News dall'Ufficio Stampa

Il presidente del Movimento Roosevelt: "A Macron quell'incendio serviva come il pane, ed è avvenuto in concomitanza con l'offensiva di Haftar in Libia e con le stragi nello Sri Lanka". Quanto a Follett, il grande romanziere "è un massone progressista, che non ha esitato a denunciare la vera natura dell'evento di Parigi"

"Ringrazio il "fratello" Ken Follett per aver alzato un'eccellente palla, che non mancherò di schiacciare". Così Gioele Magaldi commenta le clamorose dichiarazioni dell'autore de "I pilastri della Terra", che alla televisione inglese – ospite del programma "Good Morning Britain" – ha lanciato il pesante sospetto che il rogo di Notre-Dame sia stato di origine dolosa. "Qui sta succedendo qualcosa d'altro", ha detto Follett, mentre l'incendio era ancora in corso. "Sono inorridito", ha aggiunto, di fronte allo spettacolo della guglia gotica avvolta dalle fiamme: "È come se qualcuno fosse morto". Chiaro il riferimento simbolico al rogo del 18 marzo 1314, a Parigi, in cui fu arso vivo Jacques de Molay, ultimo gran maestro dei Templari. "Forse il grosso pubblico non sa che Notre-Dame è un simbolo per la massoneria, per il cristianesimo e anche per il neo-templarismo cristiano", afferma Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt ed esponente del circuito massonico progressista internazionale, di cui – spiega – fa parte lo stesso Ken Follett. "Tanti neo-templari sono indignati, per quello che si ritiene un clamoroso atto, spregevole e cinico, rispetto a questo luogo così importante per la sensibilità spirituale di molti". Magaldi annuncia rivelazioni esplosive: promette di fare nomi e cognomi di quelli che, a suo parere, sono gli ispiratori della distruzione della cattedrale parigina: "Una vicenda davvero vergognosa, che potremmo definire l'11 Settembre franco-europeo".

"Naturalmente – aggiunge Magaldi, in web-streaming su YouTube il 22 aprile con Fabio Frabetti di "Border Nights" – oggi, un 11 Settembre non poteva più presentarsi con le caratteristiche dell'11 Settembre newyorchese del 2001, né con le caratteristiche degli attentati (che obbediscono alla stessa logica) avvenuti sempre a Parigi, uno dei quali a pochi passi dall'allora presidente François Hollande". Oggi, sempre secondo Magaldi, "mostrare ulteriormente la vulnerabilità degli apparati di sicurezza e di intelligence francesi sarebbe stato un boomerang". Ma non è detto che questa storia di Notre-Dame "non si trasformi in un autogoal per i suoi ideatori". Per Magaldi, il rogo della cattedrale "è una strana vicenda, che avviene con una stranissima coincidenza: era in corso in Libia l'attacco di forze notoriamente supportate da ambienti che fanno capo al governo francese, e c'è senz'altro anche un collegamento di senso tra quello che è accaduto nello Sri Lanka: non per caso vengono colpiti alcuni tipi di strutture".

Magaldi è autore del bestseller "Massoni", pubblicato da Chiarelettere nel 2014: il saggio svela il ruolo occulto, nella gestione del potere mondiale, di 36 superlogge sovranazionali, alcune delle quali – di segno neoaristocratico – avrebbero orchestrato la strategia della tensione condotta a livello mondiale a partire proprio dall'attentato alle Torri Gemelle. Dopo New York, Parigi? In Europa, sostiene Magaldi, "i governi sono subordinati a gruppi di potere privati, oligarchici, che utilizzano i loro frontman, nelle cancellerie e nelle presidenze, per seguire delle politiche che non rappresentano nemmeno i rispettivi interessi nazionali". In altre parole "c'è una regia sovranazionale che sfrutta i governi nazionali per perseguire fini inconfessabili e opachi". Perché bruciare la cattedrale "templare"? "All'amministrazione Macron e ai suoi danti causa (apolidi e sovranazionali, oltre che francesi) serviva come il pane un evento come quello accaduto a Notre-Dame", afferma Magaldi. Che annuncia: "Nelle prossime ore chiarirò per bene – con nomi, cognomi e circostanze – quello che so o credo di sapere, sulla base di fonti precise e autorevoli".



UFFICIO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
Alessio Altieri
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(Articolo del 24 aprile 2019)