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L'economista, vicepresidente del Movimento Roosevelt: l'esecutivo Conte non ha avuto il coraggio di approvare neppure la timida proposta di Claudio Borghi per affiancare all'euro una moneta di Stato, non a debito, per risollevare l'economia

L'economista post-keynesiano Nino Galloni, vicepresidente del Movimento Roosevelt, esprime rammarico per l'eccessiva timidezza dell'esecutivo gialloverde in materia economica: "Non è stata presa in considerazione neppure la proposta di Claudio Borghi, assai più cauta della mia, per emettere "moneta di Stato", non a debito, allo scopo di risollevare l'economia italiana". Nell'affollato convegno "Moneta per noi, non contro di noi" promosso a Torino il 15 marzo dal Movimento Roosevelt (presente anche l'economista Egidio Rangone insieme a Roberto Alice, candidato 5 Stelle alle prossime elezioni regionali piemontesi), Galloni ha esposto l'obiettivo del piano salva-Italia al quale sta comunque lavorando. Obiettivo: emettere "moneta di Stato", non convertibile e spendibile solo in Italia, per creare occupazione a costo zero in settori come i servizi alla persona e il riassetto idrogeologico. Si tratterebbe di una valuta parallela all'euro, che secondo Galloni potrebbe generare in breve tempo almeno un milione di posti di lavoro, senza aumentare il debito pubblico.

Per Galloni, le "Statonote" avrebbero un valore strategico: accettate dal governo anche per pagare le tasse, darebbero un robusto incremento al potere di spesa, facendo crescere i consumi italiani e quindi il Pil. Purtroppo, aggiunge l'economista, il governo gialloverde non ha finora avuto il coraggio di adottare questa misura, pur non vietata dal Trattato di Lisbona: non è stata accettata neppure nella versione proposta dal leghista Borghi, presidente della commissione bilancio della Camera. La moneta parallela non sarebbe l'unica soluzione, peraltro, se si volesse rianimare l'economia: secondo lo stesso Galloni – che sarà fra i relatori dell'evento internazionale "Un New Deal Rooseveltiano per l'Europa", il 30 marzo a Londra – occorre anche creare un'agenzia di rating indipendente che valuti in modo finalmente obiettivo la solidità del sistema-Italia. L'economista propone inoltre che il governo torni a fissare il prezzo dei titoli di Stato, oggi affidato ai soli mercati finanziari, e chiede che venga ripristinata la netta separazione tra banche d'affari e banche al servizio dell'economia reale, per ridare ossigeno al credito per aziende e famiglie. In pratica, un ritorno al Glass-Stegall Act voluto da Roosevelt per uscire dalla Grande Depressione, e poi abrogato da Bill Clinton (per la gioia della finanza speculativa, da allora cresciuta fino a maneggiare un debito complessivo pari a 54 volte il Pil mondiale).


UFFICIO STAMPA MOVIMENTO ROOSEVELT (www.movimentoroosevelt.com)
Alessio Altieri
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(Articolo del 17 marzo 2019)