92004126_10222547361414678_5355409749472968704_n_8125a.jpgARRABBIATEVI!

Riflettevo sui gesti di solidarietà che vedo in questi giorni. I giovani si occupano dei più anziani. I vicini si occupano delle persone nel vicinato. Apps come “neighbourhood” sviluppano funzioni che permettono alle persone possono di rendersi disponibili nei confronti del prossimo...

Molte persone, giustamente, si commuovono di questa solidarietà.

Eppure, chi fa politica, dovrebbe riflettere. Il mutuo assistenzialismo nasce nel XIX secolo quando lo Stato non aveva ancora sviluppato il welfare. I lavoratori che, durante la Rivoluzione Industriale, “venivano strappati” dalle loro terre per lavorare in fabbrica perdevano la rete sociale familiare che li sosteneva in momenti di difficoltà. Il mutuo assistenzialismo li aiutava a darsi una mano... IN ASSENZA DI UNO STATO SOCIALE.

Se le persone oggi si devono dare una mano, per soldi, assistenza, sanità, etc... è perché negli ultimi 30 anni di neoliberismo lo stato sociale è stato eroso, depotenziato, e umiliato in nome del debito pubblico e del PIL: indicatori economici relativi senza alcuna relazione con il benessere della collettività.

E ancora oggi, in questa crisi, la Von der Leyen e Angela Merkel ci prendono in giro con finti aiuti condizionati, parziali e a debito (cioè con interessi e vincoli estremamente gravosi). I nostri piccoli politicanti come Conte e Gualtieri, asserviti e senza visione, sacrificano il popolo italiano, i popoli europei, e la stessa idea di stato sociale, sull’altare della tecnocrazia neoliberista.

Arrabbiatevi. Arrabbiatevi! 

Dal mondo dello stato sociale e dello stato di diritto, questo modello economico, con i suoi servi, ci sta riportando indietro alla solitudine, all’egoismo, e alla legge del più forte.

Arrabbiatevi.

E riflettete bene sulle strategie. 

Questa dis-Unione europea matrigna, tecnocratica ed economicistica è espressione di quella visione di mondo in cui la finanza impone i suoi interessi sull’economia, sulla politica e sulle persone.

Nonostante questo, la soluzione non è tornare nei nostri confini. Il neoliberismo è un fenomeno globale e va combattuto con mezzi giusti. Se vogliamo difendere la democrazia, la sovranità popolare, lo stato sociale, e persino lo stato di diritto (in quanti oggi guardano alla dittatura neoliberista cinese?), bisogna sviluppare gli strumenti e le armi adatte alla lotta.

Ritornare alle singole nazioni è una falsa pista: È la soluzione di chi ha rinunciato alla vera battaglia e si accontenta di quella che PENSA sia una sconfitta minore. Il neoliberismo è un fenomeno globale. Ha vinto cancellando le ideologie e spostando l’attenzione dell’azione economica dalla macroeconomia alla microeconomia. Non si possono combattere i carri armati con arco e frecce. Tornare negli Stati nazionali vuol dire lasciare alla finanza e ai mercati internazionali la libertà di decidere le regole del gioco, nel loro interesse. Sono proprio quelle regole che dobbiamo cambiare.

Per combattere davvero, e cambiare le regole del gioco, abbiamo bisogno di una piattaforma politica democratica che abbia le dimensioni per competere col sistema neoliberista- qualcosa che non abbiamo da molto tempo.

Questa dis-Unione Europea non si può salvare? In realtà dipende da noi, dalla consapevolezza che svilupperemo e della pressione che metteremo sui nostri governi.

Ma anche se fosse così, se QUESTA dis-Unione europea, matrigna, non si potesse salvare, dovremmo allora iniziare un nuovo processo costitutivo politico, che abbia obiettivi sociali e libertari. 

Abbiamo amici nel mediterraneo, e non solo. Sono amici che condividono la nostra visione umanista. Se le fondamenta di una casa sono irreparabili, possiamo anche costruire altrove, ma una casa serve. E questa casa deve anche avere grandi cannoni per fare quello che vogliamo fare.

Ora è il momento di cominciare ad essere consapevoli e di ragionare.

Ora, è il momento di arrabbiarci.

Marco Moiso
Vicepresidente del Movimento Roosevelt
Supervisore per il Regno Unito

Commenti   

0 # RE: ARRABBIATEVIstefano settimo 2020-04-04 18:36
:lol: :lol: Hai ragione Marco: E' necessario arrabbiarsi e allargare il campo di una nuova consapevolezza; investire tutte le sensibilità parlamentari vicine a MR su questo tema: rendere maggiormente consapevoli parlamentari del M5S al Senato che orientino e spostino la maggioranza governativa a sposare tesi di sostegno alla economia con Stato Moneta, come undicato da Antonino Galloni. Se cambiano i numeri al Senato, già risicati, anche la maggiornaza governativa dovrà cambiare opinione o cambiare colore la maggiornaza ..arrabbiarsi è importante, mobilitarsi altrettanto, ma portare temi nuovi ai senatori della repubblica - oggi dubbiosi sul meccanismo del MES- lo è ancor di più !!
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0 # USEDario 2020-04-05 18:40
L’unione europea nasce neoliberista e morirà tale. Il contenuto dei trattati internazionali è negoziati e assume una certa impostazione unicamente in base ai rapporti di forza tra le parti contraenti: la forza di fatto rileva sul piano finanziario-industriale e in un negoziato può essere contrastata solo dalla forza della cultura, che deve anzitutto essere cultura giuridica ed economica. Per dare vita agli USE quindi non si può che negoziare eccependo le superiori norme fondamentali del nostro ordinamento costituzionale e del diritto internazionale generale minacciando l’uscita dall’Unione Europea, ma dico di più: effettuandola anche. Perché gli attuali contraenti forti non cederanno, non faranno nascere un’europa solidale e democratica per ragioni culturali. Questo sarebbe bene che venisse specificato e detto, pacificamente, a tutti, affinché comprendano che l’unica via concreta per vincere questa battaglia storica è dapprima la dissoluzione dell’Unione Europea e successivamente un accordo internazionale con cui si da luogo in ciascun paese a un referendum affinché tutti i popoli possano decidere se eleggere un’assemblea costituente europea, con legge proporzionale pura con voto di preferenza e soglia di sbarramento allo 0,5% per dare vita agli Stati Uniti d’europa democratici e solidali. Non vedo altre strade possibili sinceramente, ed è bene chiarire subito al pubblico che coloro che vorranno essere partecipi di questo progetto con estrema probabilità non saranno tutti gli Stati europei ma solo una parte, io temo, contenuta di essi: per ragioni culturali essenzialmente. Io vedo pochi popoli in Europa che tra competitività e cooperazione, tra democrazia e meritocrazia, tra prestito e solidarietà, tra stato liberale (in senso neoliberista) e stato sociale (interventista ed erogatore di welfare) sceglierebbero la seconda opzione.
Un saluto
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