Scrive Gioele Magaldi: «Secondo me i Diritti Universali sono Diritti Universali, a prescindere. Devono essere validi ovunque e sempre, in omaggio alla dignità umana in quanto tale.

Secondo altri, tali diritti (con la “d” minuscola) possono variare... da cultura a cultura e da popolo a popolo... Eh no, non condivido affatto. Perciò io dico SI al multiculturalismo tollerante, sincretistico e inclusivo nel nome di precisi landmarks laici, democratici e liberali. SI al rispetto dell'inviolabilità personale, della libertà, dell'uguaglianza, del diritto alla dignità e alla felicità per ogni essere umano (a prescindere dal sesso, dall'orientamento sessuale, dalla religione, dalle propensioni filosofiche e culturali e dai comportamenti sociali, eccetera). E dico NO al multiculturalismo assoluto secondo cui, in Occidente, stato di diritto, democrazia, libertà e diritti dell'individuo sarebbero sacrosanti, mentre Altrove costituirebbero solo un optional...subordinato al piacere e all'arbitrio di questa o quella aristocrazia ierocratica o profana al potere... NO alla pretesa che nessuno debba intervenire dall'esterno a cambiare le cose là dove i Diritti Umani siano violati. Dunque, io dico SI anche all'intervento armato da parte di una “internazionale democratico-progressista dei popoli e delle nazioni”. SI ad una “Organizzazione mondiale delle democrazie” (altro che ONU...) operativa anche (ma non solo) militarmente in ogni angolo del globo, per “esportare, promuovere, difendere e consolidare” davvero libertà, fratellanza, uguaglianza, sovranità popolare, stato di diritto e tutte quelle condizioni che consentano a popolazioni oggi martoriate e abbrutite nella miseria, nello sfruttamento e nell'ignoranza coatta di accedere alla felicità materiale, morale e spirituale. Mi ripugna l'idea che, se degli esseri umani come me, al di là del fatto che siano nati sotto diversi cieli del pianeta, sono oppressi dalla tirannia materiale e spirituale, io/noi democratici occidentali o cosmopoliti non dovremmo intervenire... Non dovremmo intervenire per “rispetto” verso chi o cosa? Verso la sovranità e le tradizioni di tale o tal altra nazione? Verso una sovranità “tradizionale” esercitata da chi? Dai popoli di straccioni tenuti nel fango e nell'indigenza/ignoranza da minoranze ricchissime, prepotenti e dispotiche? A guardar meglio, la sovranità, in moltissimi paesi del Mondo, è esercitata da queste stesse minoranze ciniche e corrotte, con stile ferocemente liberticida e antidemocratico, in nome di Dio o di qualche mitra spianato...

Naturalmente, una cosa è intervenire per esportare davvero democrazia, libertà e diritti universali, altra cosa è farsi scudo della retorica democratica e liberale per armare il grande business della guerra e sfruttare risorse economiche di popoli che si intende solo “colonizzare”, “neo-colonizzare” o “ri-colonizzare”».

Gioele Magaldi scriverà ciò come introduzione ad una risposta a Giuseppe D’Elia (che commentava un intervista radiofonica di Gioele Magaldi concessa alla trasmissione “Border Nights”).

Scrive Giuseppe D'Elia: «Delusissimo anche io da Magaldi, ha paventato una superiorità sociale del nostro modo di vivere che secondo lui dovremmo esportare in Siria o altrove! Ma secondo quale principio ritiene costui, noi occidentali “democratici” avremmo il diritto di dichiaraci migliori in quanto a modo di vivere? Possibile che Magaldi, uno che dovrebbe avere una certa cultura, creda che i “buoni” siamo noi? Davvero pensa che in oriente non sarebbero stati meglio, se nessuno fosse andato a imporre economia e stili di vita?».

In risposta all’intervento di Giuseppe D'Elia, Gioele Magaldi, scrive: «Caro Giuseppe D'Elia, giusto en passant, perché sto uscendo di casa. Appunto. Io rivendico non già una superiorità etnica o culturale in astratto dell'Occidente. Ad esempio, in tutte e tre le religioni monoteistiche (Ebraismo, Cristianesimo, Islam) e nelle società da esse condizionate/controllate in circostanze storiche in cui non c'era una distinzione laica tra potere spirituale e potere temporale sottratto al diritto divino e dato alla sovranità del Popolo, ha predominato per secoli una visione paternalista, maschilista e misogina. Le donne, in queste tradizioni religiose (e nelle formazioni sociali da esse dominate, sinché qualcuno non ha combattuto e vinto la sfida della laicità...cioè i massoni progressisti), sono concepite, raccontate e trattate come “esseri inferiori”. Non parliamo poi dei “diversi”, degli “eretici”, sia per quel che riguarda il pensiero che gli orientamenti sessuali, culturali, sociali, ecc. Ora, in Occidente, dal XVIII secolo in poi- dopo secoli di “preparazioni” e fino alla grande conquista delle Dichiarazioni varie dei diritti dell'Uomo e del cittadino culminate con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, è stata introdotta appunto la democrazia, la libertà, la laicità delle Istituzioni pubbliche, lo stato di diritto. Dal mio punto di vista, ritenere un essere umano cittadino e non suddito, è meglio. Ritenere gli uomini paritetici alle donne e trattarle come tali, è meglio. Rispettare la libertà di pensiero, coscienza, religione, espressione, satira, dissenso, ricerca scientifica, è meglio. Riconoscere il potere nel Popolo Sovrano invece che in qualche dittatura di pochi, fondata su ragioni sacre o umanissime, è meglio. Perciò si, lo ribadisco, caro Giuseppe D'Elia , per quanto mi riguarda, in ogni luogo del pianeta in cui -in nome di presunte tradizioni particolari - si attenta ai diritti (per me inconculcabili) alla libertà, all'uguaglianza, alla fratellanza paritetica e al diritto di essere cittadini e non sudditi, per tutti gli esseri umani, ebbene io li interverrei con le armi. Non per “fingere” di portare la democrazia, s'intende (come è stato fatto nei primi anni '2000 sotto l'egida della Ur-Lodge Hathor-Pentalpha), ma per portarla davvero, insieme alla libertà e ad infrastrutture materiali e immateriali in grado di garantire prosperità diffusa, giustizia sociale, opportunità concreta di vivere una vita degna di essere vissuta. Se invece tu, in nome di un malinteso relativismo “assoluto”, ritieni che il sopruso degli esseri umani su altri esseri umani, la misoginia (odio e disprezzo verso le donne e la loro femminilità, gestita, “mutilata”, repressa e controllata dal “maschio”) e la privazione delle libertà fondamentali siano cose tollerabili perché connaturati a un “modo di vivere tradizionale” di popoli non occidentali, bè vuol dire che la pensiamo diversamente. De gustibus...».

In risposta ad un altro lettore che affermava: «Ma eravamo anche noi così come lei ha detto. Chi ci è venuto a trovare con le armi per farci diventare democratici? Lo siamo diventati da soli con la formazione di gruppi interni che hanno cambiato la struttura sociale. Penso che il percorso di ogni civiltà deve esser percorso appunto dalla civiltà stessa senza interventi esterni di altri popoli per imporre una democrazia giusta o sbagliata che sia. Soprattutto con le armi. Secondo me con internet e l’informazione libera i Blogger eccetera buona parte delle giovani menti musulmane stanno osservando e capendo che alcune cose non vanno come potrebbero andare. È successo a tutti noi di rinnegare o non accettare totalmente alcune tradizioni o usi dei nostri nonni o genitori. Di ribellarsi etc. Lasciamo che ognuno faccia il suo percorso e soprattutto non usiamo i difetti dei popoli altrui per giustificare e coprire i nostri sporchi affari come fecero i conquistatori delle Americhe. (Non parlo di lei in questa ultima frase)»… Gioele Magaldi ha così risposto: «Storicamente, le cose non sono andate come dici tu. Anzi. Tra XVIII e nel XX secolo, in Occidente, vi furono rivoluzioni costituzionali (in senso dapprima liberale e poi sempre un po' più democratico) esportate da vere e proprie “internazionali progressiste” che combatterono non solo per la libertà dalla tirannia della propria patria, ma anche in favore di quella altrui. Polacchi, ungheresi, francesi, britannici, statunitensi, ecc., che vennero a combattere per il Risorgimento italiano. Italiani che combatterono accanto a patrioti democratici e liberali ungheresi, polacchi e tedeschi. Tedeschi che andarono a combattere la Guerra di Secessione negli USA, e cosi via. Nel XX secolo, se il governo USA guidato da Franklin Delano Roosevelt avesse dato retto alle potenti lobby massoniche reazionarie filo-fasciste e filo-naziste che animavano l' “America First Commitee” e che non volevano l'intervento statunitense contro Hitler, Mussolini & Company, oggi vivremmo in una Europa con i fasci, le svastiche e magari la falce e il martello di una Unione Sovietica che sarebbe sopravvissuta al passaggio del nuovo secolo... Come possono farcela da soli, a ribellarsi, quei popoli che sono tenuti sotto il tallone di ferro di oligarchie teocratiche o militari in tanti angoli del Mondo? Come, se non hanno né istruzione, né coscienza civica, né mezzi materiali per ribellarsi a chi li sfrutta e manipola quotidianamente, in combutta con cenacoli occidentali e/o apolidi cinici e infami, che di certe tirannie medio-orientali e non solo sono gli sponsor e i fiancheggiatori? E quante donne o “diversi” (per stile di pensiero, orientamento sociale, sessuale, culturale, artistico, ecc.) devono ancora subire vessazioni, torture, mutilazioni e morte prima che qualcuno, da queste parti, si indigni e accorra in loro soccorso, in luogo di trincerarsi dietro il principio “che i popoli non occidentali devono fare da soli il proprio percorso”. Comunque, caro Emanuele, come dicevo a Giuseppe D'Elia, in fondo è una questione di gusti. Io morirei (e magari morirò, prima o poi, tanto quello che conta non è “quanto” si vive...ma “come” si vive e “per che cosa” si vive o si muore) per difendere il mio e l'altrui diritto alla democrazia, alla libertà, alla felicità e alla dignità. Io morirei per difendere i Diritti Universali di tutti e di ciascuno. E lotto quotidianamente per questo, Per convincere altri a lottare insieme a me su questo. Con “la penna e la spada”, come viene detto in un certo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato... Ad altri basta frignare sui propri, di diritti conculcati, senza curarsi di quelli altrui. A me viene in mente la geniale intuizione del massone Voltaire, sul fatto che la LIBERTA' che dobbiamo difendere è soprattutto quella degli ALTRI, non la nostra...(altra perla, insieme a quella classica che viene richiamata a proposito di battersi persino per il diritto altrui di dire sciocchezze). A te importa, magari, solo della democrazia e del benessere in Occidente, o forse solo in Italia. A me interessa globalizzare la democrazia e i Diritti Universali dell'Uomo. È una questione di gusti, dopotutto...».

Vincenzo Bellisario

(Articolo del 24 novembre 2015)

Commenti   

0 # Esportare i diritti: giusto o sbagliato?Marco Benedetti 2015-11-24 09:40
Questo dibattito è molto interessante e lambisce i temi del Manifesto della Commissione Cultura Arte e Spettacolo di cui mi sono occupato: a tale proposito, suggerisco di leggere integralmente questa intervista (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=162), in cui si può capire bene (c'è proprio la domanda diretta) sul perché "esportare i diritti" è pericoloso per gli stessi obiettivi che ci si pone.
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione
0 # Talvolta i Diritti o si esportano o nessuno li importa...e a nessuno importa che siano difesi e promossiGioele Magaldi 2015-11-24 16:11
Ciao, Marco. Anzitutto ben tornato nel dibattito rooseveltiano. A prescindere da mille cose, sono lieto del tuo rientro, anche solo parziale e/o temporaneo. Credo che tu possa essere un ottimo attivista e dirigente MR, se solo ne avrai voglia. Ma queste sono tue scelte personali. Per quel che attiene al tuo commento al post di Vincenzo Bellisario che riporta alcuni miei interventi di ieri, ti faccio presente quanto segue. Il tuo rinvio a una intervista di Carlo Passera a Massimo Fini è emblematica di un grande malinteso che, probabilmente, sussiste ancora presso alcuni (pochi, per fortuna) soci rooseveltiani. Non c'è alcuna possibile affinità ideologica tra la Weltanschauung di chi voglia difendere, promuovere e globalizzare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la prospettiva ideologica di un Massimo Fini, personaggio per il quale io (e non solo io, tra gli ideatori del MR) non nutro alcuna stima e simpatia. Hai però ragione sul fatto che questo dibattito sia molto interessante e mi offri l'occasione, per stasera/stanotte o per quando avrò tempo, di intervenire a commentare i pensieri per me detestabili del suddetto personaggio, protagonista di quella (per me esecrabile) intervista. Una intervista in cui Massimo Fini ha persino l'impudenza di sostenere che l'infibulazione, un atto orrendo (maschilista e misogino) contro la possibilità del "piacere sessuale" femninile, sia da "rispettare" se praticata presso culture e tradizioni diverse da quelle occidentali. E dunque tolleriamo anche la discriminazione, la tortura o la prigionia per i "diversi" e i "dissidenti", la condizione di inferiorità giuridica delle donne, lo sfruttamento di masse di esseri umani in nome di Dio o di più prosaiche tradizioni oligarchiche "profane". Bè, questa prospettiva, che è la prospettiva di Massimo Fini da te citato e proposto come "maitre à penser" autorevole (in grado di suggerire con autorevolezza quanto possa essere pericoloso "esportare i diritti" per gli stessi obiettivi che ci si pone), non è certo la prospettiva delineata da Eleonor Roosevelt e dagli altri estensori della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. E non è e non sarà mai, finché io avrò vita e forze, la prospettiva del Movimento Roosevelt. Un caro saluto, bentornato (spero più o meno stabilmente) e grazie per la preziosa suggestione che mi darà modo di mettere sempre meglio a fuoco, pubblicamente, la distanza abissale tra i pensatori anti-sistema e anti-occidentali alla Massimo Fini (che vanno a perseguire la decrescita felice e anti-consumista con abiti firmati, presso qualche elegante casale di campagna...) e quello che abbiamo in mente di fare noi democratico-progressisti del Movimento Roosevelt. Gioele Magaldi
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione
0 # Invito a Marco Benedetti a partecipare alle pagine facebook del Movimento Roosevelt e di Massoneria Democratica, dove ho postato le nostre riflessioni a proposito di "esportazione dei Diritti"Gioele Magaldi 2015-11-24 16:52
Marco, ho postato le nostre rispettive considerazioni su "esportazione dei Diritti" qui tracciate a margine dell'articolo di Vincenzo Bellisario, anche sulle pagine dei Gruppi facebook MR e sul Gruppo Massoneria Democratica. Ti invito, se vorrai e se già non sei iscritto, a chiedere di essere ammesso a questi Gruppi. Tieni conto che in MD ci sono sia massoni che profani, proprio per stimolare un dibattito tra libere muratrici/liberi muratori e cittadine/i non iniziati, su temi di comune interesse. Cosi potrai partecipare direttamente a un eventuale dibattito sulla questione. Ciao. Gioele Magaldi
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione
+2 # RE: Gioele Magaldi a proposito di relativismo assoluto e relativismo relativoFilippo 2015-11-24 17:15
Caro Gioele,
penso di aver compreso le tue motivazione a favore di un intervento armato con conseguente esportazione di una vera democrazia. Trovo più che giusto che un popolo forte aiuti un altro popolo più debole a sviluppare la propria democrazia, come un padre potrebbe fare col proprio figlio per farlo crescere con un pensiero critico etc...
Tuttavia, siamo sicuri che noi occidentali siamo realmente un popolo forte? A parte la potenza bellica, i popoli occidentali sono molto confusi e traviati dagli stessi poteri sovramassonici che citi. Solange Manfredi dice che siamo in un Totalitarismo rovesciato, dove la democrazia viene svuotata di ogni valore dal suo interno. Quello che voglio dire è che secondo me bisognerebbe agire per gradi. Pima cerchiamo di star bene noi (sia profani che massoni) e poi facciamo star bene anche gli altri. In tal senso, la proposta alternativa del M5S (rispetto al guerra si e guerra no) di iniziare con l'"affamare" i combattenti dell'ISIS cercando di privare ogni esportazione di armamenti verso i territori medio-orientali mi sembra sensata. Un inizio ragionevole.
Un'altra cosa che fatico a comprendere riguarda le modalità di combattimento dei progressisti contro i neo-aristocratici. In particolare, quel che avrei piacere che mi venisse chiarito è il perchè non si intenda rispondere con la spada agli attacchi di spada dei neo-aristocratici verso personaggi influenti di area progressista. Mi spiego meglio, se è ormai scontato che JFK, MLK ed altri sono stati assassinati dai neo-aristocratici, con conseguenze nefaste per tutti noi che si sono protese fino ad oggi, perchè non si colpiscono con la stessa misura i vertici neo-aristocratici? Il rispetto delle regole massoniche (scudo massonico e che altro) mi pare che è andato a farsi friggere da un pezzo... quindi non vedo perchè non debba essere organizzato da parte progressista un raid che cerchi di spazzare via dalla faccia della terra il più elevato numero di infami neo-aristocratici possibile.
Perchè non ve la vedete tra voi senza vessare di ingiustizie noi poveri profani che vogliamo solamente vivere tranquilli in una società equa?
Spero di non essere stato banale e mi scuso per l'intervento sebbene mi/vi avevo ripromesso di non inserire ulteriori commenti.
Filippo
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione
0 # RE: Gioele Magaldi a proposito di relativismo assoluto e relativismo relativoDaniele Angelini 2015-11-24 22:59
"Naturalmente, una cosa è intervenire per esportare davvero democrazia, libertà e diritti universali, altra cosa è farsi scudo della retorica democratica e liberale per armare il grande business della guerra e sfruttare risorse economiche di popoli che si intende solo “colonizzare”, “neo-colonizzare” o “ri-colonizzare”. "
Questo è il nodo fondamentale. Come fare senza ledere i diritti fondamentali di ogni essere umano? E' un tema difficile da trattare. Sarei d'accordo su delle azioni diplomatiche tra paesi, ma su un intervento armato non lo so. Ho sempre paura della guerra...
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione
0 # Ognuno ha la sua culturaFrancesca Ancona 2015-11-27 01:16
Io penso che la cultura di ognuno, in questo caso di ogni popolo, debba essere rispettata, anche se risulta incomprensibile per noi, anche questa è democrazia. Il problema non è quello di portare la democrazia, ma di usare questa scusa per continuare a sfruttare i popoli, magari le intenzioni fossero sincere. Nessuna cultura è perfetta, neanche quella occidentale, anzi, forse anche peggio, ci nascondiamo dietro falsi moralismi per poi cadere negli stessi sbagli degli altri. E non guarderei al popolo sempre come una povera vittima deficiente e impotente, come ad un bambino vittima di un padre tiranno che ha bisogno degli assistenti sociali per essere salvato, significherebbe ammettere che il potere è davvero superiore, quando il vero potere sono i cittadini (anche non acculturati). Quindi se il sistema va così (in ogni paese) significa che c'è una volontà generale che sia così. Ora, qualcuno mi dirà che quei popoli stanno soffrendo per una guerra che non hanno mica voluto loro, e infatti, non l'hanno voluta loro, è andato il popolo occidentale a rovinare tutto con la scusa patetica di una democrazia inesistente, giusto per entrare in casa d'altri e imporsi. Con tutto rispetto non sono d'accordo con le invasioni. Anche nella savana l'animale più forte mangia il più debole, dovremmo andare anche lì ad evitare questa inciviltà? Siamo tutti diversi su questo pianeta, sarebbe bello continuare ad esserlo, che noia sarebbe un mondo tutto occidentale. Non siamo superiori, siamo solo presuntuosi.
Rispondi | Rispondi con citazione | Citazione

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna