News dal Dipartimento Beni Culturali

Vorrei condividere qualche mio pensiero sull'evoluzione che auspico per il Movimento, analizzando di volta in volta alcuni temi che reputo particolarmente significativi. Ritengo però utile, prima di cominciare con questi interventi, fare un ragionamento su un fenomeno che, non certo nuovo, sta interessando la comunicazione e, da ultimo, anche l'offerta politica e quella di teorie (o meglio pseudo-teorie) economiche e sociali: "la sindrome del proiettile d'argento". Per farlo, però, devo partire un po' più da lontano.

Il famoso Silver Bullet è, ci dice il folklore, l'unica arma efficace per uccidere (a seconda della tradizione) streghe, lupi mannari, mostri e affini. I "mostri", infatti, hanno sempre popolato il nostro mondo o almeno le nostre menti e le nostre storie. E non solo da bambini. Licantropi generati a seguito di maledizioni oppure di punizioni: Sant'Agostino scriveva : "Omnes angeli, boni et mali, ex virtute naturali habent potestate transmutandi corpore nostra ", ovvero che tutti gli angeli, buoni e cattivi, hanno il potere di trasformare il nostro corpo. Era perciò perfettamente naturale attendersi che, in quest'atmosfera da tregenda, la saggezza popolare sviluppasse dei rimedi "magici" e "definitivi" per uccidere tali bestie. E così è stato! (E così è ancora adesso...)

Venendo ai giorni nostri, il proiettile d'argento era il marchio di fabbrica del "Lone Ranger", il cavaliere americano dei fumetti e della tv, che con il fido Tonto, di volta in volta eliminava in tal guisa il cattivo o l'ingiustizia di turno.

Ma il motivo per questo mio intervento non è certo (solo) una escursione nel mondo del folklore o del fumetto. Quanto sopra, infatti, lo possiamo osservare tutti i giorni nella nostra società.

Il fenomeno di cui scrivo è stato prima analizzato (come spesso accade di questi tempi) nel campo dell'IT in un famoso testo (vincitore del premio Turing) che tratta di come scrivere programmi software ("No Silver Bullet — Essence and Accidents of Software Engineering"), che teorizza come non sia possibile che un singolo sviluppo (gestionale o di software) possa causare un miglioramento sostanziale della produttività, e poco dopo è stata addirittura teorizzata una "sindrome del silver bullet" in ambito manageriale, dove l'intera azienda e/o il manager di turno credevano fortemente che avrebbero risolto tutti i loro annosi problemi acquistando un particolare software (o una particolare tecnologia) in libera vendita. Il proiettile d'argento, appunto. Inutile dire che le ricerche dimostrano che quasi sempre la conseguenza di questo "atto di fede" ha comportato risultati assolutamente opposti. 

Più di recente, in particolare con l'avvento e l'esplosione della comunicazione nella rete, si sono poi fatte strada tantissime realtà, anche nel mercato aperto ai consumatori, che promettono dei rimedi rapidi, indolore e soprattutto definitivi per quasi ogni necessità. Tali campagne martellanti hanno, purtroppo, particolare presa in periodi di crisi (sia a livello personale che sociale). In base a queste promesse è infatti possibile, di volta in volta, dimagrire, arricchirsi, laurearsi, vendere, trovare lavoro, e chi più ne ha più ne metta senza sforzo ed a modico prezzo. E, come vedremo, nessuno di noi ne è totalmente immune.

In tutti questi casi si possono notare delle forti similitudini, ovvero delle strategie ripetitive che sono sapientemente utilizzate dal marketing per "abbassare" la soglia di guardia ed arrivare alla vendita. 

Innanzitutto si deve partire da una problematica ovvia, dove necessariamente c'è l'accordo. Sei grasso. Sei povero. Non sei laureato. Sei disoccupato. La cosa ti fa stare male/in colpa. Fatto questo passo, bisogna liberare il soggetto da qualunque senso di colpa o responsabilità sull'accaduto: non è colpa tua! E' lo stress, il lavoro, i produttori di alimentari disonesti, e così via. Aiuta creare un nemico: a te lasciano solo gli scarti del cibo. All'interno degli alimenti c'è una sostanza nascosta che ti causa la fame. Ed infine, invariabilmente, prima di presentarti la soluzione, la stessa deve essere venduta come "segreta" (ovviamente è un paradosso un "segreto" pubblico, ma non importa). La ricetta segreta che (i nemici) non vogliono che tu conosca. Il segreto della dieta. Il segreto della ricchezza. Perché? Innanzitutto perché siamo attratti da questa parola (notate quanti libri la contengono), ma, soprattutto, così giustificano in anticipo la ovvia obiezione : "ma se era così facile, perché non lo fa nessuno?". Scemo, perché era segreto. Ma a te lo dico per una modica cifra. 

Il trucco sta tutto nell'attivare la nostra parte "emozionale", così da influenzare delle decisioni che dovrebbero essere, in gran parte almeno, razionali (e che noi, si badi, crediamo assolutamente razionali). E non pensiate che siano delle cose secondarie che " a me non succede di sicuro, che credi!". Uno studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato che, durante una campagna di raccolta fondi per beneficenza, semplicemente chiedere all'inizio della conversazione "Come sta?" , ricevendo di solito un generico "Bene, grazie", causava un incremento del 100% delle adesioni. Non c'entra nulla l'educazione, ma se ho appena detto di stare bene, come posso rifiutarmi di aiutare chi è più sfortunato? La parte emozionale entra in funzione. E da quel momento in poi, come scrive Cialdini : "Se io riesco a farvi prendere un impegno (assumere una posizione, dire pubblicamente qualcosa), avrò preparato il terreno per una vostra condotta automatica e irriflessiva, coerente con quell’impegno iniziale. Una volta presa posizione, c’è una tendenza naturale ad attenersi caparbiamente all’impegno."

A mio avviso questo meccanismo è entrato (e come poteva non farlo, nell'era del turbo-marketing?) prepotentemente anche nella comunicazione politica. (La ho tirata per le lunghe, ma ci sono arrivato!) 

Assistiamo quotidianamente  ad una ipersemplificazione dei problemi, per renderli ovvi, magari anche esagerandoli un po'. Come Sorrentino fa dire, (magistralmente!), a Toni Servillo nel bellissimo film "Viva la libertà",  "La catastrofe [è] divenuta l'unica vera risorsa della società italiana, la quale non sembra avere per sé altro programma che vivere sull'orlo di un abisso."

Dopo di che, maggioranza ed opposizione, guru ed economisti, ci dicono indistintamente che non è colpa nostra, ma del governo precedente, dell'Europa, della moneta, o di chiunque altro si trovi a passare. Ognuno poi aggiunge un nemico: deve esserci necessariamente un nemico per reggere tutto il gioco. Ed infine, la soluzione, semplice ed indolore, che nessun altro ha mai proposto perché censurata dalle forze opposte. Oh, badate bene, non importa che tutto ciò sia vero, basta che sia vagamente verosimile. (E' inutile sottolineare che c'è anche un prezzo da pagare...)

Ebbene io credo che noi dovremo fare tutto il possibile per evitare di cadere in questa trappola da venditori di "olio di serpente". Non esistono proiettili d'argento. I problemi, specie quelli che esistono da lungo tempo, hanno cause complesse e quasi sempre hanno pure soluzioni complesse. 

Dovremo sforzarci di comprendere (non certo eliminare, non è possibile e nemmeno auspicabile) la nostra parte emozionale, i nostri pregiudizi, e prendere decisioni che siano insieme pragmatiche e coraggiose. Sia chiaro, non sarà facile.

Roberto Tomaiuolo

(Articolo del 18 ottobre 2015)