News dal Dipartimento Ambiente

Relazione tra Ambiente e Salute – Intervista alla dott.ssa Oliva VALLE (*)

di Davide Montefiori (**)

Come promesso negli articoli pubblicati precedentemente (I, II), nel corso di questa intervista cercheremo di comprendere in quale modo l’ambiente nel quale viviamo (Aria-Acqua-Terra), influenzi in modo determinante lo stato di salute o di malattia della popolazione “affetta” da un determinato tipo di progresso.

La dott.ssa Oliva Valle, è il medico che ci guiderà in questo percorso. Con lei scopriremo in che cosa consista l’Epigenetica, nuova branca della medicina, ormai nota in tutto il mondo scientifico, che dimostra lo stretto rapporto esistente tra Ambiente e Salute.

Senza dilungarci troppo, iniziamo dunque direttamente con le domande.

D- Prima di affrontare gli argomenti che metteranno in collegamento l’Ambiente malato e la salute, puoi dirci che cos’è l’Epigenetica?

R- L’Epigenetica è la branca della medicina che studia la trasmissione di caratteri ereditabili che modificano l’espressione genica, non legati alla sequenza del DNA.

Tali cambiamenti influenzano il fenotipo senza alterare il genotipo.

D- Credo di aver iniziato con la domanda sbagliata!

Proviamo con una più semplice: conosci il dott. Burgio e conosci i suoi lavori sull’Epigenetica?

R- Certamente, conosco il dott. Burgio: è pediatra, ricercatore ed è uno dei maggiori conoscitori e studiosi dell’Epigenetica, ma non è il solo ad occuparsi di questo tema.

D- Ho visto alcune conferenze tenute dal dott. Burgio sull’Epigenetica e mi ha impressionato sapere che le mie abitudini e l’ambiente in cui vivo possono influenzare radicalmente la vita dei miei figli, dei miei nipoti e delle future generazioni. Se ho capito bene ciò che il dott. Burgio dice, al nostro mondo sta succedendo una cosa gravissima. E’ vero che è in atto una Rivoluzione Epidemiologica che coinvolge tutta l’umanità?

R- Direi che tu abbia capito correttamente, ma andiamo con ordine.

Secondo ciò che gli studi presentati affermano, negli ultimi 50 anni, nel Nord del Pianeta sono quasi scomparse le patologie acute da cause infettive e parassitarie e, in modo speculare, sono aumentate le malattie cronico-degenerative, ovvero: malattie neuro degenerative (Demenza, Parkinson, ecc.) - patologie tumorali (1 persona su 2 in Europa va incontro ad un cancro); patologie infiammatorie croniche (infarti, aterosclerosi, Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva, ecc.). Vi è inoltre un incremento enorme di diabete II e di obesità così rapido, che la OMS la definisce PANDEMIA di DIABESITA’.

Nei nostri bambini, è aumentata, inoltre, in modo rilevante, l’incidenza delle malattie del neuro sviluppo, quali l’autismo e i disturbi dell’apprendimento.

D- Quindi l’incidenza delle malattie del neuro sviluppo è aumentata enormemente ed i bambini sono più ammalati rispetto ad anni fa?

R- L’incidenza di autismo in Italia, secondo quanto affermano gli esperti di Epigenetica sulla base dei dati epidemiologici, 30 anni fa era di 1:1200, oggi è di 1:100 bambini. L’incidenza attuale in Canada è di 1:59 bambini.

Inoltre, non vi è una classe scolastica, nella quale non vi sia almeno un bambino con problemi del neuro-sviluppo o dell’attenzione e questo incremento è talmente massiccio, che non può essere legato soltanto al miglioramento delle possibilità diagnostiche.

D- Pandemia di DIABESITÀ; puoi essere più precisa e dirci cos’è?

R- Citiamo ancora le statistiche più recenti, presentate a molti congressi che trattano di Epigenetica e di Salute. Negli USA, 1 persona su 3 è patologicamente obesa (con tutte le conseguenze negative endocrino-metaboliche correlate). Mentre per quanto riguarda il diabete II, che fino a 30 anni fa era una patologia dell’età senile, oggi è anche una malattia dell’età giovanile. Si calcola che negli USA i diabetici siano circa 170 milioni su circa 320 milioni di abitanti.

Ma anche in Italia, 30 anni fa i pediatri non vedevano bambini obesi, oggi oltre il 10% dei bambini è obeso.

D- Questo vuol dire che abbiamo cattive abitudini alimentari e che dobbiamo agire sullo stile di vita delle persone?

R- Certamente lo stile di vita è importante fin da bambini, ma non è sufficiente. Intendo dire che occorre incoraggiare l’astensione dal fumo, limitare l’uso di alcolici, prediligere cibo privo di pesticidi, conservanti e metalli pesanti perché sono interferenti endocrini; ciò significa che queste sostanze rappresentano “un’interferenza ormonale” che agisce sull’asse ipotalamo-ipofisario, per cui alterano le sensazioni di sazietà e di fame con la conseguente insorgenza di obesità.

D- Come facciamo ad eliminare queste sostanze dal cibo?

R- Non è possibile eliminarle completamente, però si dovrebbero privilegiare prodotti provenienti da produttori di fiducia, da filiera corta o a km 0, o ancora, l’utilizzo di prodotti biologici, perché, anche se non si potranno eliminare tutte le sostanze dannose, certamente si ridurrebbero, perché le filiere corte o biologiche, necessitano di minor utilizzo di conservanti (o almeno dovrebbero).

D- Hai detto, comunque, che lo stile di vita è importante, ma non è sufficiente. Che vuoi dire?

R- Per quanto una persona mangi bene, faccia attività fisica, non beva alcolici e non fumi, il fatto stesso che viva in un ambiente inquinato, vanifica, almeno in parte, gli sforzi fatti.

Si deve ripulire l’ambiente. 

D- Di tutto questo, secondo il tuo punto di vista, se ne parla abbastanza?

R- Di questo fenomeno e di tale Rivoluzione Epidemiologica, i mezzi di comunicazione di massa, i giornali, gli specialisti del settore normalmente intervistati, la cui voce arriva ai cittadini, nella migliore delle ipotesi non sono sufficientemente informati, per cui non se ne parla.

L’unico dato che viene fornito è quello della sopravvivenza e dell’incremento dell’età media di vita (ormai opinabile), mentre non si parla del fatto, che i nostri bambini stiano sempre peggio e questo cambia, in prospettiva, l’epidemiologia a livello internazionale.

D- Cosa intendi, quando dici che l’incremento dell’età media di sopravvivenza è “Opinabile” e che i nostri bambini stanno sempre peggio?

R- E’ opinabile perché secondo i dati forniti da Eurostat, fermi al 2015, l’aspettativa di vita in Europa sta scendendo rispetto al 2014 per ambo i sessi, e questo vale per tutti gli stati europei.

Ma c’è un altro dato ben più interessante e preoccupante: dal 2003 l’aspettativa di vita media “sana”, cioè senza patologie, sta drasticamente diminuendo.

D- Puoi spiegarci cosa sta succedendo?

R- Negli anni ‘90, si pensava che le cause delle malattie fossero strettamente legate ai polimorfismi del DNA e per approfondire l’argomento dovremmo parlare del “Progetto Genoma”, ma credo che servirebbe troppo tempo per descriverlo ora.

D- Puoi riassumere in poche parole cos’è il progetto GENOMA?

R- E’ difficile descrivere il Progetto Genoma in poche parole, comunque, si può dire che il Progetto GENOMA (HGP – Human Genome Project) iniziò negli USA nel 1990 e coinvolse migliaia di scienziati e decine di laboratori di vari paesi nel mondo. Nel 2000, il presidente Clinton ed il premier britannico Blair annunciarono al mondo, l’avvenuta conclusione della bozza del sequenziamento del nostro patrimonio genetico. Il Progetto venne concluso quando, nell’aprile 2003, il consorzio pubblico che lo gestiva, annunciò il completamento dell’intera sequenza del genoma umano.

Il progetto aveva avuto l’obiettivo di decodificare la sequenza dei geni della specie umana e la loro posizione nei cromosomi, costruendo la mappa del genoma. Si investirono a quel tempo, enormi risorse in quel progetto, pensando che, possedere la mappa del genoma, significasse avere la possibilità di sconfiggere le malattie, che si riteneva fossero legate soltanto ai geni e alle variazioni interindividuali nella sequenza del DNA. In realtà non era così. Oggi sappiamo, che è di grande importanza anche l’Epigenoma, che rappresenta le istruzioni che regolano il Genoma stesso.

L’Epigenoma è una sorta di interruttore che spegne e accende i geni, in base alle sollecitazioni che provengono dall’ambiente, nel quale siamo immersi.

     Dunque, se il DNA è qualcosa di paragonabile ad un “Hardware”, scritto “a penna” e comune a tutti gli esseri umani, l’Epigenoma è il “Software”, scritto “a matita”, caratteristico per ogni singolo individuo. E’ nata infatti una nuova branca della scienza che prende il nome di “Epigenetica” ed è lo studio del software del DNA. Essa studia le modificazioni dell’Epigenoma indotte dalle informazioni che provengono dall’ambiente in cui siamo immersi.

L’Epigenoma, estremamente duttile e modificabile (impressionabile sia in senso positivo sia in senso negativo) si forma nella prima parte della vita e precisamente nei primi 1000 giorni dalla data del concepimento.

Sono innumerevoli le “piccole” marcature dell’Epigenoma, che possono influire sul futuro della salute del bambino quando sarà adulto: esse sono state ampiamente studiate e interpretate dai ricercatori.

D- Da cosa viene influenzato questo software, questo Epigenoma?

R- Sono molte le informazioni dannose che possono alterare in senso negativo l’Epigenoma del feto e del bambino. Tali informazioni provengono dall’ambiente in cui viviamo e che stiamo deteriorando.

D- Quindi, se parliamo di ambiente deteriorato, i più esposti e danneggiati dovrebbero essere i lavoratori dell’industria.

R- No, non solo loro.

Per ambiente, non intendiamo solamente quello cui sono esposti i lavoratori di una fabbrica particolarmente inquinante, ma intendiamo Aria, Terra, Acqua e Catene alimentari: dunque l’ambiente in cui viviamo, non solo quello in cui lavoriamo.

D- Puoi essere più precisa?

R- Voglio dire che tutta la popolazione è esposta alla presenza massiva di inquinanti, quali pesticidi e metalli pesanti (presenti nelle catene alimentari), agli inquinanti atmosferici quali polveri sottili e particolato ultra-fine, all’elettromagnetismo, alla radioattività e molto altro.

D- E tutti questi fattori, come interferiscono con la nostra salute?

R- Tali inquinanti, ormai onnipresenti, interferiscono con l’Epigenoma del feto, poiché attraversano la placenta ed alterano, ciascuno con meccanismi diversi, ma ben conosciuti, la Programmazione dello sviluppo fetale.

Tutto questo non solo ha determinato l’impressionante incremento delle malattie cronico-degenerative e del neuro sviluppo, ma viene trasmesso alle generazioni future, comportando la modificazione del fenotipo della specie umana, mettendone a rischio la sopravvivenza.

D- A quali malattie fai riferimento e cosa vuoi dire con “modificazione del fenotipo della specie umana”?

R- Faccio riferimento a tutte le malattie di cui abbiamo parlato. Esse sono legate all’esposizione materno-fetale e dei bambini nei primi 2 anni di vita ad inquinanti che, con incuria e mancanza di consapevolezza, immettiamo nell’ambiente.

D- Ma ne sei proprio sicura?

R- Purtroppo si! La conferma di questa realtà, la fornisce il dato del progressivo aumento dell’incidenza di tumori nel 1° anno di vita del bambino.

Infatti, fino a pochi decenni fa i tumori erano, prerogativa dell’età avanzata e si riteneva che fossero dovuti ad esposizioni prolungate alle sostanze inquinanti dell’epoca. Ora sappiamo, che l’esposizione materno-fetale delle generazioni degli ultimi 50 anni, a crescenti quantità e tipi di inquinanti, ha determinato e sta tuttora provocando, la comparsa di patologie tumorali nei nostri bambini e, per via epigenomica, potrà provocarla nelle generazioni future.

D- Quindi ogni madre deve evitare l’esposizione a fattori inquinanti?

R- Il problema non è, naturalmente, della singola madre o dello “stile di vita” del singolo soggetto, bensì di tutta la popolazione. Si deve lavorare allo scopo di proteggere la nostra specie, soprattutto nella prima fase della vita, dagli effetti negativi di un ambiente degradato.

D- Si può tornare indietro? Si può rimediare a questo disastro?

R- Non sappiamo quanto tempo possa volerci, ma sappiamo che le marcature epigenetiche sono REVERSIBILI.

D- Potresti consigliarci una strada, un percorso che, secondo te, sia quello giusto per rimediare al danno causato alla nostra specie e a tutti gli esseri viventi su questa terra?

R- Ricette non ne possiedo, ma so che si deve lavorare tutti insieme con consapevolezza.

Da un lato, gli specialisti del settore devono diffondere senza allarmismi le informazioni note e documentate, dall’altra i politici devono prendere le decisioni per la gestione e la soluzione del problema.

I media devono diffondere i protocolli di comportamento corretti, la scuola e l’università devono istruire nel modo giusto, affrontando tali tematiche con i ragazzi.

L’industria e l’agricoltura devono seguire percorsi di riduzione dell’inquinamento e deve crescere la consapevolezza nella popolazione per un consumo corretto del cibo, dell’ambiente e del suolo.

D- E con le multinazionali e i poteri forti, quelli economico-finanziari come la mettiamo? Pensi che sia fattibile farli ragionare?

R- Insomma, non sarà una passeggiata, ma ognuno deve fare la propria parte e lo Stato deve tutelare la salute dei cittadini e creare percorsi di sviluppo sano e consapevole, sin dalle nuove generazioni, affinché si possa recuperare il danno perduto e regredire su questa deriva autodistruttiva. I poteri forti, come li chiami tu, se messi alle strette dovranno adeguarsi. Dobbiamo aver ben presenti tutti, compresi i cosiddetti “poteri forti”, che non c’è altra via d’uscita.

Grazie mille Oliva, sei stata molto gentile a rilasciare questa interessantissima intervista, spero che possa essere gradita anche ai nostri lettori.

(*) dott.ssa Oliva Valle

Medico chirurgo, Medico di Medicina Generale, Specialista in Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso, iscritto ISDE (International Society of Doctors for the Environment - Medici per l’Ambiente Italia)


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(**) Davide Montefiori
- Coordinatore Movimento Roosevelt - Regione Liguria
- Collaboratore nel Dipartimento per l'Ambiente, la Rigenerazione urbana e la Tutela del territorio e del mare del Movimento Roosevelt

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