News dalla categoria Politica/attualità

pannella ebd11Marco Pannella è diverso da ogni altro politico italiano. Non se ne trova uno uguale, se si prova a cercarlo. Si può condividere o no, ma non gli si può togliere questo statuto di diversità. L'idea politica di Marco Pannella è un'idea divertente, brillante, è un altro modo di fare politica.

Ci sono molte cose che possono essergli contestate, ma dietro l'apparente illogicità c'è invece una coerenza interna intima e scrupolosa. Può anche darsi che, dopo i successi sulla spinta iniziale della contestazione, siano poi arrivati i soldi degli americani, che forse hanno addomesticato e patinanto la sua azione. Può darsi. E può darsi che abbia sbagliato ad avvicinarsi a Berlusconi in una certa fase (anche se la disapora socialista è andata più da quella parte che verso il PDS e i risultati si vedono nel PD attuale, che è una pattumiera così come una pattumiera è il sistema berlusconiano).

Può darsi che sia divenuto, negli ultimi anni, anche lui un padre-padrone che ha sclerotizzato i radicali (dove frattanto nascevano promesse anni '80 come Capezzone, valutate voi). Può darsi che il consiglio di amministrazione rai non sia un tema per il digiuno, e che lo fosse invece l'impedire la missione militare in Iraq. In politica sono mille le cose discutibili. Ma non si può mettere in dubbio che la sua politica sia stata un'altra cosa, una cosa di cui abbiamo bisogno oggi.

Anche sul rinnovamento della massoneria come necessità del rinnovamento della società italiana, non ha fatto mancare il suo pensiero luminoso e tagliente. Riportiamo da "Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980", editrice Gammalibri, gennaio 1982): "A partire dalle accuse, da parte repubblicana, di agire per conto della massoneria, Marco Pannella analizza il ruolo degradato e sostanzialmente subalterno al compromesso storico dell'organizzazione massonica che con il suo Gran Maestro Lino Salvini ha tradito completamente le tradizioni laiche e civili del passato, ben rappresentate da uomini come Ernesto Nathan".

Pannella ha interpretato lo spirito della Contestazione del '68 ed ha trasportato un modo di fare azione politica che - lontanissimo dalla violenza stupida degli anni di piombo (invero stupida in apparenza, perché pilotata dalle forze reazionarie e dalle stragi di stato - è saputo rimanere lontanissimo e superiore, portando, sul modello di Allen Ginzberg, la non-violenza, i mantra, le performance artistiche come metodo di lotta politica.

È evidente che questa eredità, questo modo di vedere le cose, deve innervarsi nel sentire politico e nell'agire sociale di chi porta un discorso di rinnovamento autenticamente radicale. 

Radicale nella qualità, nel metodo, nell'essere radicalmente diversi. Nel coraggio, nell'affrontare temi che agli altri fanno paura. Il divorzio, l'aborto, sono temi civili grazie all'azione di Marco Pannella. La legalizzazione delle droghe (che non è liberalizzazione, ma sottoposizione a regole chiare, eliminazione del rischio di sostanze alterate e sottrazione di questo mercato alla mafia) è ancora da fare. Ancora da fare è anche il lavoro sull'eutanasia.

I radicali hanno tracciato la via. Un grazie a un uomo diverso; salutiamo così, nell'ora della sua dipartita, Marco Pannella, uomo politico senza uguali nella scena italiana.