E non è una comunità religiosamente ispirata.
Il MR è una entità politica (metapartitica) laica, che annovera al suo interno massoni e profani, gnostici e agnostici, cattolici e cristiani riformati, ebrei, buddhisti, islamici o seguaci di altre religioni, e anche coloro che si proclamino atei.
Perciò, di fronte alla morte fisica di qualsiasi essere umano, non abbiamo da esprimere punti di vista specifici, lasciando a ciascuno dei nostri soci di immaginarsi come meglio creda il senso più profondo della vita, della morte e di un eventuale post-mortem.
Tuttavia, nel porgere ufficialmente il nostro saluto affettuoso alla Socia fondatrice MR Grazia Orlanducci, che di recente ci ha lasciato, vogliamo anche ribadire che sia la vita che la morte sono dei grandi misteri e che non è detto che chi abbandoni apparentemente le sue spoglie terrestri cessi per ciò stesso di esistere tout-court entro i confini della Vita-Materia-Energia universale.
Nulla è detto, proprio entro un orizzonte autenticamente laico e dubitativo, scevro da dogmi ecclesiali o ateistico-positivistici.
Di certo, per ora e per sempre, GRAZIA ORLANDUCCI rimane e rimarrà nella memoria affettuosissima dei suoi familiari e amici e di ciascuno di noi della comunità rooseveltiana, specie nel ricordo pieno di stima e considerazione di chi ha avuto il piacere e il privilegio di conoscerla direttamente.
Riproduciamo qui di seguito anche l’omaggio personale che il Presidente MR Gioele Magaldi ha voluto indirizzare a GRAZIA e ai suoi congiunti, direttamente dalle pagine del suo Diario facebook:
IN MEMORIA DI GRAZIA ORLANDUCCI UGOLINI, SOCIA FONDATRICE DEL MOVIMENTO ROOSEVELT.
Dedico i primi pensieri di questa mattina ad Andrea Ugolini ,uno dei più promettenti giovani della sua generazione e un rooseveltiano doc, socio fondatore del Movimento Roosevelt.
Dedico i miei primi pensieri di oggi al Papà di Andrea, Giuseppe, a sua Sorella, ai loro familiari.
Dedico i miei primi pensieri di oggi e quelli dei giorni che verranno a Grazia Orlanducci Ugolini, Moglie di Giuseppe e Madre di Andrea Ugolini.
Grazia era una socia fondatrice del Movimento Roosevelt, al pari di suo marito Giuseppe e di suo figlio Andrea Ugolini.
Purtroppo,da qualche ora Grazia non c'è più, almeno in apparenza, almeno per quel che riguarda il suo corpo fisico.
Non sarò retorico.
Non credo abbia senso esserlo mai, nè davanti alla vita né davanti alla morte.
Ma ad Andrea Ugolini, a suo Papà, a sua Sorella, a tutti i loro cari che piangono la morte terrena di GRAZIA, una persona davvero bella e speciale (che ho avuto il privilegio di conoscere), vorrei dedicare queste parole di Marguerite Yourcenar:
"L'immenso brusio della vita in fuga continuava: una fontana a Eyoub, il gorgogliare di una sorgente zampillante dal suolo a Vaucluse in Provenza, un torrente fra Ostersund e Froso si pensarono in lui senza che egli avesse bisogno di ricordarne i nomi. Poi, in tutto quel frastuono distinse un rantolo. Respirava a grandi e rumorose inspirazioni superficiali che non gli empivano il torace; qualcuno che non era più del tutto lui, ma sembrava un po' in disparte a sinistra, considerava con indifferenza quelle convulsioni d'agonia. Così respira un corridore sfinito nel raggiungere il traguardo. Era calata la notte, senza che egli potesse distinguere se in lui o nella stanza tutto era buio. Anche la notte si moveva; le tenebre si scansavano per far posto ad altre, abisso dopo abisso, strato oscuro su strato oscuro. Ma quel nero, diverso da quello che si coglie cogli occhi, vibrava di colori originati, per così dire, dalla loro stessa assenza; il nero tendeva al verde livido, poi si mutava in bianco puro; il bianco pallido inclinava al rosso oro senza che tuttavia venisse meno il nero originario, proprio come la luce degli astri e l'aurora boreale trasaliscono nella notte comunque nera. Per un istante che gli parve eterno, un globo scarlatto palpitò in lui o fuori di lui, sanguinò sul mare. Come il sole estivo nelle regioni polari, la sfera sfavillante sembrò esitare, pronta a scendere di un grado verso il nadir, poi con impercettibile sussulto risalì verso lo zenit e alla fine si dissolse in un giorno abbagliante che era allo stesso tempo notte.
Non vedeva più, ma i rumori ancora lo raggiungevano.
Come non molto tempo prima a San Cosma, nel corridoio risuonarono passi precipitosi: era il carceriere che aveva notato sul pavimento una chiazza nerastra. Un momento prima il terrore avrebbe afferrato l'agonizzante all'idea di esser ripreso e costretto a vivere e a morire qualche ora di più. Ma l'angoscia ormai era cessata: era libero; l'uomo che veniva verso di lui poteva essere solo un amico. Fece o credette di fare uno sforzo per sollevarsi, senza sapere chiaramente se lo soccorrevano o se al contrario era lui che portava aiuto. Il cigolar delle chiavi nella toppa e dei catenacci non fu per lui che un rumore acutissimo di porta che si apre. Non è dato andare oltre..." (Marguerite Yourcenar, "L'Opera al Nero", Feltrinelli, Milano 1997 [ Paris 1968 ], pp.282-283)
Arrivederci, GRAZIA, buon proseguimento di Viaggio.
Gioele Magaldi
UFFICIO DI PRESIDENZA DEL MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
(Articolo del 10 luglio 2016)
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