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Massoni I Magaldi piatto 200Gioele Magaldi, con il libro Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges ci ha insegnato/spiegato davvero tante cose. Ci ha raccontato i fatti. Ha divulgato nomi, cognomi e date. Ha tirato fuori i nomi di tutte le varie Ur-Lodges che da sempre operano nel mondo. Ha messo nero su bianco i nomi ed i cognomi di coloro che hanno fatto parte e che oggi operano per tutte le varie Ur-Lodges. Ci ha raccontato il ruolo che hanno avuto tutti i vari appartenenti alle differenti Ur-Lodges. Ci ha spiegato la differenza in termini pratici tra alcuni Gruppi più o meno noti e di altri Gruppi non noti (quelli che contano e decidono veramente... le Ur-Lodges!). Ha associato alle tante vicende note, meno note e a noi del tutto sconosciute che si sono verificate negli anni in giro per il mondo i nomi, cognomi e le varie appartenenze negli anni di tutti i vari personaggi che hanno operato per finalità benevoli e/o del tutto distruttive, spiegandoci i ruoli che tanti di essi hanno avuto in tutte le varie faccende notevoli negli anni in giro per il mondo e vario altro (la lista è davvero lunga).

Insomma, Gioele Magaldi ha completamente riscritto la storia degli ultimi non so quanti anni.

Come però annunciavo nel titolo, questo è un piccolo ed ulteriore contributo per cercare di spiegare alcuni accadimenti storici che hanno interessato ed interessano l'Italia, l'Europa ed il mondo intero in “altri termini”: cioè, aiutandosi con altre tipologie di “eredità” divulgate da altre persone e con differenti modi di esternare/mettere nero su bianco la realtà.

Nel settembre 2014 sarà pubblicato il libro “Io parlo, e continuerò a parlare”: libro che raccoglie scritti del leader socialista Bettino Craxi risalenti alla seconda metà degli anni Novanta.

Per comprendere in “altri termini” cos'è accaduto ed accade in Italia, in Europa e nel mondo, semplicemente pubblico di seguito alcuni estratti del libro appena citato che spiegano con parole mirate ed incisive i fatti degli ultimi anni ed odierni, ancora oggi tristemente e quotidianamente sotto gli occhi del tutto ignari della quasi totalità.

Gli estratti che seguono hanno fatto si che alcuni giornalisti si siano espressi attraverso i termini “profetico”, “sorprendenti”, “agghiaccianti”, “al limite della preveggenza” (termini utilizzati in riferimento alla precisione degli scritti confrontati con i vari accadimenti negli anni fino ad oggi).

Al di la di quello che si possa personalmente pensare dell'uomo e del politico Bettino Craxi (cosa che in questo momento non interessa e non m'interessa), quanto segue è parte di quanto egli ci ha lasciato e dovrebbe essere utile a tutti noi per porci ancora una volta ulteriori interrogativi e riflessioni (ammesso che ne servano altri).

Di seguito alcuni estratti.

A proposito del concetto oramai sepolto di Nazione...

«La pace si organizza con la cooperazione, la collaborazione, il negoziato e non con la spericolata globalizzazione forzata. Ogni Nazione ha una sua identità, una sua storia, un ruolo geopolitico cui non può rinunciare. Più Nazioni possono associarsi, mediante Trattati per perseguire fini comuni, economici, sociali, culturali, politici, ambientali. Cancellare il ruolo delle Nazioni significa offendere un diritto dei popoli e creare le basi per lo svuotamento, la disintegrazione, secondo processi imprevedibili, delle più ampie unità che si vogliono costruire. Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione si avverte il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare.»

A proposito dei Partiti ed indirettamente del ruolo di tangentopoli...

«I Partiti dipinti come congreghe parassitarie divoratrici del danaro pubblico, sono una caricatura falsa e spregevole di chi ha della democrazia un'idea tutta sua, fatta di sé, del suo clan, dei suoi interessi e della sua ideologia illiberale.»

«Fa meraviglia, invece, come negli anni più recenti ci siano state grandi ruberie sulle quali nessuno ha indagato. Basti pensare che solo in occasione di una svalutazione della Lira, dopo una dissennata difesa del livello di cambio compiuta con uno sperpero di risorse enorme ed assurdo dalle autorità competenti, gruppi finanziari collegati alla finanza internazionale, diversi gruppi, speculando sulla Lira, evidentemente sulla base di informazioni certe, che un'indagine tempestiva e penetrante avrebbe potuto facilmente individuare, hanno guadagnato in pochi giorni un numero di miliardi pari alle entrate straordinarie della politica di alcuni anni.

Per non dire di tante inchieste finite letteralmente nel nulla.»

A proposito di tutto quello che è accaduto nel mondo negli ultimi venti anni...

«Il regime avanza inesorabilmente. Lo fa passo dopo passo, facendosi precedere dalle spedizioni militari del braccio armato. La giustizia politica è sopra ogni altra l'arma preferita. Il resto è affidato all'informazione, in gran parte controllata e condizionata, alla tattica ed alla conquista di aree di influenza.

Il regime avanza con la conquista sistematica di cariche, sottocariche, minicariche, e con una invasione nel mondo della informazione, dello spettacolo, della cultura e della sottocultura che è ormai straripante.» (a proposito di “sottocultura”, ricordo a voi tutti l'attacco “violento”/squallido e di bassissimo profilo sferrato da una militante della Sinistra italiana - Luciana Lettizzetto - al Movimento Cinque Stelle nei giorni scorsi).

Sulla globalizzazione e sulle ormai continue e quotidiane privatizzazioni...

«Sono oggi evidentissime le influenze determinanti di alcune lobbies economiche e finanziarie e di gruppi di potere oligarchici.

A ciò si aggiunga la presenza sempre più pressante della finanza internazionale, il pericolo della svendita del patrimonio pubblico, mentre peraltro continua la quotidiana, demagogica esaltazione della privatizzazione.

La privatizzazione è presentata come una sorta di liberazione dal male, come un passaggio da una sfera infernale ad una sfera paradisiaca. Una falsità che i fatti si sono già incaricati di illustrare, mettendo in luce il contrasto che talvolta si apre non solo con gli interessi del mondo del lavoro ma anche con i più generali interessi della collettività nazionale.

La “globalizzazione” non viene affrontata dall'Italia con la forza, la consapevolezza, l'autorità di una vera e grande Nazione, ma piuttosto viene subìta in forma subalterna in un contesto di cui è sempre più difficile intravedere un avvenire, che non sia quello di un degrado continuo, di un impoverimento della società, di una sostanziale perdita di indipendenza.»

Sul ruolo fondamentale di alcuni politici finalizzato al “cambiamento” avvenuto principalmente negli ultimi venti anni...

«D'Alema ha detto che con la caduta del muro di Berlino si aprirono le porte ad un nuovo sistema politico. Noi non abbiamo la memoria corta. Nell'anno della caduta del muro, nel 1989, venne varata dal Parlamento italiano una amnistia con la quale si cancellavano i reati di finanziamento illegale commessi sino ad allora.

La legge venne approvata in tutta fretta e alla chetichella. Non fu neppure richiesta la discussione in aula. Le Commissioni, in sede legislativa, evidentemente senza opposizioni o comunque senza opposizioni rumorose, diedero vita, maggioranza e comunisti d'amore e d'accordo, a un vero e proprio colpo di spugna.

La caduta del muro di Berlino aveva posto l'esigenza di un urgente “colpo di spugna”.

Sul sistema di finanziamento illegale dei Partiti e delle attività politiche, in funzione dal dopoguerra, e adottato da tutti anche in violazione della legge sul finanziamento dei Partiti entrata in vigore nel 1974, veniva posto un coperchio.»

Sulla “creatura”/creazione (mostruosa?) europea...

«I parametri di Maastricht non si compongono di regole divine. Non stanno scritti nella Bibbia. Non sono un'appendice ai dieci comandamenti.

I criteri con i quali si è oggi alle prese furono adottati in una situazione data, con calcoli e previsioni date. L'andamento di questi anni non ha corrisposto alle previsioni dei sottoscrittori. La situazione odierna è diversa da quella sperata.

Più complessa, più spinosa, più difficile da inquadrare se si vogliono evitare fratture e inaccettabili scompensi sociali. Poiché si tratta di un Trattato, la cui applicazione e portata è di grande importanza per il futuro dell'Europa Comunitaria, come tutti i Trattati può essere rinegoziato, aggiornato, adattato alle condizioni reali ed alle nuove esigenze di un gran numero ormai di Paesi aderenti.

Questa è la regola del buon senso, dell'equilibrio politico, della gestione concreta e pratica della realtà.

Su di un altro piano stanno i declamatori retorici dell'Europa, il delirio europeistico che non tiene contro della realtà, la scelta della crisi, della stagnazione e della conseguente disoccupazione [...].

Affidare effetti taumaturgici e miracolose resurrezioni alla moneta unica europea, dopo aver provveduto a isterilire, rinunciare, accrescere i conflitti sociali, è una fantastica illusione che i fatti e le realtà economiche e finanziarie del mondo non tarderanno a mettere in chiaro [...].»

A proposito di “eredità” che ci sono state lasciate, ne propongo ancora un paio brevi e molto incisive divulgate sempre a metà anni Novanta da un certo Giorgio Gaber attraverso il pezzo “Mi fa male il mondo”.

Sui poteri occulti...

«Mi fanno male le lobby di potere, le Logge massoniche, la P2! E la P1? No, perché se c'è la P2 ci sarà anche la P1, se no la P2 la chiamavano P1… No, quelli della P1 sono buoni, mansueti, come… “Agnelli”, in genere stanno a “Cuccia”.

Mi fa male qualsiasi tipo di potere, quello conosciuto, ma anche quello sconosciuto, sotterraneo, che poi è il vero potere. Mi fanno male le oscillazioni e i rovesci misteriosi dell'alta finanza. Più che male mi fanno paura, perché mi sento nel buio, non vedo le facce. Nessuno ne parla, nessuno sa niente: sono gli intoccabili. Facce misteriose che tirano le fila di un meccanismo invisibile, talmente al di sopra di noi da farci sentire legittimamente esclusi. È lì, in chissà quali magici e ovattati saloni che a voce bassa e con modi raffinati si decidono le sorti del nostro mondo: dalle guerre di liberazione, ai grandi monopoli, dalle crisi economiche, alle cadute dei muri, ai massacri più efferati.»

A proposito della “grande informazione”...

«Mi fa male la carta stampata, gli Editori... tutti.

Mi fanno male le edicole, i giornali, le riviste coi loro inserti: un regalino, un opuscolo, una cassetta, un gioco di società… “un cappuccino e una brioches, grazie.”

Mi fanno male quelli che comprano tutti i giornali perché la realtà è pluralista.

No, non mi fa male la libertà di stampa. Mi fa male la stampa!

Mi fa male che ci sia ancora qualcuno che crede che i giornalisti si occupino di informare la gente.

I giornalisti, che vergogna! “Cosa mettiamo oggi in prima pagina?” “Ma sì, un po' di bambini stuprati, è un periodo che funzionano.”

Mi fanno male le loro facce presuntuose e spudorate. Facce libere e indipendenti ma estremamente rispettose dei loro padroni, padroncini... Facce da grandi missionari dell'informazione che il giorno dopo guardano l'indice d'ascolto, sì, alla televisione… facce completamente a loro agio che si infilano le dita nelle orecchie e si grattano i coglioni. Sì, questi geniali opinionisti che gridano, litigano, si insultano, sempre più trasgressivi, questi coraggiosi leccaculo travestiti da ribelli!

È questa la libertà d'informazione che mi fa vomitare!»

Ho pubblicato questi estratti per far meglio comprendere che quello che è sinora accaduto ed accade è semplicemente frutto della pianificazione di alcune “grandi menti”, ma anche per lanciare il messaggio che segue ad alcuni singoli: il nostro nemico non è dentro casa, va ricercato altrove (al nostro interno, al massimo, ci sono i complici dei nostri nemici ed anche loro - si spera - un giorno dovranno pagarla molto cara).

Vincenzo Bellisario

(Articolo del 1 novembre 2015)