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Nasce "Italexit" di Gianluigi Paragone: si riconoscano i meriti, ma si facciano anche i distinguo

Magaldi: i migliori auguri a "Italexit" di Gianluigi Paragone, che ha il merito di aver portato nella televisione italiana Paolo Barnard e la Modern Modern Theory

 

Il presidente del Movimento Roosevelt: noi restiamo europeisti e lontanissimi da chi chiede l'uscita dall'Europa, ma in questa Unione Europea non c'è proprio niente da salvare

 

«Restiamo avversari, ma porgo sinceri auguri a Gianluigi Paragone per il suo "Italexit": ha tutto il diritto di non essere scomunicato come eretico solo perché osa mettere in discussione questa Unione Europea, che è semplicemente irriformabile. Anche con l'ultima farsa del Recovery Fund, rivelatasi una amarissima beffa per l'Italia, Bruxelles ha confermato di essere un covo di forsennati sovranismi nazionistici, dietro il paravento ipocrita del falso europeismo». Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt ed esponente italiano del circuito massonico progressista sovranazionale, riconosce la lealtà di Paragone: «E' sempre stato su posizioni fortemente critiche rispetto all'Ue, e si era candidato coi 5 Stelle animato da propositi di radicale rinnovamento. Dopo aver sostenuto il tentativo gialloverde, si è ribellato alla deriva "democristiana" dei pentastellati. E ora è coerente, nel tentare di restare fedele alle sue idee».

Tra i meriti che Magaldi attribuisce a Paragone, come giornalista, c'è quello di aver introdotto in Italia la Modern Money Theory attraverso un ospite spigoloso come Paolo Barnard, presente in trasmissioni televisive come "La Gabbia". «La Mmt - sottolinea Magaldi - è una forma "estrema" di economia keynesiana: non a caso - aggiunge il leader "rooseveltiano" - è stata citata da Mario Draghi, come appositamente richiestogli dalla massoneria progressista, prima ancora di lasciare la Bce: era il segnale attraverso cui Draghi certificava il suo storico divorzio dallo schieramento "neoaristocratico" e il suo impegno ad abbracciare la causa progressista». A questo punto, mentre da più parti si fa il nome di Draghi per sostituire Conte, resta da vedere come si muoverà il Quirinale: «E' da capire - aggiunge Magaldi - se il presidente Mattarella, da servizievole paramassone qual è, seguirà la svolta del suo patrono Draghi». E spiega: «Mattarella sa benissimo che fu proprio Draghi a convincere Renzi a farlo eleggere al Quirinale».

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