Tale raccomandazione e preghiera viene direttamente dal nostro leader, che è anche tra i massimi ispiratori del Movimento Roosevelt.
"Destra, Centro, Sinistra e Movimento Roosevelt", articolo scritto a beneficio di Djibri El e Sergio Di Cori Modigliani e di tutti gli altri amici rooseveltiani
Cara Djibri El, non è che destra e sinistra siano categorie superate. Sono categorie molto confuse. Sono confuse le persone che le adoperano e confuse in se stesse, logorate da secoli di uso improprio. Tant'è che qualcuno pensa che la destra sia il fascismo e le sue derivazioni e la sinistra il comunismo e i suoi epigoni. Poi c'è chi parla di destra e sinistra moderata, facendo riferimento rispettivamente ai liberal-conservatori da un lato e alle correnti varie della socialdemocrazia dall'altro, aumentando ancora la confusione. In realtà, i concetti di destra e sinistra vengono inaugurati a fine '700 in seno alle prime assemblee parlamentari rivoluzionarie francesi. E siccome alcuni parlamentari sedevano a destra, al centro o a sinistra e contemporaneamente avevano certe idee, è partita l'identificazione orientativa tra certe tendenze ideali e l'ubicazione parlamentare ed extra-parlamentare di dirigenti, militanti e simpatizzanti di tali partiti. A noi ispiratori del Movimento Roosevelt, poiché ci ha molto colpito, in questo primo scorcio del XXI secolo ma anche in epoche passate, la presenza di conservatori e reazionari (su diverse questioni rilevanti per la vita della Polis) tra le fila tanto di partiti e movimenti di sedicente destra che di sedicente centro e sedicente sinistra, è venuto in mente che, semmai, il vero discrimine politico che conta oggi e che in verità ha sempre contato, non sia sull'asse spesso immaginario, confusionario e nominalistico DESTRA-SINISTRA, ma su quello ben più consistente e solido CONSERVATORI/REAZIONARI/OLIGARCHICI versus DEMOCRATICO/PROGRESSISTI. Naturalmente, abbiamo voluto essere chiari su quello che, per noi, è una ideologia democratica e progressista. E abbiamo iniziato a fissarne i principi e le finalità nell'articolo 3 dello Statuto del Movimento Roosevelt, riservandoci di completare il quadro di questa Weltanschauung con la stesura di un Manifesto Rooseveltiano, di imminente pubblicazione. Perciò, cara Djibri El e caro Sergio Di Cori Modigliani (cui sarà bene far conoscere questo mio post), poco importa se si approda al Movimento Roosevelt con una storia di "destra", di "centro" o di "sinistra", quello che conta è che non si potrà rimanere e militare nel Movimento Roosevelt se non dichiarandosi fieramente democratici, progressisti, liberali, libertari, pluralisti, laicizzanti, desiderosi di implementare in ogni modo possibile la giustizia sociale. Parimenti, non si potrà permanere nel MR ammiccando a idee e suggestioni fasciste, naziste, comuniste, illiberali, anti-democratiche e clericali, di qualunque tipo. Il MR non si definisce un Movimento politico metapartitico di destra o di sinistra o di centro non perché voglia fare un "fritto misto" di tutte queste posizioni e annullare le differenze che esistono tra ideologie e prassi politiche diverse, ma perché vuole essere un Movimento politico metapartitico PROGRESSISTA incardinato sull'unica ideologia ancora non compiutamente implementata nella storia dell'umanità, e cioè l'ideologia DEMOCRATICA. Il MR, dunque, è aperto anche a chi abbia il coraggio di rinnegare le proprie passate e fallimentari esperienze politiche pregresse e abbia il desiderio di solcare il XXI secolo inspirando ed espirando istanze nuove, fresche e rigeneranti, al lume dei guadagni imperituri che dalla Dichiarazione d'Indipendenza americana (1776) alla Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del cittadino (1789), dei Diritti della donna e della cittadina (1791) conducono sino alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) e poi al sogno kennediano, schlesingeriano, kinghiano e rawlsiano della New Frontier, della Great Society, di "Una teoria della giustizia" (del 1971 è la data di pubblicazione del memorabile saggio di John Rawls) che riconosca a tutti e a ciascuno, pro-quota, una sovranità autentica e sostanziale, un diritto alla felicità e ad un progetto di vita dignitoso che solo il primato della politica sull'economia (che non significa negazione del libero mercato, ma sua integrazione in un contesto più ampio di principi e finalità generali di interesse collettivo e individuale) e della democrazia sulle tecnocrazie e le oligarchie può garantire. Buona serata a tutti.
Gioele Magaldi