In difesa di Matteo Zuppi e Lorenzo Fioramonti: Crocifissi e tortellini
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- Categoria: Presidenza
- Pubblicato: Giovedì, 03 Ottobre 2019 10:20
- Postato da Ufficio di Presidenza MR
Il presidente del Movimento Roosevelt, che plaude a monsignor Zuppi per gli agnolotti senza maiale a Bologna, difende il ministro Fioramonti: in Francia e Germania nessun croficisso nei luoghi pubblici, la civiltà occidentale ha istituito la libertà di religione ponendo una netta distinzione tra la sfera pubblica e l'ambito privato della fede
«Chi vuole il crocifisso nelle scuole non difende il cristianesimo, ma solo i patti clerico-fascisti stipulati negli anni Venti da Mussolini per stabilire un'egemonia culturale clerico-fascista sulle nuove generazioni, agendo sulla scuola e sull'educazione». Lo afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, schierandosi col ministro dell'istruzione Lorenzo Fioramonti che ha messo in dubbio l'opportunità di esporre i crocifissi nelle scuole. «In Francia, in Belgio e in Germania (con l'eccezione della Baviera) non c'è nessun crocifisso nelle scuole e nei tribunali», ricorda Magaldi. «Una conferma della vera natura della cività occidentale, cui si deve la conquista storica della libertà di religione: ciascuno è libero di professare la propria fede, senza però che quest'ambito (privato) condizioni la sfera pubblica, che deve restare laica, superando l'oscuro retaggio delle antiche teocrazie».
In realtà, ricorda Magaldi, così era anche in Italia prima del fascismo: «Quella del crocifisso nei luoghi pubblici non è una tradizione secolare, ma un'innovazione introdotta da una legge fascista del 1924». Normativa anomala, «poi entrata anche nella Costituzione del 1948, vergognosamente, grazie all'ipocrisia e alla malafede del leader comunista Togliatti». Aggiunge Magaldi: «Gli analfabeti di ritorno della nostra classe politica, che fanno allarmismo sul presunto neofascismo di oggi, sappiano che lo Stato laico e liberale, pre-fascista, non prevedeva i crocifissi nelle scuole: chi dice di difendere la nostra identità culturale non conosce la nostra storia né la nostra tradizione». Tra gli ipocriti, Magaldi include anche il premier Conte: «Si dice pronto, da cattolico, a garantire “libertà di coscienza” ai medici messi di fronte al problema dell'eutanasia, eppure è lo stesso Conte che rinfacciava a Salvini l'esibizione del crocifisso nei comizi».
I crocifissi nelle scuole e negli altri edifici pubblici «non appartengono alla tradizione cattolica», ribadisce Magaldi: «Sono stati imposti con leggi del 1924-28 come parte di quel connubio clerico-fascista che rappresenta uno dei momenti più bassi dei rapporti tra Stato e Chiesa in Italia». Massone progressista, Magaldi è anche profondamente cattolico. «La libertà di religione – dice – è stata conculcata per secoli dalle stesse religioni. Non ce l'ha portata lo Spirito Santo: l'hanno garantita, semmai, le avanguardie laiche e massoniche che hanno costruito il mondo contemporaneo, che tutela culture diverse». Ecco perché oggi, per la festa di San Petronio, «ha fatto benissimo la curia di Bologna a predisporre, nel menù della popolare sagra gastronomica, anche agnolotti con ripieno a base di pollo, per chi avesse problemi con la carne di maiale».
Non che sia scomparsa la mortadella, dagli agnolotti di San Petronio: la notizia (falsa) è stata veicolata da estremisti. Per Magaldi, si è trattato di «un fraintendimento velenoso e stupido, visto che il ripieno di maiale resterà largamente maggioritario». Gli agnolotti al pollo, semmai, potranno avvicinare alla festa cattolica anche altre culture. Magaldi punta il dito contro «l'ateismo devoto e il tradizionalismo integralista reazionario» di chi contesta l'arcivescovo bolognese Matteo Maria Zuppi, presto cardinale, «esemplare interprete del rinnovamento e delle aperture inclusive intraprese dalla Chiesa di Papa Francesco».
Le dichiarazioni di Magaldi sono contenute nella video-chat su YouTube con Marco Moiso, vicepresidente del Movimento Roosevelt, registrata il 2 ottobre 2019.