengono queste pulsioni retrograde ed antistoriche.

La situazione è complessa:

In America, Donald Trump molto probabilmente sarà il candidato del partito repubblicano alle prossime elezioni. Certo il fenomeno Donald Trump è un fenomeno complicato, ma quello che ci interessa sono i suoi supporters. I supporters (e lo staff di Donald Trump) concordano con frasi di Mussolini, o Hitler e le scambiano per affermazioni del tutto plausibili del loro candidato.

In Italia siamo convinti che gli americani siano poco acculturati, ma proprio ieri un sondaggio del Corriere della Sera web ci diceva che il 51% dei votanti (italiani) considerava Donald Trump un candidato adatto ad occupare la Casa Bianca.

Nel Regno Unito ci si prepara a votare il referendum sulla Brexit. Le ricerche di mercato ci dicono che l’estrazione socio-culturale di chi supporta la Brexit è particolarmente bassa. Inoltre, usando le nuove ‘reazioni’ di Facebook per analizzare chi è  arrabbiato nei confronti dei post della pagina ‘Stronger in Europe’ , ci rendiamo conto che sono le persone anziane o con un background svantaggiato ad essere più animatamente contrarie all’Unione Europea.

Sia i supporters di Donald Trump che i supporters della Brexit sono quelli contrari anche all’immigrazione, all’intervento statale nelle dinamiche economiche ed al welfare in generale. I supporters di Brexit, e Trump sono tutti elettori CONTRO, non sono elettori VERSO: e sono contro tante di quelle conquiste sociali che hanno reso unico e migliore il modello culturale occidentale.

Ma perché  i cittadini degli Stati Uniti (prima democrazia moderna al mondo) e i cittadini inglesi (primo Welfare State al mondo) sono animati da cosi forti pulsioni egoistiche?

Non è facile analizzare le molteplici forze che hanno concorso nel creare questa nuova mentalità.

Da una parte, come dice Giorgio la Malfa nel suo ultimo libro “John Maynard Keynes”, Feltrinelli, Milano 2015, con la caduta di certe ideologie sono andate perse alcune precondizioni, anche indirette, della spinta occidentale verso il socialismo liberale e democratico , contrapposto al socialismo reale, massimalista e tirannico delle società comuniste.


D’altro canto, abbiamo visto come siano proprio le fasce meno agiate della società a sostenere le posizioni più conservatrici.
A queste fasce meno agiate, in passato, è stata promessa la possibilità di raggiungere standard di vita migliori. Oggi, invece, viene detto loro che non sarà più possibile conseguirli.

Di fatto, questa è la prima generazione che non ha aspettative di vita migliori della generazione precedente.

Più che animare e cavalcare egoismi e sentimenti di rivalsa, il Movimento Roosevelt si deve invece far carico del desiderio di benessere ed affermazione di queste persone.

Per dirla in parole povere: nessuno si preoccuperebbe del vitalizio dei politici, se avesse accesso ad una pensione decente. Nessuno si preoccuperebbe dell’immigrazione, avendo casa, lavoro e ordine pubblico garantiti.

Invece di parlare di vitalizi ed immigrazione, il MR si impegni a discutere di ciò che davvero può cambiare la vita delle persone, non dei surrogati che animano la discussione politica. Così facendo, e rimettendo le persone al centro della politica, siamo convinti di poter ricostruire una visione di società capace di ispirare e motivare tanto quanto le ideologie del passato. Anzi, meglio, perché come direbbe Gioele Magaldi: “C’è un’unica ideologia che non è mai morta e anzi ha un grande avvenire davanti a sé: l’ideologia democratico-progressista…”

Rimettendo le persone al centro di economia e finanza siamo convinti di ricreare un senso di eticità nel business e nella finanza che in certi casi sembra sia andato perduto.

Una volta che le persone si sentiranno sicure, capaci di sperare e lavorare per un futuro migliore, saremo capaci di riappropriarci di tutti quei valori che sono andati persi perché sopraffatti da istinti, egoismi e desiderio di asservimento dei pochi in danno dei molti.

MARCO MOISO, Supervisore MR per Londra

(Articolo del 3 marzo 2016)

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