Gioele Magaldi: class action contro il bavaglio di facebook e resistenza alle restrizioni della libertà
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- Pubblicato: Lunedì, 07 Dicembre 2020 15:43
- Postato da Comunicazioni Movimento Roosevelt
Il presidente del Movimento Roosevelt: rivolta contro il bavaglio e contro il regime autoritario che sta devastando l'Italia anche grazie all'arrendevolezza di troppi italiani, disposti persino a subire un "Natale del Diavolo", che disgrega l'unità delle famiglie
«Saranno tribunali speciali, un giorno non lontano, a processare i veri responsabili della strage Covid, organizzata terrorizzando la popolazione, sospendendo la libertà con l'introduzione dello "stato di guerra" e cessando di curare in modo adeguato i pazienti gravi, affetti da altre patologie». E' durissimo, Gioele Magaldi, nel prendere nota dell'ennesima "previsione" apocalittica del ministro Roberto Speranza e del suo consulente Walter Ricciardi. Aggiunge il presidente del Movimento Roosevelt: «I registi di questa crisi, progettata dall'oligarchia massonica mondiale per comprimere libertà e democrazia con l'alibi dell'emergenza sanitaria, possono godersi gli ultimi scampoli di questo loro strapotere: saranno spazzati via e giudicati severamente per quello che hanno fatto».
Esponente del circuito massonico progressista internazionale, l'autore del bestseller "Massoni" (Chiarelettere, 2014) punta il dito anche contro la censura operata da Facebook, che ha preso a oscurare post critici nei confronti della gestione Covid e in particolare dei vaccini che si vorrebbero imporre. «Non credano, costoro, di poter calpestare la libertà di espressione: sfideremo in tribunale Facebook Italia». Magaldi annuncia «una class action, coordinata dal Sostegno Legale del Movimento Roosevelt: inviteremo a parteciparvi tutti gli utenti che sono stati danneggiati dall'inaudito "bavaglio" imposto dal social media, che si crede al di sopra della legge». Rincara la dose Magaldi: «Non pensino, i gestori del social, di poter incolpare l'automatismo degli algoritmi: so benissimo che gli stessi algoritmi sono progettati da "fratelli" che hanno un'identità precisa». Chiara l'allusione a massoni "rinnegati", sospettati di manipolare il social network.