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Proposta MR per la RAI e il Governo Conte: proposta di Sergio Magaldi, Direttore Dipartimento Cultura MR

Una Proposta MR per la Rai e per il Governo Conte

Barbiere di Siviglia frontespizio c810d

 

Si è aperta ieri ufficialmente la nuova stagione del Teatro dell’Opera di Roma con l’allestimento de Il barbiere di Siviglia, la famosa opera buffa che Gioacchino Rossini realizzò su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla omonima commedia scritta da Beaumarchais nel 1773. L’opera fu rappresentata per la prima volta durante il carnevale del 1816 presso l’attuale Teatro Argentina di Roma, anche se con il titolo diverso di Almaviva o sia L’inutile precauzione, pare in segno di rispetto nei confronti di Giovanni Paisiello, che aveva già musicato la pièce del drammaturgo francese, ma più probabilmente per evitare questioni legali e/o sociali, tant’è che la sera della prima fu un vero fallimento per il boicottaggio dei sostenitori di Paisiello. Tuttavia, già dalla seconda serata, il successo di pubblico fu tale da oscurare per sempre il lavoro di Paisiello a vantaggio di quello di Rossini.

 

La vera novità della rappresentazione di ieri consiste però nel fatto che, in tempo di covid, con la chiusura dei teatri, a torto o a ragione, Il barbiere di Siviglia sia stato trasmesso da Rai 3 per iniziativa di Rai Cultura e del Teatro dell’Opera che, per l’occasione, gli ha dedicato uno speciale allestimento, come ha dichiarato il Sovrintendente Carlo Fuortes: «Una rappresentazione dell’opera certamente unica, come il tempo nel quale stiamo vivendo. Sono certo che la Prima di Stagione con questo nuovo Barbiere di Siviglia potrà affascinare e sorprendere i molti spettatori di Rai 3 che la guarderanno. Potrà essere un’occasione straordinaria per allargare la platea del Costanzi e raggiungere un nuovo pubblico. La regia di Mario Martone sarà realizzata come per un film. Il nostro bellissimo Teatro, vuoto e senza spettatori, sarà la scena dove si ambienterà quest’opera tanto amata, con un uso del tutto innovativo degli spazi del teatro»

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Gioele Magaldi: class action contro il bavaglio di facebook e resistenza alle restrizioni della libertà

Magaldi: class action contro la censura di Facebook, e domani tribunali speciali per chi ha organizzato la strage Covid basata sul terrore e sullo "stato di guerra"

 

Il presidente del Movimento Roosevelt: rivolta contro il bavaglio e contro il regime autoritario che sta devastando l'Italia anche grazie all'arrendevolezza di troppi italiani, disposti persino a subire un "Natale del Diavolo", che disgrega l'unità delle famiglie


«Saranno tribunali speciali, un giorno non lontano, a processare i veri responsabili della strage Covid, organizzata terrorizzando la popolazione, sospendendo la libertà con l'introduzione dello "stato di guerra" e cessando di curare in modo adeguato i pazienti gravi, affetti da altre patologie». E' durissimo, Gioele Magaldi, nel prendere nota dell'ennesima "previsione" apocalittica del ministro Roberto Speranza e del suo consulente Walter Ricciardi. Aggiunge il presidente del Movimento Roosevelt: «I registi di questa crisi, progettata dall'oligarchia massonica mondiale per comprimere libertà e democrazia con l'alibi dell'emergenza sanitaria, possono godersi gli ultimi scampoli di questo loro strapotere: saranno spazzati via e giudicati severamente per quello che hanno fatto».

Esponente del circuito massonico progressista internazionale, l'autore del bestseller "Massoni" (Chiarelettere, 2014) punta il dito anche contro la censura operata da Facebook, che ha preso a oscurare post critici nei confronti della gestione Covid e in particolare dei vaccini che si vorrebbero imporre. «Non credano, costoro, di poter calpestare la libertà di espressione: sfideremo in tribunale Facebook Italia». Magaldi annuncia «una class action, coordinata dal Sostegno Legale del Movimento Roosevelt: inviteremo a parteciparvi tutti gli utenti che sono stati danneggiati dall'inaudito "bavaglio" imposto dal social media, che si crede al di sopra della legge». Rincara la dose Magaldi: «Non pensino, i gestori del social, di poter incolpare l'automatismo degli algoritmi: so benissimo che gli stessi algoritmi sono progettati da "fratelli" che hanno un'identità precisa». Chiara l'allusione a massoni "rinnegati", sospettati di manipolare il social network.

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Gioele Magaldi: Natale "negato". Il fascismo è quello che ci priva delle libertà

Magaldi: un vero scandalo il silenzio della Chiesa di fronte al Natale "negato". Preoccupa la rassegnazione generale di fronte a un fascismo strisciante, che ci priva delle liberta'

 

Il presidente del Movimento Roosevelt: abbiamo davanti mesi durissimi, forse anni. E' indispensabile reagire all'autoritarismo indotto dal Covid, che potrebbe anche non finire mai. A meno che non insorgano i cittadini, anche con la Milizia Rooseveltiana

 
«E' davvero scandaloso il silenzio con cui la Chiesa cattolica ha accolto le ultime disposizioni del governo, che mortificano anche il Natale: niente messa di mezzanotte, sarà vietato persino raggiungere i propri cari per abbracciarli». Giole Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, protesta: «Quanto sta accadendo è inammissibile. Si continua a voler isolare e deprimere gli italiani, mentre l'economia crolla, con il pretesto di un virus che non sarà certo il "coprifuoco" a estinguere». Di questo passo la "pandemia di paura" «potrebbe durare ancora mesi, forse anni, se non si accetta di dire la verità: e cioè che il Covid è un problema serio, ma affrontabile in modo razionale con le opportune terapie, senza inutili allarmismi».

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Dip. Geopolitica e Difesa (GED) MR - GED In Pillole: Guerre ed (improbabili) paci; Etiopia: bomba a tempo; Caucaso: fu vera pace?; America Latina: voglia di Democrazia

Guerre ed (improbabili) paci; Etiopia: bomba a tempo; Caucaso: fu vera pace?; America Latina: voglia di Democrazia - GED IN PILLOLE - GED N.25
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Gioele Magaldi: Verso un Natale "Rivoluzionario". Contro un regime che ha già "tradito" la democrazia.

Magaldi: vorrei essere arrestato, mi accingo a violare il coprifuoco. Verso un Natale "rivoluzionario", grazie alla resistenza della Milizia Rooseveltiana


Il presidente del Movimento Roosevelt: le restrizioni anti-Covid servono solo a imporre un regime di obbedienza e sottomissione che ha già "tradito" la democrazia. Peccato che molti italiani non se ne siano ancora accorti, e tremino all'idea di essere multati

 

«Vorrei avere il piacere di essere arrestato». Lo annuncia ufficialmente Gioele Magaldi, presidente del Movimento Roosevelt, che spiega: «Il 14 dicembre, a Roma - in orario serale, violando il coprifuoco - esordirà la Milizia Rooseveltiana, formazione nonviolenta il cui nome ricorda provocatoriamente la milizia paramilitare fascista». Messaggio esplicito: «Anche oggi, come allora, siamo alle soglie di una sorta di dittatura: stavolta è imposta in modo subdolo, col pretesto di un virus para-influenzale presentato come se fosse la peste bubbonica». In nessun caso, sottolinea Magaldi, si può accettare di perdere quote della propria libertà in cambio del miraggio della sicurezza sanitaria. «Il vero obiettivo delle misure restrittive è un altro: imporre ai cittadini un'obbedienza cieca e anche assurda, come quando viene richiesto di indossare la mascherina all'aperto, pure se si è soli».

 

A giorni, ribadisce Magaldi, l'esecutivo riceverà una sorta di "ultimatum", da parte del Movimento Roosevelt: abolizione immediata di ogni restrizione e adozione (altrettanto celere) di provvedimenti economici per risarcire e supportare aziende ed esercizi fermati da lockdown e "zone rosse". Insomma: "ristori" veri e propri, non come quelli finora «corrisposti solo in minima parte e con grave ritardo dal governo Conte, che anche in questo si è rivelato particolarmente fellone». Magaldi, poi, denuncia la propaganda "orwelliana" che ha seminato il panico, sul Covid, «creando anche seri problemi di salute: non si contano più i casi di pazienti, affetti da malattie gravi (cardiologiche, oncologiche) che in questi mesi non hanno potuto ricevere cure adeguate, proprio grazie all'isteria generale sul Covid», che ha messo in crisi gli ospedali. Un'isteria generata «dai media, dal governo e dalle stesse Regioni, di qualunque colore sia la loro guida politica».

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