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the german ubermachtIl prestigioso settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato giorni fa una copertina ritraente una svampita Angela Merkel in compagnia di un gruppo di gerarchi nazisti sorridenti vicino al Partenone. Per chi non lo sapesse, Der Spiegel non è un foglio sovversivo stampato in clandestinità da un manipolo di pericolosi bolscevichi assiduamente ricercati dalle polizie di mezzo mondo. Al contrario il settimanale amburghese, fondato nel 1947 dal liberale Rudolf Augstein, rappresenta il cuore, la mente e l’anima del giornalismo tedesco. Noto per le sue posizioni spesso irriverenti e mai banali, Der Spiegel fece infuriare gli italiani pubblicando nel 1977 una copertina raffigurante una pistola ben adagiata su un piatto di spaghetti fumanti. Inventore di fatto del giornalismo d’inchiesta tedesco, Der Spiegel non è facilmente liquidabile quale settimanale “irresponsabile” ed “estremistico” dai tanti farisei con la penna che popolano senza costrutto le redazioni dei principali quotidiani italiani. Per queste ragioni, proprio perché il paragone fra Hitler e Merkel è stato ora sdoganato perfino dal più influente settimanale tedesco, molte anime belle non sanno più che pesci prendere. Perché, pur al riparo di una ironia sottile e tagliente, il periodico diretto da Klaus Brinkbaeumer ha sentito il bisogno di lanciare questo tipo di allarme? Forse perché, come va ripetendo da anni Il Moralista, l’ipotesi che le politiche di austerità nascondano in realtà il dissimulato desiderio di implementare in tutta Europa nuovi nazismi non è poi tanto peregrina? In ogni caso il lucido servizio di denuncia pubblicato da Der Spiegel rappresenta una vera boccata d’ossigeno per tutti i sinceri democratici e progressisti europei, da anni lealmente impegnati nel combattere i falsi stereotipi veicolati da giornali, questi sì irresponsabili, che seminano volutamente odio fra i diversi popoli che abitano il Vecchio Continente. Fortunatamente nessuno, nemmeno Eugenio Scalfari, ha ancora trovato il coraggio di accusare Der Spiegel di nutrire “pregiudizi antitedeschi”. Le persone sagge non si limitano ad elaborare una lettura statica dei fenomeni, sforzandosi invece di analizzare in profondità il presente per immaginare la possibile evoluzione dei processi politici in atto. Alla conferenza di Monaco del 1938, per esempio, era già chiaro quale direzione successiva avrebbero preso gli eventi. Ma mentre quelli come Chamberlain minimizzavano in ossequio ad un malinteso senso di “responsabilità”, quelli come Churchill (per altri aspetti non immune da colpe)avevano già ampiamente compreso come sarebbe andata a finire: “Potevano scegliere fra il disonore e la guerra. Hanno scelto il disonore e avranno la guerra”. Allo stesso modo oggi, di fronte alla dichiarazioni dei vari Draghi e Schaeuble, chiari nel disconoscere ai greci il diritto di autogovernarsi per mezzo di libere elezioni, la parte più lungimirante dell’intellighentia europea non può tacere per non correre il rischio di essere presto accusata di essersi di fatto resa complice di cotanta barbarie. Forse anche grazie al grido d’allarme lanciato dal settimanale fondato da Augstein l’incontro di ieri fra Tsipras e Merkel è andato meglio del previsto. La Cancelliera, non più a suo agio nei panni di un redivivo Fuhrer in gonnella, ha finalmente dismesso i panni della maestrina inflessibile, dichiarandosi perfino pronta a valutare la richiesta del leader di Syriza di ricevere le riparazioni di guerra per l’occupazione d’epoca nazista. Già nel 2013 Jakob Augstein, columnist di punta dello Spiegel, spiegava ai suoi lettori quale fosse l’idea di integrazione europea cara alla Cancelliera venuta dall’est: “L’Europa deve piegarsi alla visione germanica(clicca per leggere). A distanza di due anni, oltre ad essere ancora più solare la bontà del ragionamento proposto allora da Augstein Jr., appare anche evidente il prosieguo del discorso: “L’Europa si pieghi alla visione tedesca ad ogni costo. Anche a costo di sospendere la democrazia e i diritti fondamentali”. Sappiate tutti che non permetteremo che ciò accada. Anche grazie al sostegno di tanti tedeschi illuminati e per bene, pronti a combattere insieme a noi una battaglia in difesa della civiltà e del diritto.