Inserito per specifica competenza all’interno dello spazio riservato al Dipartimento Istruzione MR

The function of education Martin Luther King
Dopo i post di Marzia Ribecco sulla scuola italiana e la sua evoluzione storica [LA SCUOLA ITALIANA post del 26 Maggio 2016, clicca sul titolo per leggere] e di Alessandra Bosco sulla necessità della presenza delle arti nel sistema educativo [LA SCUOLA, IL METODO, LE ARTI post del 2 Giugno 2016, clicca sopra per leggere], il dipartimento propone di seguito un articolo di Mario Mariani in cui si viene delineando come il vero fine dell’insegnamento sia quello di un’autentica formazione umana. A tale scopo, l’autore propone una sorta di superamento del sistema scuola, così come oggi lo conosciamo, senza tuttavia interrompere il circuito tradizionale docente-discente che, al contrario, ha solo bisogno di essere rivitalizzato e liberato dalle strettoie in cui è spesso costretto da vecchi ordinamenti e rigidi programmi ministeriali. La proposta si articola in sette punti, sui quali per la verità gli “addetti ai lavori” hanno già discusso in passato e sui quali si continua a discutere, talora con il risultato di fare apparire questo dibattito ai confini tra la noia, l’utopia e il velleitarismo. Mario Mariani dimostra invece in breve sintesi e con argomentazioni suasive come questo “sogno” potrebbe tradursi concretamente nella realtà dell’insegnamento. Certo, occorre una volontà politica capace di guidare un processo che, più che una riforma del sistema scolastico, ha il sapore di un’autentica trasformazione dei valori sociali di riferimento del sistema educativo.

Il direttore del dipartimento (Sergio Magaldi)


IL SUPERAMENTO DEL “SISTEMA SCUOLA”

di Mario Mariani


Il primo fondamentale assioma su cui si debba porre un discorso rivolto a miglioramenti, ridefinizioni e riforme in ambito scolastico, è il trattare la delicata materia della forma mentis, della sua strutturazione intesa come morfologia del pensiero: in giovane età, apparentemente volatile, cangiante ma all'opposto scritta con caratteri dal tratto forte e sedimentati nell'inconscio che accompagneranno l'individuo per tutta la sua esistenza.

Spesso si ha la percezione di quanto poco conti, a livello formativo, il tempo che si passa fisicamente sui banchi di scuola durante l'apprendimento delle lezioni. Nel migliore dei casi è l'esperienza di vivere in una sorta di società protetta, di microcomunità a formare l''individuo e a lasciare i ricordi più intensi, piuttosto che l'insegnamento ricevuto, il quale produce frequentemente il risultato opposto: l'insofferenza ai dogmatismi e la disobbedienza alle monolitiche e incomprensibili forme di potere.
Senza scadere in facili demagogie, non poche volte però tali negligenti scolari hanno poi realizzato nella vita grandi cose, nei più svariati campi!
Purtroppo, come tante altre cose in Italia, si dà per scontato che il sistema scolastico sia sbagliato, obsoleto, insoddisfacente tanto per chi offre quanto per chi riceve l'insegnamento (per tacere poi di tutte le figure collaterali, personale non docente, ecc.).
Si perdono così tante occasioni di realizzare, con modalità diverse, in linea con il rapido evolversi della società, la vera missione di ogni sistema scolastico che si rispetti: la formazione di un individuo consapevole, critico, proattivo che giocherà un ruolo importante nel mondo, essendo egli stesso protagonista e spettatore del Cambiamento, ora più che mai necessario. Tramontati forse definitivamente i concetti di "posto fisso" e di lavoratore alle dipendenze "immobile" e intoccabile, i recenti mutamenti sociali ed economici hanno portato a reinquadrare le figure lavorative entro prospettive di libera professione, con la responsabilità diretta del proprio operato e della propria mobile e continua ricollocazione su quello che è un vero e proprio mercato del lavoro.
Al di là di profonde e necessarie riforme sociali nel mondo del lavoro occorrono parimenti riforme coraggiose che scuotano positivamente il suo naturale predecessore, il sistema scuola.

  • Riportare interesse nella scuola. La scuola non deve più essere vissuta come un luogo dal carattere coercitivo, noioso, dove il tempo sembra inevitabilmente perso (attitudine che si ritroverà tale e quale nel mondo del lavoro) . Deve diventare un luogo di apprendimento stimolante, dove ci si senta non animali in gabbia ma attori del proprio sapere, mettendosi alla prova e facendo esperienza, sfruttando le meravigliose opportunità ed energie che la giovinezza consente.
    Gli studenti dovranno essere responsabilizzati da subito, formati a vivere appieno nella contemporaneità e considerare la storia e la cronologia degli avvenimenti, non come un lontano passato di un mondo perduto ma come un'onda lunga che influenza il nostro presente e la società in cui ci troviamo a vivere. Che questo avvenga dunque da protagonisti che hanno la facoltà di potere cambiare le cose.
    Non la rigidità gerarchica della scuola fascista, non lo "svacco post-sessantottino" ma un luogo dove la serietà, offerta e richiesta, sia prima di tutto il rispetto per chi sta trasmettendo una cosa così preziosa come la conoscenza e, di conseguenza, verso se stessi.
  • Multidisciplinarietà e integrazione nell'offerta formativa – Sebbene i Piani di offerta formativa (POF) sembrino indicare una certa autonomia dell'istituto scolastico riguardo all'indirizzo pedagogico, è importante considerare l'approccio multi/inter/transdisciplinare tra le materie trattate, individuando linee comuni, connessioni e analogie con altre discipline che possano fornire spunti incrociati alla comprensione, in una fertile sintesi degli apprendimenti, per una conoscenza integrata e "olistica". Si tratta cioè di tracciare
    un percorso sinottico/cronologico che possa considerare e integrare innovazioni culturali, scoperte negli ambiti filosofici, scientifici storici e artistici.
    Qualcosa del genere esiste in appendice ai libri di storia (le tavole sinottiche), ma ciò che generalmente resta nello studente è una percezione confusa di eventi senza interesse e senza una concezione per così dire evolutiva e consequenziale.
    Affrontare dunque un periodo storico con approccio dinamico, curioso, che di volta in volta possa fornire nuovi spunti alla luce dell'attualità e delle nuove scoperte, anche di natura archeologica (come ad esempio gli studi di Archeologia Biblica di Israel Finkelstein).
    Nella pratica, si tratta di istituire un supervisore/coordinatore che può essere un docente che a turno ruoti con gli altri della stessa classe. Ogni anno scolastico potrà essere "dedicato" o ispirato da una o più tematiche generali, magari in occasione di particolari ricorrenze o in adesione ad annualità che varie istituzioni dedicano, sviluppando il lavoro secondo le prassi di cui sopra.
  • Profilazione degli studenti. Quasi sempre lo studente è abbandonato a se stesso: prima, durante e dopo il percorso scolastico. Ci sono a volte brevi percorsi di orientamento scolastico ma si limitano a fugaci incontri con docenti e rappresentanti di università o del mondo del lavoro. Come spesso superficiali sono i suggerimenti sull'eventuale successivo percorso scolastico da intraprendere. E' da consigliarsi un approccio più attento con una valutazione psicologica del gruppo e dei singoli studenti, in modo da poter considerare anche una flessibilità e mobilità tra sezioni e istituti scolastici. Non è accettabile che si trascorra un intero iter scolastico pluriennale per rendersi conto che "non era quella la strada". È opportuno quindi favorire la presenza di specifici osservatori scolastici, oltre a discussioni e frequenti briefing per abituarsi a tenere sotto controllo direzioni e indirizzi didattici. Ciò, al di là del miglioramento e dell'ottimizzazione delle risorse, farà percepire allo studente il proprio ruolo attivo all'interno del sistema scuola per cui il lavoro non sarà più un "salto nel buio" ma la naturale evoluzione e messa in opera di quanto precedentemente appreso. In quest'ottica, si rende necessario incentivare e ottimizzare l'esperienza nei brevi periodi di "stage" presso ambienti lavorativi.
  • Svecchiamento definitivo di tutte le "eredità" dei vecchi piani di studi, il che non vuol dire annullamento, ma ridefinizione e riconsiderazione. Ottimizzare maggiormente il tempo da dedicare in maniera monografica ad un classico della letteratura (vedi opere letterarie di Manzoni, Verga, ecc), potendo così privilegiare altri autori o aspetti che il tempo passato a "rincorrere" i programmi ministeriali non consente (Vedi Conservatorio, ancora fermo ai regi decreti degli anni '30, con i docenti inseriti in nuove metodologie e materie di cui non possiedono la competenza necessaria)). Riconsiderare il personale docente – demotivato o cristallizzato da vecchi concorsi e vecchi ordinamenti – con corsi di aggiornamento e/o eventuale ricollocazione, incentivando aspetti di creatività nell'insegnamento.
  • Approfondimenti mirati con tavole rotonde e su tematiche particolarmente delicate alcune delle quali solitamente non trattate o verso le quali si nutrono pregiudizi (come ad es. Massoneria, Revisioni storiche, Geopolitica, Educazione Civica, questioni sociali "gender") invitando esperti, voci fuori dal coro e stimolando il libero pensiero individuale.
  • Multiculturalismo, multilinguismo e internazionalizzazione
    Nell'ottica della "Strategia di Lisbona" (2000): sviluppare progettualità atte a migliorare l’apprendimento delle lingue straniere (ad esempio tenendo in lingua inglese lezioni di materie scientifiche, come il caso del Liceo Scientifico di Perugia); aumentare la mobilità e gli scambi culturali con paesi UE in modo da rafforzare la cooperazione europea, "facendo rete" con Istituti omologhi di altre nazioni (con conferenze e interazioni telematiche).
  • Pedagogia "sostenibile" e spirituale. Pur nelle differenze culturali e di indirizzi generici a cui ogni istituto scolastico si riferisce, considerare anche la possibilità di confronto e dialogo con percorsi alternativi/paralleli (home schooling, scuole autogestite,ecc. ) in un'ottica di arricchimento reciproco. Il regista Silvano Agosti da anni conduce una propria battaglia contro un sistema scolastico obsoleto che definisce "un creatore di schiavi" e sostiene la necessità di considerare l'Essere Umano come patrimonio dell'umanità. Dietro quella che potrebbe sembrare una tautologia ad effetto, è importante sostenere iniziative e idee pilota che accrescano il senso della sacralità dell'essere umano, in ottica di "sviluppo armonico dell'uomo", delle sue possibilità latenti favorendo discipline atte a considerare l'essere umano non come una "macchina mentale governata dagli ormoni" ma come un Essere unico, irripetibile.
    Trovare l'aspetto profondo, sacro e metafisico in quelle che sono considerate materie complementari e secondarie come religione, storia dell'arte, musica, ginnastica. In ognuna di queste materie valutare gli aspetti formativi più sottili con il ritorno al senso originario che tali materie ha ispirato.
    Istitutire magari a livello sperimentale una materia di Storia del pensiero esoterico e psicologico in cui si riportino gli insegnamenti delle scuole spirituali che possano avere una attinenza con un percorso scolastico consapevole (Steiner, Aivanhov, Yogananda, ecc), di pensatori come Jung, Hillmann, Alice Miller,       o di metodologie come Yoga, Zen, PNL, Pensiero Laterale.
    Una maggiore gestione delle proprie energie e risorse mentali, che la conoscenza di queste tecniche consente, produrrà individui molto più consapevoli, attenti e liberi, capaci di riconoscere e rispondere criticamente a ciò che viene loro proposto dalla società, dai mass-media e da chi detiene il potere, fornendo gli strumenti culturali per operare la rivoluzione culturale e personale che ovviamente non prescinde dalla piena realizzazione delle potenzialità armoniche del singolo inviduo.
Questa una sintesi delle linee guida che ritengo sia utile sviluppare nell’ottica di un’autentica riforma scolastica, integrandole magari, per maggiore autorevolezza, con riferimenti a studi psico-sociologici nei campi della didattica e infine con proposte innovative da valutare nelle sedi istituzionali.

( Articolo del 13 giugno 2016 )

Commenti   

0 # REALTA'Mario Caruselli 2016-06-13 11:16
Sono professore da 32 anni. Ho cercato di applicare i contenuti di Lisbona che volevano salvare la scuola europea dalla sconfitta totale, e li preciso per fare capire meglio: sono nella pratica: "La scuola delle competenze", "Insegnamento interdisciplinare" "Dialogo con il territorio" "Didattica digitale".
Li volevo applicare, non solo perché credo siano giusti, ma anche perché (non se n'è accorto nessuno) costituiscono, dalla riforma Gelmini in poi, delle precise e tassative indicazioni ministeriali.
Il risultato è stato: 1) Provvedimenti disciplinari da parte dei Presidi, 2) Odio da parte dei colleghi, 3) Disgusto da parte degli studenti, 4) Accuse da parte dei genitori.
Continua così anche adesso, fino a pochi giorni fa.
E sono passati molti anni, non si tratta di una cosa nuova.
Purtroppo in un'istituzione povera e in cui tutti sono poveri (economicamente) come la scuola italiana, non si fanno "innovazioni", non si fanno "svolte", perché nessuno le vuole.
Si segue la consuetudine, che ha molto più valore delle leggi e delle riforme; sembra impossible ma è così.
La riforma Gelmini è stata applicata soltanto relativamente agli ordinamenti materiali delle superiori e degli orari, ma tutta la parte didattica, valoriale, di principio, i nuovi programmi nessuno sa neanche che esistano. E ancora dobbiamo prendere in esame la riforma di Renzi dell'anno scorso, che purtroppo crede di rimediare a questa inerzia trasformando i presidi in dittatori; i presidi che sono i primi a trasgredire qualsiasi normativa e qualsiasi legge, sempre.
prof. Mario Caruselli
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