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Il Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com: sito web in via di costruzione) è una entità politica di natura meta-partitica e perciò aperta, oltre che ad ogni rappresentante della società civile (imprenditori, professionisti, commercianti, artisti, intellettuali, artigiani, impiegati, operai, contadini, studenti, disoccupati o male occupati), anche a dirigenti, attivisti, militanti, simpatizzanti e votanti di qualsiasi partito o movimento (di sedicente sinistra, destra o centro), purché animati da ideali autenticamente progressisti, democratici, libertari, liberali e vocati al principio della giustizia sociale.

A coloro che già militano in partiti o movimenti politici, infatti, il MR offre una dimensione ideologica e operativa di natura metapartitica, bipartisan e trasversale, in grado di convogliare su specifici obiettivi di interesse collettivo soggettività e gruppi di interesse solitamente contrapposti in modo sterile e infecondo.

In effetti, il Movimento Roosevelt ha anzitutto l’obiettivo di difendere, rigenerare e promuovere la sovranità popolare sostanziale e non solo formale (democrazia compiutamente dispiegata e funzionante, in termini sia rappresentativi che diretti) a tutti i livelli delle istituzioni pubbliche (e/o di interesse pubblico) locali, comunali, provinciali, regionali, nazionali, internazionali e sovranazionali dell’ecumene globalizzata, a partire dal fondamentale (per le sfide macropolitiche e macroeconomiche in corso nel XXI secolo) territorio italiano ed europeo. Il Movimento Roosevelt intende difendere e promuovere l’affermazione ideale e concreta dei diritti stabiliti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata all’ONU il 10 dicembre 1948 (sotto l’egida e il “matrocinio”- neologismo che coniamo volentieri- di Eleanor Roosevelt), procedendo, laddove occorra, anche ad un loro ulteriore approfondimento e ampliamento intensivo ed estensivo.

Di tali diritti universali e inalienabili, il MR vuole fare il punto di partenza per la sconfitta di ogni declinazione neoliberista, neoaristocratica e antidemocratica dei processi di globalizzazione in atto.
Il MR desidera poi:

1. Implementare in ogni ordinamento costituzionale, il principio della piena occupazione lavorativa per tutti e per ciascuno, equamente e dignitosamente retribuita, coniugata con la massima libertà imprenditoriale del settore privato e un'accorta, sapiente ed efficiente gestione degli investimenti e dell’impiego pubblico.


2. Riformare radicalmente la riscossione fiscale, abbassando drasticamente le aliquote di tutte le imposte (rimarranno solo due aliquote: 20% per chi abbia un reddito annuo sino a 100.000 euro e 23% per chi superi tale soglia, con l’IVA riportata al 20% e la drastica riduzione di ogni altra imposta indiretta legata a servizi e consumi dei cittadini), svincolandole dalla necessità di finanziare la spesa pubblica e razionalizzando, grazie all’informatica, gli interi meccanismi di controllo fiscale, consentendo inoltre ai cittadini di detrarre moltissime spese per servizi vari, sinora non detraibili.

3. Informare adeguatamente la pubblica opinione sul carattere mistificatorio, manipolatorio e truffaldino della cosiddetta "isteria da debito pubblico” e del presunto “rigore nei conti pubblici”, come invece viene raccontato da decenni all’opinione pubblica da parte di media spesso asserviti a potentati oligarchici privati, che hanno tutto l’interesse a veicolare simili e spudorate menzogne.

4. Proporre un ambizioso e concretissimo programma di riqualificazione paesaggistica ed ambientale, nonché la costruzione/ammodernamento di una serie di infrastrutture fondamentali (grandi, medie e piccole opere capillarmente diffuse, specie per quel che attiene alla viabilità generale e particolare, nonché alla fruizione ottimale di città, paesi, campagne, parchi, boschi, fiumi, laghi, lungomari, zone montuose, in rapporto simpatetico con le esigenze della popolazione) per il territorio Italiano, secondi i principi ispirati dalla bioedilizia e dalla bioarchitettura.

Il Movimento Roosevelt intende poi promuovere, onde facilitare il conseguimento dei suoi principi e delle sue finalità:

- l’istituzione di unaScuola Superiore “Eleanor Roosevelt” per l’Alta Formazione Politica (SSER).

  • -  l’istituzione di unaSocietà per il rilancio turistico dei territori.
  • -  l’istituzione di una Casa Editrice e di una Società per la produzione di Film e Docu-Fiction.
  • -  l’istituzione di una Società di produzione Teatrale.
  • -  l’istituzione della Fondazione Roosevelt, con le seguenti ambizioni operative:
“Come previsto dall’articolo 3, paragrafo 5 del suo Statuto, il Movimento intende costituire - nell’interesse degli associati e degli scopi che essi si sono prefissi, così come in favore generale della collettività- una FONDAZIONE ROOSEVELT, le cui risorse saranno indirizzate ad implementare anzitutto SCOPI di alta e qualificatissima ricerca e sperimentazione medica; di assistenza sanitaria gratuita a favore dei più bisognosi; di interventi di welfare per le fasce della popolazione italiana, europea e globale più vulnerabili; di rivitalizzazione economico-sociale di territori sottoposti a impoverimento strutturale; di assistenza legale internazionale gratuita a favore di gruppi e categorie umane discriminate; di riqualificazione paesaggistica, ambientale, storico-turistica e infrastrutturale di territori deturpati dall’insipienza e dall’ignavia delle classi dirigenti locali e nazionali; di formazione superiore, universitaria e post-universitaria, su vari ambiti particolarmente importanti per una tenuta armoniosa e non conflittuale delle relazioni sociali; di formazione tout-court, anche con riferimento al necessario aggiornamento professionale di chi già lavori, di chi cerchi un’occupazione o di chi l’abbia perduta; di ricreazione e conforto per tutte le fasce della popolazione italiana, europea e globale colpite da penuria di beni e risorse anche sul piano morale, emotivo e psicologico, oltre che materiale.”

Qualora, nel corso del tempo, si dimostri che gli scopi associativi del MR non siano adeguatamente conseguibili per via metapartitica, allora essa non esclude di potersi trasformare in soggetto direttamente politico-partitico.
Saranno ammessi come tesserati del Movimento Roosevelt cittadine e cittadini di qualunque simpatia o militanza filosofica, religiosa, politica o associativa, di qualsiasi sesso o orientamento sessuale, di qualunque livello di istruzione, ceto e professione, nonché i disoccupati ed i parzialmente occupati. Saranno ammessi inoltre i rappresentanti di aziende, associazioni, enti, gruppi e movimenti preesistenti,sia a titolo personale che come espressione delle entità collettive delle quali abbiano la responsabilità gestionale e/o legale.

Al fine di ben contestualizzare la realtà contemporanea in cui i cittadini sono chiamati a reagire e ad impegnarsi per preservare la sostanzialità della democrazia, il proprio diritto universale alla felicità e alle quattro libertà rooseveltiane (Franklin Delano Roosevelt parlava di libertà di parola, libertà di credo, libertà dal bisogno e libertà dalla paura), nonché la propria quota di sovranità, invitiamo alla lettura di: Gioele Magaldi (in collaborazione con Laura Maragnani), Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges, Chiarelettere, Milano 2014. E, successivamente, invitiamo alla lettura del Manifesto rooseveltiano (a cura di Gioele Magaldi e Francesco Maria Toscano: in pubblicazione a maggio 2015), degli altri due volumi della trilogia di Massoni (in pubblicazione a marzo e a maggio 2015) così come a quella dei due volumi della bilogia di Il Potere Globale e i suoi Venerabili Maestri (in pubblicazione a novembre 2015 e a marzo 2016).

Per potersi iscrivere al Movimento Roosevelt e partecipare di diritto all’Assemblea Generale di Perugia del 21 marzo 2015, occorre effettuare un bonifico di 30 euro (trenta/00 euro) e compilare e spedire il seguente modulo, secondo le istruzioni in esso contenute:

Modulo di iscrizione al Movimento Roosevelt

All’attenzione di
Daniele Cavaleiro, Responsabile organizzativo ufficiale della prima Assemblea Generale del Movimento Roosevelt, che si terrà a Perugia in data 21 marzo 2015.
Dati utili di Daniele Cavaleiro:
telefono ufficio: 0759220467
cellulare italiano: +39 3405390787
cellulare internazionale: +37 281637197
e‐mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Io sottoscritto/a: .....................................
residente a ...............................................
domiciliato/a ...............................................
contatti: .............................................................. professione.............................................................
aspirazione professionale (nel caso di studenti, disoccupati o mal‐occupati)................

Riconoscendomi del tutto o in significativa parte nei principi e nelle finalità del Movimento Roosevelt, dichiaro di aver provveduto ad effettuare bonifico di euro 30 (trenta/00) sul conto corrente intestato a Daniele Cavaleiro presso la filiale di Gubbio (Perugia) del Monte dei Paschi di Siena sita in Via della Repubblica n.6, il cui IBAN è: IT58E0344214239000040968872 .

Avendo provveduto ad effettuare tale bonifico, richiedo l’invio contestuale del tesserino di iscrizione al Movimento Roosevelt che mi accredita come socio/a fondatore/fondatrice con diritto di partecipazione all’imminente Assemblea Generale di Perugia del 21 marzo 2015.
Invio pertanto il testo completo di codesto modulo di iscrizione, compilato nelle parti riguardanti il mio nome e cognome, residenza e domicilio, alla e‐mail:

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con la richiesta di ricevere alla mia e‐mail: ...............................................................
il suddetto tesserino di iscrizione al Movimento Roosevelt e le comunicazioni relative alla convocazione della prima Assemblea Generale di tale Movimento.

Il sottoscritto/la sottoscritta: .......................................................

EVENTUALE DELEGA DI RAPPRESENTANZA

Qualora, dopo aver comunque provveduto ad iscrivermi e a saldare le spese di tesseramento, non potessi essere presente fisicamente alla Convention nazionale di Perugia del 21 marzo 2015, DELEGO a rappresentarmi il tesserato/la tesserata regolarmente iscritto/iscritta, sig./sig.ra ................................................................................. impegnandomi comunque a produrre nei tempi e nei modi richiesti la documentazione necessaria alla trascrizione formale dei miei dati fra i soci/membri del Movimento.

Per chiunque intendesse approfondire meglio gli scopi del Movimento Roosevelt, suggeriamo la lettura di:

Articolo 3
(Principi e finalità del Movimento)
1 . Il Movimento Roosevelt ha anzitutto l’obiettivo di difendere, rigenerare e promuovere la sovranità popolare sostanziale e non solo formale (democrazia compiutamente dispiegata e funzionante, in termini sia rappresentativi che diretti) a tutti i livelli delle istituzioni pubbliche (e/o di interesse pubblico) locali, comunali, provinciali, regionali, nazionali, internazionali e sovranazionali dell’ecumene globalizzata, a partire dal fondamentale (per le sfide macropolitiche e macroeconomiche in corso nel XXI secolo) territorio italiano ed europeo.


2 . Il Movimento Roosevelt intende difendere e promuovere l’affermazione ideale e concreta dei diritti stabiliti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata all’ONU il 10 dicembre 1948 (sotto l’egida e il “matrocinio”- neologismo che coniamo volentieri- di Eleanor Roosevelt), procedendo, laddove occorra, anche ad un loro ulteriore approfondimento e ampliamento intensivo ed estensivo.
Tali diritti sono stati così enunciati:


Preambolo
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo;
Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;
Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l'oppressione;
Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni; Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'uguaglianza dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un miglior tenore di vita in una maggiore libertà;
Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali; Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima importanza per la piena realizzazione di questi impegni;
L'ASSEMBLEA GENERALE
proclama
la presente dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne, mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità. Articolo 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona. Articolo 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.
Articolo 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.


Articolo 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione.

Articolo 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.
Articolo 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri, nonché della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta.
Articolo 11 Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le garanzie necessarie per la sua difesa.
Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al momento in cui sia stato perpetrato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo il diritto internazionale. Non potrà del pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.
Articolo 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
Articolo 13
Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14
Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni. Questo diritto non potrà essere invocato qualora l'individuo sia realmente ricercato per reati non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15
Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto di mutare cittadinanza.
Articolo 16
Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.
Articolo 17
Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri. Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.
Articolo 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
Articolo 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Articolo 20
Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.
Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.
Articolo 21
Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia attraverso rappresentanti liberamente scelti.
Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del proprio paese. La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve essere espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale ed eguale, ed a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla realizzazione attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi. Articolo 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.
Articolo 25
Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.
La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
Articolo 26
Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria. L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.
L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l'amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.
I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli. Articolo 27
Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29
Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e pieno sviluppo della sua personalità.
Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e il rispetto dei diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine pubblico e del benessere generale in una società democratica.
Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i fini e principi delle Nazioni Unite.
Articolo 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un'attività o di compiere un atto mirante alla distruzione di alcuno dei diritti e delle libertà in essa enunciati.


3 . Il Movimento Roosevelt, in omaggio ai principi rooseveltiani, keynesiani e rawlsiani cosi come furono propugnati a suo tempo da Franklin ed Eleanor Roosevelt, da John Maynard Keynes e da John Rawls, e che saranno aggiornati e perfezionati nel Manifesto rooseveltiano scritto a quattro mani da Gioele Magaldi e Francesco Maria Toscano, traendo le proprie radici e ispirazioni culturali da una tradizione limpidamente progressista che ha origini più o meno remote in Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494), pionieristico apologeta proto-moderno di una dignità esistenziale dell’uomo piena, integra e amplissima, sottratta a vincoli dogmatici angusti e oppressivi di natura sia civile-culturale che confessionale; in Erasmo da Rotterdam (1466-1536), con riferimento alle prime formulazioni dell’ecumenismo e della tolleranza politico-religiosa in una Europa cinquecentesca lacerata da violente spinte pseudo-riformatrici e altre contro-riformatrici; in Giordano Bruno (1548-1600) per quel che attiene ad una titanica rivendicazione della libertà di pensiero e di ricerca filosofico-scientifica alla vigilia della modernità; in John Locke (1632-1704) per quanto concerne una aurorale promozione del liberalismo e del parlamentarismo moderno; in Montesquieu (1689-1755) e Voltaire (1694-1778) sul piano di una visione raffinatamente liberale e pluralistica degli ordinamenti costituzionali e civili; in George Washington (1732-1799), in Benjamin Franklin (1706-1790) e in Thomas Jefferson (1743-1826) per la spinta decisiva, il carisma creativo e l’energia visionaria con la quale furono dapprima affermati i valori liberali e democratici della Dichiarazione di Indipendenza Americana del 4 luglio 1776, quindi confermati e ampliati questi valori nella Costituzione Americana del 1787, infine difesi gli stessi valori da ogni tentazione neo-aristocratica (vedi l’episodio storico della creazione dell’Ordine dei Cincinnati) da parte degli alti ufficiali dell’ esercito statunitense, vittorioso sulle truppe britanniche nel conflitto indipendentista del 1775-1783; in Luigi Filippo II di Borbone-Orleans (1747-1793), che rinunciò al suo status di principe di sangue reale e volle farsi chiamare Philippe Egalité e Citoyen Egalité, in omaggio ai valori repubblicani ed egualitari della Rivoluzione Francese; in Gilbert du Motier de La Fayette (1757-1834), che rinunciò ai suoi privilegi di grande aristocratico- anch’egli pretendendo di essere denominato Citoyen La Fayette e non marchese de La Fayette- che si mise al servizio di tre rivoluzioni (americana a partire dal 1777, francese sin dal 1789 e ancora nel 1830) e per più di mezzo secolo rappresentò il punto di riferimento di ogni rivendicazione liberal-progressista da una parte all’altra dell’Atlantico, anche in tempi di involuzione neo-oligarchica napoleonica e poi di reazione restauratrice post-Congresso di Vienna del 1814-15; in Nicolas de Condorcet (1743-1794) e Olympe de Gouges (1748-1793) per quel che riguarda la fiducia nel perfezionamento progressivo della convivenza politica, sociale e culturale tra esseri liberi, uguali e affratellati tra loro, nonostante le differenze di ceto, di sesso, di razza, di religione, etc., e per la migliore declinazione intensiva ed estensiva dei principi di Libertà, Fratellanza e Uguaglianza recepiti nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino emanata il 26 agosto 1789 e ampliati nella Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina del 1791; in Thomas Paine (1737-1809) per le convinzioni radicalmente laiche, libertarie, democratiche e anti-oligarchiche che lo condussero, tra le altre cose, ad essere il massimo e più popolare ideologo progressista sia della Rivoluzione Americana del 1776 che di quella Francese del 1789; in Giuseppe Mazzini (1805-1872), Alexander Herzen (1812-1870), Giuseppe Garibaldi (1807-1882), Samuel Gridley Howe (1801-1876), Lajos Kossuth (1802-1894), Benjamin Franklin Wade (1800-1878) e John Stuart Mill (1806-1873) per le prime contaminazioni fra istanze liberali e socialiste; in John Dewey (1859-1952), Leonard Hobhouse (1864-1929), Eduard Bernstein (1850-1932), Gaetano Salvemini (1873-1957), Alexander Fyodorovich Kerensky (1881-1970), John Maynard Keynes (1883-1946), William Beveridge (1879-1963), Piero Gobetti (1901-1926), Carlo Rosselli (1899-1937), Gerard Swope (1872-1957), Franklin Delano Roosevelt (1882-1945), Eleanor Roosevelt (1884-1962), Angelo Roncalli/Papa Giovanni XXIII (1881-1963), Meuccio Ruini (1877-1970), George Orwell (1903-1950), Altiero Spinelli (1907-1986), Martin Luther King (1929-1968), Federico Caffè (1914-1987), Roberto Tremelloni (1900-1987), John Kenneth Galbraith (1908-2006), Arthur Schlesinger Jr. (1917-2007), John Rawls (1921-2002), Carlo Maria Martini (1927-2012), Amartya Sen (classe 1933) ed altri (assimilabili per Weltanschauung ai personaggi di varie epoche che abbiamo sin qui citato), per un progressivo perfezionamento di tali contaminazioni, in diversi ambiti e contesti e con sfumature differenziate; intende diffondere capillarmente una declinazione radicale e sostanziale della DEMOCRAZIA (e delle tradizioni ideologiche progressiste che in essa sono confluite, contaminandosi reciprocamente) nel dibattito politico-culturale contemporaneo, facendone il punto di partenza per la sconfitta di ogni declinazione rigidamente e dogmaticamente neoliberista, neoaristocratica, elitaria, oligarchica, anti-egualitaria, ierocratico/clericale, anti-laica (che è cosa diversa dall’essere religiosamente ispirata, rispettosa però dalla natura necessariamente laicizzante delle istituzioni pubbliche entro un orizzonte compiutamente democratico e liberale), autoritaria, liberticida e anti-democratica dei processi di globalizzazione in atto e di qualsivoglia ipotesi di convivenza civile tra esseri umani.

4 . Il Movimento Roosevelt, in particolare, con riferimento all’attuale problema della governance

europea, intende promuovere o una radicale trasformazione dei trattati europei vigenti (a partire dal Trattato di Maastricht del 1992), oppure una loro tombale invalidazione, qualora non sia possibile modificarli nella prospettiva di una ritrovata democraticità sostanziale, a tutti i livelli, del funzionamento dell’Unione Europea e dell’Eurozona.
Su questa traiettoria ideologica e operativa, il Movimento Roosevelt intende restituire integrale potestà sovrana al Popolo Europeo, o passando per una transitoria restituzione di piena sovranità alle singole nazioni del Vecchio Continente- in vista di un successivo riavvio del processo federativo- oppure pervenendo direttamente, a partire dall’attuale Unione Europea, a dei genuini Stati Uniti d’Europa. USE (United States of Europe), dove il potere legislativo sia esercitato dal Popolo Europeo Sovrano in forma diretta, tramite referendum propositivi e abrogativi e leggi di iniziativa popolare; in forma indiretta, mediante l’elezione periodica di rappresentanti al Parlamento Europeo. Stati Uniti d’Europa dotati di una precisa Costituzione elaborata e deliberata con il supporto e il suffragio del Popolo Europeo Sovrano (debitamente coinvolto, informato e consultato, in questo processo costituente, sin dalla sua originaria elaborazione da parte di esperti giuristi- costituzionalisti), che assegni il potere esecutivo a governi continentali fiduciabili e sfiduciabili dallo stesso Parlamento Europeo e il potere giudiziario federale a magistrati direttamente eletti sempre dal Popolo Europeo Sovrano.



5 . Il MR intende eventualmente promuovere- nell’interesse dei tesserati e degli scopi che essi si sono prefissi, così come in favore generale della collettività- eventualmente compartecipando ad essi, la costituzione di altri soggetti giuridici e/o culturali: fondazioni, associazioni, società, centri studi, scuole di formazione, accademie, comitati di iniziativa pubblica, etc. Certamente, il Movimento intende anche costituire un Comitato specifico per l’abolizione dei Tribunali dei Minorenni in Italia e ovunque- con le loro modalità di funzionamento bizantino, opaco, involuto e a rischio di incostituzionalità- e per riformare in senso radicale – soprattutto a tutela dei minori e contro le lobbies improprie delle case-famiglia e delle comunità di accoglienza, laddove queste strutture rappresentino un subdolo ostacolo all’adozione dei minori per ragioni di lucro e auto-preservazione- tutte le procedure legali di adozione e/o affidamento e/o riconoscimento di potestà paterna/materna rispetto a bambini bisognosi di affetto, cura e protezione da parte di efficaci figure genitoriali.



6 . Tra le più epocali e significative concretizzazioni dei diritti umani stabiliti nella Dichiarazione Universale del 1948 che il Movimento Roosevelt intende implementare, anche giuridicamente, c’è la determinazione di rendere stampato a lettere di fuoco, in ogni ordinamento costituzionale del pianeta (a partire dall’Italia e dall’Europa), il principio della piena occupazione lavorativa per tutti e per ciascuno. Stiamo parlando del fatto, cioè, di rendere universale, inconculcabile e concretamente operativo il diritto ad un lavoro equamente e dignitosamente retribuito; diritto al lavoro, d’altra parte, declinato certamente in modo liberale e pluralistico nelle responsabilità e nelle retribuzioni, in base a competenze, talenti e meriti dei diversi individui. Accanto a tale diritto, reso universalmente valido e vigente (nessuno, per legge, a meno che non sia privo di capacità lavorativa per problemi vari di natura psico-fisica- e in tal caso sarà assistito adeguatamente con una pensione dignitosa e adeguata ai propri bisogni esistenziali- e a meno che non rinunci liberamente a lavorare, provvisoriamente e/o reiteratamente, per ragioni personali e senza costrizione/induzione forzata di terzi; nessuno, lo ripetiamo, potrà più essere messo in condizione di trovarsi disoccupato e privo di reddito dignitoso), il MR rivendicherà e promuoverà una complementare tutela costituzionale e giuridica per gli imprenditori, messi in condizione di poter assumere o licenziare i propri dipendenti anche dall’oggi al domani, a proprio insindacabile giudizio, benché in ottemperanza e rispetto di ovvi vincoli contrattuali pattuiti liberamente tra le parti al momento dell’assunzione (comunque in conformità a certi parametri universali di retribuzione adeguata e dignitosa, utili a sostenere il progetto di vita di ogni singolo lavoratore). Le categorie imprenditoriali, affrancate così da lacci e lacciuoli e finalmente invogliate a correre sempre il rischio di assumere, qualora se ne presenti l’occasione- e però libere di licenziare, per qualunque ragione, sia per motivi di contrazione produttiva che per cause di incompatibilità funzionale/ambientale/caratteriale con determinati lavoratori-, con le loro assunzioni contribuiranno pro quota al principio della piena occupazione, mentre gli eventuali licenziamenti saranno subito compensati, a beneficio dei lavoratori interessati, con immediate nuove assunzioni in altre aziende del settore pubblico o privato, sotto l’attento controllo di una istituenda Alta Autorità per la Piena Occupazione di tutti e di ciascuno. All’interno di tale Alta Autorità per la Piena Occupazione di tutti e di ciascuno, capillarmente insediata e operativa con propri organismi locali sui vari territori, coordinati a livello nazionale e sovra- nazionale da dirigenti di particolare sapienza e lungimiranza, sarà possibile rigenerare anche il ruolo storico dei Sindacati (integrati in questa Alta Autorità in posizioni chiave di comando e gestione, insieme ad alti rappresentanti del mondo dell’industria, dei commerci, delle libere professioni, etc.), negli ultimi decenni divenuti molto appannati, inconcludenti e inefficaci nella tutela sia degli occupati che dei disoccupati. Il MR, d’altra parte, anche al fine di consentire a tutti gli esseri umani di assaporare in modo degno i frutti del proprio lavoro e di rendere concreto il loro diritto alla felicità (fatto di svaghi, momenti ricreativi, riposo, occasione di impegno sociale, culturale e civile che trascendano i vincoli spazio-temporali e gli obblighi connessi alle attività lavorative), intende costituzionalizzare sotto ogni cielo anche una limitazione universale dell’orario di lavoro dipendente riguardante i singoli individui (massimo 5 ore giornaliere, escluse le possibilità di straordinari, sapientemente regolate e ben retribuite), anche al fine di favorire sempre e comunque nuove assunzioni e la piena occupazione.
Ad integrazione di tali iniziative sul fronte del lavoro, reso diritto universale concreto di tutti e di ciascuno; e della libera iniziativa imprenditoriale, resa diritto universale concretamente attuabile senza vincoli obsoleti e contro-producenti tanto per gli imprenditori che per i lavoratori e le stesse organizzazioni sindacali, il MR intende riformare radicalmente anche la riscossione fiscale e abbassare drasticamente le aliquote di tutte le imposte, dirette e indirette.
Il Movimento Roosevelt, infatti, profonderà particolari e reiterati sforzi per informare adeguatamente sia la pubblica opinione che i media e le classi dirigenti italiane ed extra-italiane sul carattere mistificatorio, manipolatorio e truffaldino della cosiddetta isteria da debito pubblico e del presunto rigore nei conti pubblici che si vorrebbe altrettanto presunta pietra miliare di qualsivoglia progetto politico-economico presuntivamente serio e responsabile. In realtà, andrà spiegato al comune cittadino, così come agli operatori mediatici e a tutti i vari esponenti delle classi dirigenti italiane ed extra-italiane, che un sistema economico complesso come quello di nazioni ricche e industrializzate (e l’Italia e le altre nazioni europee, pur con ovvie differenze qualitative e quantitative le une dalle altre, lo sono tutte) può dotarsi di deficit di bilancio e disavanzi debitori pubblici che non abbiano altro limite al di fuori di eccessive spinte inflattive nel sistema stesso. In buona sostanza, andrà compreso adeguatamente e spiegato urbi et orbi che il debito privato di una famiglia, di un singolo individuo, di un gruppo o di una azienda non sono minimamente assimilabili e comparabili al debito pubblico di una entità statuale sovrana (poco importa se di natura nazionale o sovra-nazionale, a struttura federativa), come invece- con dolo mistificatorio, manipolatorio e truffaldino- viene raccontato da decenni all’opinione pubblica, da parte di media spesso asserviti a potentati oligarchici privati che hanno tutto l’interesse a veicolare simili, spudorate menzogne.
Infatti, semplificando al massimo la questione in questa sede statutaria, per opportuni fini esplicativo-divulgativi, mentre il debito di una entità privata (individuo, famiglia, gruppo o azienda) deve essere prima o poi rimborsato integralmente, e chi ne sia titolare può farlo solo aumentando le proprie entrate e diminuendo le proprie uscite (principio di austerità, risparmio e ordine nei conti), il debito di una entità statuale pubblica è soltanto un numero (anche altissimo e fantasmagorico: tanto non cambia nulla e non giustifica l’isteria in mala fede o in buona fede di chi vaneggi nel parlarne con allarmismo sgangherato, come se si trattasse di un debito analogo a quello privato) che descrive/riassume quanta valuta eccedente le entrate pubbliche ordinarie, procacciata o meno (lo Stato potrebbe anche stampare moneta fiat senza emissione di buoni del Tesoro, se volesse) mediante la vendita di titoli di Stato (titoli di Stato: cioè promesse di pagamento di determinati interessi agli acquirenti/possessori di tali titoli e dei capitali corrispondenti, che magari investono i propri risparmi in questo modo, con un ricambio costante di investitori, che rende materialmente impossibile il rimborso simultaneo di tutto il capitale e degli interessi complessivi da parte delle casse statali) sia stata messa in circolazione per finalità di interesse pubblico (dunque a beneficio della collettività dei privati che, uniti in comunità costituzionalmente ordinata, sono anche fruitori pro-quota di tale interesse pubblico). Ma il denaro, una entità statuale sovrana (messa al riparo dal divorzio criminale tra propria Banca Centrale e Dipartimento governativo del Tesoro: una misura che, ovunque sia stata presa, ha avuto ricadute funeste per la prosperità generale della comunità che l’abbia adottata, andando invece a favore degli azionisti privati entrati nel capitale di tale Banca Centrale di diritto pubblico e di gruppi finanziari privati che intendano lucrare- economicamente, ma anche politicamente- sull’indebolimento delle finanze e degli stessi poteri pubblici democraticamente legittimati) lo può stampare liberamente e senza alcun vincolo di bilancio (a differenza di una entità privata), perché essa stessa è fonte di sovranità e padrona della sua valuta. L’unico vincolo che una entità statuale sovrana (la quale potrebbe anche creare moneta direttamente senza ricorrere all’espediente indiretto della messa in vendita di titoli di Stato) deve porsi nella creazione e nella veicolazione di valuta all’interno di un dato sistema economico è quello di gestire sapientemente le eventuali spinte inflattive eccessive (ma ci sono momenti in cui un certo tasso d’inflazione ha ricadute positive sia sul settore pubblico che su quello privato di un dato sistema complesso di relazioni economiche). Ed ecco che, a tal riguardo, interviene la tassazione, il cui vero e scientifico scopo non è drenare risorse per alimentare la spesa pubblica ordinaria e straordinaria (una entità statuale sovrana che batta una propria moneta non ne ha alcun bisogno), quanto unificare un dato sistema monetario (originariamente, costringere i cittadini a pagare le tasse in una certa valuta equivaleva a indurli ad utilizzare quella valuta anche per altre transazioni, se non altro per procurarsi tale valuta con cui soddisfare le imposizioni del fisco) e, appunto, tenere a freno l’inflazione. Ma se le cose stanno così, il livello di tassazione e la misura delle varie aliquote fiscali non deve essere determinato in proporzione ad inesistenti necessità di finanziare per questa via la spesa pubblica (che si finanzia da sé, a partire da un potere sovrano statuale, con emissione di moneta sovrana e prescindendo dal gettito fiscale come tale), quanto in rapporto agli equilibri tra spinte inflattive e deflattive che insistano in un certo sistema economico.
E nel quadro dell’attuale situazione italiana – con un carico fiscale eccessivo e vessatorio da parte di uno Stato inefficiente e fellone, il quale pretende anche di essere pagato in termini rapidissimi, perentori e con notevoli multe e more in aggravio, mentre per canto suo infrange le leggi ordinarie e le norme europee e del buon senso, rifiutandosi di onorare i suoi crediti verso i cittadini fornitori d’opera- non v’è dubbio che occorra abbassare drasticamente e accorpare le cosiddette aliquote fiscali. A tal riguardo, il Movimento Roosevelt propone di mantenere in vita due sole aliquote: una del 20% per coloro che abbiano un reddito annuale sino a 100.000 euro; una del 23% per coloro che superino tale soglia. Parimenti, l’IVA andrà riportata al 20% e intendiamo realizzare una drastica riduzione di tutte le imposte indirette legate a servizi e consumi dei cittadini.
Soltanto in un simile contesto di nettissima riduzione fiscale a carico di tutte le categorie lavorative- sia del settore pubblico che di quello privato- e di tutti i redditi, dai più alti ai più bassi, passando per i medi, potrà avere senso un’altra proposta che il MR intende promuovere, non per risolvere un inesistente problema di aumento del gettito fiscale, ma solo per razionalizzare e rendere equa la ripartizione delle tasse rispetto ai vari soggetti contribuenti. Tale proposta consiste nella totale informatizzazione ab origine (con softwares obbligatori forniti ai soggetti contribuenti direttamente da funzionari pubblici addetti alla riscossione, i quali abbiano così un quadro capillare, fedele e aggiornato in diretta delle entrate e delle uscite su cui applicare i nuovi, infinitamente più bassi e dunque più equi e ragionevoli, parametri fiscali) dei rapporti fiscali tra Stato da un lato e aziende private, titolari di partite IVA etc. dall’altro, nei termini originali ed efficaci che avremo cura di ufficializzare in seguito. Naturalmente, tale informatizzazione capillare e ab origine dei rapporti fiscali tra privati e Stato potrà divenire efficace solo in presenza di un regime sistematico di facoltà di scaricare determinate spese per prestazioni professionali varie, in assenza del quale viene a cessare quel controllo incrociato tra dichiarazioni dei redditi di liberi professionisti, artigiani, imprese, etc. e dichiarazioni dei fruitori di certi servizi, che solo può garantire un controllo fiscale omogeneo, scientifico ed equo.
Al lume di tutte queste istanze, peraltro, il Movimento Roosevelt intende correggere la traiettoria assunta ai nostri giorni dalla cosiddetta globalizzazione. E cioè, dopo le merci e i capitali, di cui certo era giusto- salvo alcuni particolari casi- favorire la libera circolazione globale, è ora venuto il momento di globalizzare i diritti politici, civili ed economici più avanzati a beneficio di ogni popolo e singolo abitante del pianeta. Compreso l’universale diritto ad un lavoro dignitoso ed equamente retribuito per tutti e per ciascuno. Senza contare che: globalizzazione e libero commercio non devono tramutarsi- come pure è accaduto e accade, specie nel settore agro-alimentare- in egemonia planetaria di grandi multinazionali dell’alimentazione, a scapito della qualità specifica di determinati prodotti locali, i quali vanno invece tutelati sia a beneficio dei produttori (orientati meritoriamente nella difesa di importanti tradizioni qualitative) e dei consumatori finali, sia a salvaguardia della cosiddetta biodiversità naturale. Analogo discorso va fatto per quel che riguarda la tutela/rigenerazione dei paesaggi e dell’ambiente, coniugando la liberà globale di intraprendere e proporre trasformazioni utili dei territori per ragioni di sviluppo civile, tecnologico, industriale e commerciale, e il diritto locale di preservare delle specificità naturali che sono parte integrante del benessere esistenziale complessivo di determinate comunità. La parola d’ordine, insomma, che sarà proposta in termini incessanti e militanti da parte del Movimento Roosevelt è e sarà “GLOCAL”, una sintesi terminologico-concettuale già elaborata dal dibattito intellettuale più libero e avanzato, che mette insieme due significanti solo apparentemente contrapposti: GLOBAL e LOCAL.



7 . Il MR, onde affrontare adeguatamente e risolvere la gravissima crisi politico-economica occidentale e planetaria giunta a feroce (e non ancor culminata) maturazione negli anni dal 2007/2008 ad oggi, intende proporre, a partire dall’Italia e dall’Europa, un ambizioso e concretissimo programma di riqualificazione paesaggistica dei territori peninsulari e continentali. Tale riqualificazione paesaggistica verrà implementata congiuntamente ad un altrettanto ambizioso piano di rigenerazione ambientale e di costruzione/ammodernamento di una serie di infrastrutture fondamentali (specie per il settore dei trasporti, particolarmente deficitario in Italia e non solo in Italia, al di fuori di alcune direttrici principali), nel contesto di un vero e proprio New Deal italiano ed europeo, sostanziato di grandi, medie e piccole opere pubbliche da realizzarsi su tutti i territori che ne abbiano particolare esigenza, specie là dove tali opere possano fare da volano ad un rilancio virtuoso dell’economia locale. In tale contesto di valorizzazione territoriale, inoltre, il MR intende promuovere una capillare diffusione di iniziative ispirate alla bioedilizia e alla bioarchitettura. Senza contare quello che sarà il nostro impegno per la promozione, la valorizzazione e la diffusione delle energie cosiddette rinnovabili.
Per realizzare tale complessivo New Deal infrastrutturale, paesaggistico, ambientale, energetico, ecc., il MR intende attivare risorse economiche pubbliche e private italiane, europee ed extra- europee, nello spirito di una feconda collaborazione- liberal-socialista o socialista-liberale che dir si voglia- tra onorevole ricerca del profitto privato e spesa pubblica virtuosa ed efficiente; collaborazione utile tanto a migliorare la qualità della convivenza civile, quanto a favorire un onesto, sano e proficuo perseguimento di tale profitto privato, a sua volta in grado di incrementare il benessere collettivo di individui e comunità.



8 . Nello spirito più volte enunciato ed esplicato della rigenerazione della democraticità sostanziale della convivenza politica e civile in Italia (e ovunque, in Europa e nel Mondo), partendo proprio dal preziosissimo e conteso laboratorio italiano, il Movimento Roosevelt, quale che sia lo stato delle cosiddette riforme costituzionali avviate dal governo Renzi I, intende adoperarsi per correggerle e/o tramutarle radicalmente nella prospettiva di una maggiore rappresentanza del volere diretto e indiretto del Popolo Sovrano (istituzione di referendum propositivi e abrogativi e leggi di iniziativa popolare senza quorum di partecipazione per essere approvati, cosi da incoraggiare il coinvolgimento e l’opera informativa partitica e movimentista sui temi referendari e vanificare l’odioso ricorso all’astensione dal voto e dall’informazione dei cittadini sui temi referendari, esclusivamente per far fallire la consultazione popolare stessa; diritto assoluto e inalienabile ad esprimere delle preferenze popolari sui nomi dei candidati rappresentanti parlamentari, etc.), sapientemente coniugata con il principio della cosiddetta governabilità, ma anche dell’elezione diretta della più alta carica dello Stato (presidenzialismo democratico), confermando e rafforzando contestualmente la centralità di un Parlamento mono o bi-camerale (ma mai più nel segno di un bicameralismo perfetto e inutile), così da preservare un irrinunciabile bilanciamento dei poteri esecutivo e legislativo (vedi, al riguardo, tanto il modello statunitense che quello francese, da emulare in una nuova e originale sintesi italica). Su questi obiettivi, comunque, il Movimento Roosevelt designerà al suo interno un comitato di elaborazione costituzionale e legislativa, il quale avrà il compito di formulare gli appositi disegni di legge costituzionali, elettorali e ordinari da sottoporre poi al Popolo Sovrano e ai suoi rappresentanti, per una eventuale approvazione. Parimenti, su un piano sovra-nazionale, il MR intende contribuire alla trasformazione dell’attuale ONU/UN (Organizzazione delle Nazioni Unite/United Nations) in una OGD/GOD (Organizzazione Globale delle Democrazie/Global Organization for Democracies), dotata di propria forza militare d’intervento e dunque slegata dalla sudditanza nei confronti di tale o tal altra super-potenza per l’esecuzione dei propri decreti. Quest’ultimo, prometeico, ambiziosissimo e però necessario progetto, verrà meglio esplicato nei termini che verranno successivamente elaborati e resi pubblici grazie ad un ampio confronto interno tra tutti i soci fondatori e ordinari dello stesso MR.

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