Straordinaria e illuminante intervista su COLORS RADIO di CARMINE PACENTE (candidato Consigliere comunale e auspicabile Assessore a Milano)…
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- Categoria: Politica/attualità
- Pubblicato: Sabato, 04 Giugno 2016 20:52
- Postato da Redazione Movimento Roosevelt




Mi trovavo a Roma, due giorni fa. Avevo un appuntamento in piazza Campo de' Fiori (sì, proprio sotto il monumento di Giordano Bruno!) e, mentre mi recavo lì, vedo passare Emma Bonino. Non è mia abitudine disturbare le persone note, ma avevo visto un manifesto di Marco Panella, trapassato nemmeno una settimana or è già, con su scritto "a subito". Quel messaggio e l'apparizione della Bonino mi sono sembrate una comunicazione di corrispondenze che non potevo non cogliere. Mi avvicino e chiedo: "E' la signora Emma?" Lei risponde "Sì". "Le faccio una sola domanda" dico. "Cosa si può fare di radicale in Sicilia?" Lei fa un ampio sorriso e risponde: "Non lo so."
Marco Pannella è diverso da ogni altro politico italiano. Non se ne trova uno uguale, se si prova a cercarlo. Si può condividere o no, ma non gli si può togliere questo statuto di diversità. L'idea politica di Marco Pannella è un'idea divertente, brillante, è un altro modo di fare politica.
In breve, questo è il vero tema politico. La formazione e la selezione delle classi dirigenti. Una critica lucida e chiarificatrice è la più forte componente che si possa dare in politica. Di più: è l'unica, vera azione poltica possibile. 
La "questione morale" è un concetto del perbenismo borghese che sbaglia interamente prospettiva, riducendo a problema privato e individuale di coscienza un tema che invece è pubblico e collettivo e che è la principale patologia del sistema, il cui nome più compiuto è "corruzione".
Un momento dei lavori introduttivi al momento corale dell'Assemblea Generale Movimento Roosevelt: introduzione del gruppo dirigente e presentazione dei temi. (30 Aprile 2016, presso Chiesa Valdese, Roma - Sala del Tempio - Via IV Novembre, 107) [Foto di Daniele Poli]. L'analisi dei lavori svolti, per la quantità e la qualità dei temi trattati, è ancora in corso e richederà riflessione e approfondimento. Quel che si può affermare con certezza è che l'Assemblea è stata all'altezza delle aspettative: gli interventi che si sono succeduti, intersecando più livelli e mettendo in relazione soci e simpatizzanti di tutte le provenienze, estrazioni, età, ha fornito un quadro dinamico e pieno di spunti. La crisi di rappresentatività degli attuali partiti (ancor più grave per la scomparsa dell'unico vero modello di riferimento per il cambiamento), rende necessario e urgente l'affermarsi delle idee che animano il Movimento Roosevelt, a presidio dell'interpretazione progressista. C'è sicuramente ancora molto da fare, ed è importante che quanto detto in Assemblea sia riprodotto e agito in chiave locale, città per città. La strada però è quella giusta.
In preparazione dell'Assemblea Generale Movimento Roosevelt del 30 aprile 2016, nel discutere il testo di un documento che porteremo per la discussione e il confronto, propongo uno stralcio che attiene al tema del ruolo delle sproporzionate retribuzioni dei manager nella strategia neoliberista di smantellamento del welfare state. L'emergere delle modalità truccate su cui gira il mondo, dai "Panama Papers" in giù, fino ad arrivare alle beghe governative che hanno reso manifesta la dipendenza del governo nazionale dal business delle corporations del petrolio (il caso Tempa Rossa e la querelle dell'ex ministro Guidi) e giù giù via con le corruttele fino al livello più micro. Tutto questo ha fatto gridare il nuovo presidente dell'ANM (l'associazione nazionale magistrati), Pier Camillo Davigo, "La classe dirigente che delinque fa più danni dei delinquenti di strada", tesi alla quale senz'altro aderiamo: perché si può perdonare chi delinque per la disperazione e il bisogno, ma non chi lo fa partendo da posizioni di privilegio e per pura avidità.