Il primo Sindaco del Movimento Roosevelt (Giuseppe Pedà) e le solite mistificazioni politico-mediatiche italiote
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- Categoria: Movimento Roosevelt
- Pubblicato: Martedì, 16 Giugno 2015 11:21
- Postato da Ufficio di Presidenza MR
Qualcuno spieghi a Jole Santelli, ai soliti politicanti da due lire e a tanti giornalisti da strapazzo che a Gioia Tauro non ha vinto il centrodestra, bensì la Coalizione Roosevelt
Il 15 giugno 2015 potrà costituire il punto di partenza epocale di una rivoluzione politico-culturale e ideologica che, dalla città di Gioia Tauro, rischia di espandersi verso la Calabria, il Meridione d’Italia, l’intera penisola, l’Europa, il Mondo…, come prefigurato del resto in
“Movimento e Coalizioni Roosevelt: si comincia con Gioia Tauro ma si proseguirà con Napoli, Milano, Roma, l’Italia e l’Europa”, articolo pubblicato il 14 giugno 2015 sul sito MR (clicca per leggere)
Tutto ciò potrà accadere se verranno mantenuti lo spirito e la lettera di quanto affermato ripetutamente in campagna elettorale.




Tutto quello che si deve correttamente evincere dai contenuti illustrati in
I nazisti tecnocratici Mario Draghi e Wolfang Schaeuble, con relativo codazzo di servi, politicanti e giornalisti, hanno i giorni contati. L’Europa intera è scossa da un fremito di ribellione che, dalla Spagna alla Polonia, dalla Finlandia alla Grecia, appare oramai inarrestabile. A poco servono le menzogne reiterate veicolate da un circuito informativo grottesco e screditato. I cittadini hanno deciso di dire basta. Ricordate i tanti articoli dei soliti giornalai italiani che spiegavano al popolino come l’Italia dovesse imitare il modello spagnolo, terra felice che aveva trovato la via della salvezza a furia di privazioni e sacrifici?
I giovani, i precari, gli impoveriti e i disadattati, bastonati a sangue dai principali esponenti del nazismo tecnocratico oggi dominante (Mario Draghi e Wolfang Schaeuble su tutti), hanno comprensibilmente maturato un razionale e motivato rifiuto verso l’attuale sistema di potere. Un sistema che premia la rendita finanziaria parassitaria a scapito del lavoro, aumentando a dismisura le diseguaglianze e le sacche di vera indigenza. Alcuni intellettuali engagé, spesso rilanciati dal mainstream, pensano di poter spiegare la gravissima crisi in atto con le sole lenti della macroeconomia, limitandosi cioè a mettere in discussione l’ideologia neoliberista prevalente.