Rinascimento è l’età d’oro della penisola italiana, l’età in cui si sono eguagliati e superati i fasti dell’età classica. Il traguardo, irripetibile fino a oggi, il punto di riferimento, l’archetipo culturale-storico di un nuovo avvio, luminoso dopo un lungo periodo di decadenza e irrilevanza.Rinascimento, termine di cui non capiamo a fondo la rilevanza.Come diceva uno storico, alcune delle parti dell'Italia, grazie al progredire delle arti, delle scienze, dei commerci e delle conseguenti ricchezze, era un secolo avanti a tutto il resto d'Europa.Basta confrontare la vita sociale, economica e culturale di città come Firenze, Venezia, Bologna, Padova, Milano, con le corrispondenti grandi città europee. Periodo non di frattura con il precedente medioevo, ma di continuità.
E' nel Medioevo (che medioevo non è stato, così come molti lo percepiscono) che s'instaurano le condizioni per il sorgere di tutti quei fermenti e innovazioni che raccogliamo sotto il termine di Rinascimento. E questo è avvenuto anche grazie alla democratizzazione, chiamamola così, della penisola, dove i comuni e la borghesia commerciale avevano preso il posto del feudalesimo stretto, costringendo quest’ultimo a rinnovarsi e confrontarsi.
E, la ricchezza, non più monopolio del singolo feudatario, poteva germogliare e attecchire in mille rivoli e prosperare, e con la ricchezza e il benessere, arrivò il culto, il desiderio del bello, del sublime, del funzionale. Perché solo chi si libera dai fardelli quotidiani e dallo stretto bisogno può coltivarlo.
Ora dove siamo? A un nuovo Rinascimento, o dopo il miracolo italiano ci stiamo avviando a un nuovo '600, della controriforma e del ritorno a dispotismo e all’arretramento del benessere economico e delle libertà? A cura di Gioele Magaldi. Conduce Roberto Hechich
Appuntamento del 20 gennaio 2023 alle 18 (eccezionalmente, invece che alle 13) sul Canale Web MRTV Italia: https://youtu.be/MudbZSSrdDU