Copertina Fronte 5276e

Il rooseveltiano Vincenzo Bellisario lancia sulla sua Pagina Facebook l’opera “Italia Indipendente e Nuova Norimberga?” attraverso la generica presentazione che segue.

Nomi, cognomi, date, fatti; come hanno fatto a far si che poche decine di persone hanno accumulato ricchezze che superano di 8 volte il PIL mondiale (circa 650.000 miliardi di Dollari): ricchezza che, come ci viene spiegato dal “Rapporto Grandi Disuguaglianze Crescono” di Oxfam, presentato nel gennaio 2015, farà si che «meno dell’1% della popolazione mondiale supererà nel 2016 quella del restante 99%»; come hanno fatto 4 “straordinari cervelli” a rendere inutili, ed inermi i restanti circa 7 miliardi; come hanno distrutto l’Italia; breve spiegazione economica e monetaria globale, quindi europea ed italiana; la Massoneria: origini, percorso, nascita ufficiale, evoluzione fino ai giorni nostri, incastri con Istituzioni sovranazionali, pubblici Gruppi d’incontro, l’Europa ed alcune delle “opere” compiute (il tutto narrato attraverso documenti pubblici ed autentici - anche se, per intuibili motivazioni, poco conosciuti al grande pubblico -, quindi apertamente consultabili).

Quanto appena citato confrontato a quello che hanno fatto ed accumulato negli anni (rischiando l’impossibile quotidianamente e ripetutamente) Al Capone, Goldfinger, Mogilevic, Charlie “Lucky” Luciano, Escobar, John Gotti, Machii, Xie Caiping e comparuzzi vari (gli italiani manco li cito in quanto ridicoli se confrontati a quelli appena citati), come più di qualcuno ha affermato: «fanno apparire queste persone dei patetici principianti.»

A proposito della cosiddetta “mafia” di cui ci parlano notte e giorno, 24 ore su 24, 30 giorni su 30, 365 giorni all’anno, Fabrizio De André, affermava: «Se non ci fosse la mafia al Sud ci sarebbe più disoccupazione». Non a caso, distrutta quasi completamente la “mafia” che più o meno contava (quella che ha operato fino agli inizi degli anni Novanta), la disoccupazione al Sud esplode, arrivano sulla piazza quelli della tecnocrazia sovranazionale e si prendono tutto.

De Andrè, invece, “semplicemente” morirà ricoverato all’Istituto tumori di Milano.

A proposito degli Istituti di tumori (quasi sempre controllati ed utilizzati da determinate organizzazioni), si dice anche che «ad alcune persone veniva somministrava una sostanza che gli creava difficoltà respiratorie. La vittima faceva le lastre e le veniva fatta una falsa diagnosi di tumore. Il tumore al polmone, quando viene diagnosticato, in genere non è curabile e la persona muore in poco tempo. Quindi nessuno ha sospetti. In realtà la persona muore perché viene avvelenata lentamente, normalmente nel centro tumori in cui viene curato. Un'analisi delle sostanze iniettate dimostrerebbe che la sostanza iniettata al soggetto era ben altro rispetto a ciò che i medici dicevano. Infatti De André non muore a casa. Muore ricoverato all’Istituto tumori di Milano.»

Insomma: i “mafiosi” non andavano più bene, perché pensavano al lavoro, erano lenti di comprendonio, pericolosi e poco redditizi. I soldi, come insegnavano i 50 Gruppi più importanti pubblici e privati italiani già negli anni Ottanta, dovevano essere investiti nei titoli di Stato, perché rendevano tantissimo, non si rischiava praticamente nulla e, come se bastasse, non creavano nessun posto di lavoro (stare dietro alle aziende ed avere a che fare con la burocrazia, le tasse, i dipendenti - le persone - non è semplice ed inoltre può essere dannoso e rischioso: perché, quindi, complicarsi la vita?). Questi titoli di Stato in poco più di trent’anni (parlo solo dell’Italia) hanno fruttato a questi Gruppi di “grandi investitori” che hanno deciso di abbandonare il lavoro per i “titoli” (pezzi di carta) circa 4.000 miliardi di Euro: due volte l’attuale “famosissimo” debito pubblico italiano (in realtà sarebbe più corretto dire l’assai poco famoso debito pubblico, perché praticamente nessuno sa cos’è, cosa ha rappresentato in passato e cosa rappresenta oggi).

Finale: sulla base delle prove raccolte, datate, documentate, certificate; sulla base dei numeri impressionanti riguardanti bambini, giovani, povertà, malattie, disoccupazione, precarietà, esodati, sottoccupati, pensionati e quant’altro; insomma, considerando quel che è successo e succede nell’ignara ed incolpevole ignoranza globale ed italiana, una doppia domanda (domanda da cui nasce il libro):

«Può, l’Italia, sperare di tornare ad essere indipendente ed è possibile istituire una Nuova Norimberga?»

L'editore (Edizioni Si) scriverà quanto segue: «Un libro straordinario. Dopo averlo letto nessuno potrà dire “Io non sapevo”.»

Riguardo alla pubblicazione posso anticipare questo: rimarrete impietriti, vi si gelerà il sangue…

Di seguito un breve estratto dell’intro…

Breve estratto dell’intro di “Italia Indipendente e Nuova Norimberga?”

Erano circa 4/5 anni che, volutamente, non seguivo i media italiani (internet compreso, se consideriamo l’internet in mano ai media generalisti, quelli conosciuti, quelli che fanno grandi ascolti; quelli che contano davvero, quelli che ospitano i divi dell’informazione, quelli che ospitano i divi del popolo: la categoria più vasta in Italia). Da qualche giorno, però, sempre volutamente, mi sono nuovamente avventurato per capire di cosa si parlava al “grande pubblico”.

Scopro che nel Paese dove hanno vissuto, solo per citarne qualcuno, Raffaello, Signorelli, Collodi, Tintoretto, Botticelli, Cavour, Mazzini, Garibaldi, Bronzino, D’Azeglio, Michelangelo, Verdi, Pinturicchio, Croce; insomma, in questo che è stato e per alcune cose (solo ed esclusivamente grazie al sotto sviluppo culturale planetario), ancora oggi, è uno dei Paesi più “illustri” al mondo; insomma, scopro che vanno ancora di moda gli “strani delitti”, i bambini torturati, uccisi, stuprati; i

razzisti, fascisti, nazisti, comunisti, estremisti, falsi buonisti; corruzione, evasione fiscale, rom, immigrati, “mafie”; la casta, i costi della casta, gli stipendi della casta, le pensioni d’oro della casta, le auto blu della casta, tutti i vari privilegi della casta; le donne sottomesse, uccise, stuprate, vittime, gli omofobi, eccetera… il tutto, naturalmente, candidamente e comodamente raccontato da coloro che circa 20 anni fa Giorgio Gaber definiva «le facce da mafiosi che dicono di combattere le mafie» (una delle categorie più infame e pericolose, sicuramente la più infame: i “giornalisti” e gli “scrittori”!).

Scopro, quindi, che questi sarebbero i problemi dell’ex “Bel Paese” e che, come se non bastasse, i vari frequentatori del mediatico “mondo di centro” (i mafiosi mediocri, quelli che non contano niente), assieme a quelli del cosiddetto mediatico “mondo di sopra” (i politici mediocri, quelli che non contano niente) e a discapito di quelli del cosiddetto mediatico “mondo di sotto” (il comune cittadino), sarebbero il “problema”; scopro, quindi, che tutti questi vari gruppetti interni che gestiscono affari interni di poche decine di milioni di Euro annui (tutti soldi che, successivamente, per la quasi totalità, vengono spesi internamente), da cui cercano di ricavare - in maniera illecita - qualche milione di Euro annuo da spartirsi, studiando piccoli espedienti quotidiani assurdi, tragici, rischiosi; personaggi che rischiano quotidianamente di essere ammazzati, arrestati, trucidati; insomma, tutto ciò mentre apprendo proprio oggi dall’ANSA che, solo oggi «i listini europei bruciano 220 miliardi di Euro in un giorno». Un gruppetto assai ristretto di persone che, senza rischiare nulla, comodamente al caldo dietro un PC, ha guadagnato in un giorno 220 miliardi di Euro (tutti soldi che, successivamente, per la quasi totalità, saranno spesi all’ “esterno” rispetto a dove sono stati incassati - in questo caso si parla di Europa).

Riepilogando: in un sol giorno, un piccolo gruppetto di persone, senza rischiare nulla, ha guadagnato 220 miliardi di Euro, ossia quello che la cosiddetta “mafia interna” della cosiddetta “mafia capitale interna” guadagnerebbe con “SOLI” 1500 anni circa di lavoro sporco e rischioso, considerando il ricavo netto che darebbe la cifra mediatica lorda (quindi: circa 1500 anni di lavoro sporco e rischiosissimo, una ventina di generazioni, per portarsi a casa ciò che altri, senza sudore e rischio, si sono portati via in un sol giorno).

Quando ascolto tutto ciò mi viene da sorridere (amaramente).

Successivamente, dopo tanto disgusto mediatico, mi consolo con una lettura di qualche rispettabile macro economista, monetarista, vero giornalista d’inchiesta, Nobel per l’Economia, e un po’ mi passa:

«Se l’Italia si regge ancora è grazie al mercato nero ed all’evasione fiscale che sono in grado di sottrarre ricchezze alla macchina parassitaria ed improduttiva dello Stato per indirizzarle invece verso attività produttive… In certi casi l’evasore è un patriota!» (Milton Friedman).


Un attimo più in là, però, mi tocca di guardare in faccia anche le cose che contano veramente: la Commissione Europea ha «stabilito un calendario secondo il quale Francia e Italia dovranno presentare ulteriori misure, e ciò “è giustificato”»; «Riforme Italiane insufficienti, condivido il parere Commissione Ue: Francia e Italia dovranno presentare ulteriori misure» (Merkel); Bruxelles: «Samaras sa dove sta andando, credo che i mercati dovrebbero sentirsi più sicuri di quello che si sono sentiti stamattina»; «Gli investitori internazionali temono per l’avanzata di Tsipras, che sfida l’austerità greca, l’Euro e la Troika»; «Gli investitori internazionali guardano

con timore al voto parlamentare che dovrà decidere il successore del Presidente della Repubblica uscente, Karolos Papoulias, perché il premier greco, Antonis Samaras, ha designato l’ex commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas: un tecnocrate, dal basso profilo politico»; «L’agenzia di rating Standard&Poor’s ha declassato l’Italia. Il rating della Penisola scende da BBB a BBB-, un gradino sopra il livello “junk”, cioè spazzatura»; «Se alla fine non rispetteremo quello che abbiamo deciso durante la crisi, provocheremo dei dubbi e questo sarà negativo per l’Europa. Questo è il motivo per cui noi vogliamo il rispetto delle regole» (Merkel); «Francia e Italia dovranno attuare senza indugi le riforme e gli sforzi promessi per rientrare nei parametri del Patto di Stabilità dell’Unione Europea, altrimenti le conseguenze non saranno piacevoli. Se alle parole non seguiranno i fatti, le conseguenze non saranno piacevoli. Dobbiamo fidarci di italiani e francesi e poi vedremo, probabilmente nel mese di marzo, come è andata» (Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea); «Il settimanale tedesco Der Spiegel cita fonti governative, sostenendo che la Cancelliera Angela Merkel avrebbe cambiato idea riguardo alla Grecia e non temerebbe “ripercussioni gravi”. La Grecia, quindi, potrebbe uscire fuori dall’Euro» (Der Spiegel); «L’uscita della Grecia dall’Eurozona potrebbe essere “devastante” per molti motivi. La Storia insegna che i mercati cercano solo un pretesto per attaccare i più fragili» (Georg Streiter, vice portavoce del Governo Federale).

Anche qui mi viene da sorridere (questa volta, molto amaramente).

Vorrei dire alcune cose, ma è meglio tacere e lasciare i cittadini dell’ex “Bel Paese” alla prossima scommessa, partita di calcio, social network, talk show, reality, film, nuovo prodotto tecnologico o a tutte le innumerevoli trasmissioni degli innumerevoli “mafiologi”; alle loro comparsate, ai loro discorsi, ai loro articoli, libri, siti, pagine, tweet, eccetera… e pensare che sono nato e cresciuto nel Paese dove hanno vissuto Raffaello, Signorelli, Collodi, Tintoretto, Botticelli, Cavour, Mazzini, Garibaldi, Bronzino, D’Azeglio, Michelangelo, Verdi, Pinturicchio, Croce… continuando a masticare amaro guardando le facce degli attuali!

Questa è la situazione che ho ritrovato dopo alcuni anni di volontario allontanamento dai media italiani: la stessa ed identica situazione che avevo lasciato qualche anno prima, la stessa ed identica situazione di sempre.

Secondo quello che ancora oggi ci raccontano, quindi, i problemi dell’Italia sarebbero tutte le varie mafiette locali e regionali; l’evasione fiscale, il lavoro nero, la corruzione; gli “strani delitti”, i bambini torturati, uccisi, stuprati; i razzisti, fascisti, nazisti, comunisti, estremisti, falsi buonisti, rom, immigrati; la casta, i costi della casta, gli stipendi della casta, le pensioni d’oro della casta, tutti le auto blu della casta, i vari privilegi della casta; le donne sottomesse, uccise, stuprate, vittime, gli omofobi, eccetera. No, le cose assolutamente non stanno così.

Sicuramente e naturalmente anche tutti questi reati devono essere perseguiti, tutti gli illeciti devono essere perseguiti, ci mancherebbe: ma se una volta per tutte non ci si concentra in maniera definitiva su quello che sostanzialmente è il problema (sarebbe più corretto definirla la causa di tutto il disastro), allora ogni sforzo sarà vano, perché come ho scritto e detto più di una volta: «Può essere apprezzabile che ogni tanto qualcuno ci parli delle varie mafie che praticano le estorsioni, la piccola

usura, che gestiscono lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, il traffico dei rifiuti, il traffico degli immigrati, che sono in collusione con la politica, che sequestrano persone e tutto il resto: ma perché quasi nessuno parla della “vera mafia” che paralizza il mondo intero? Che senso ha continuare ad arrestare persone, sapendo che se non c’è lavoro e circolazione di moneta, una volta uscite di galera, tutte queste persone, continueranno a delinquere? Che senso ha continuare ad arrestare persone, sapendo che per ogni persona in galera ce ne sono altre che continueranno a delinquere, perché delinquere è l’unico modo per procacciarsi da mangiare? Perché tutti si occupano sempre dei mezzi mafiosi e nessuno decide di spiegare alla gente cos’è la moneta, cosa sono i sistemi monetari, come si gestisce veramente l’economia e come si fa a creare la piena occupazione? Cosa potrebbe succedere all’Italia ed al mondo se si mettesse mano al meccanismo del funzionamento della moneta? Insomma, cosa cambierebbe se gli Stati non avessero più bisogno di chiedere in prestito i soldi ai privati: ai cosiddetti mercati dei capitali privali internazionali?».


http://www.edizionisi.com/libro_titolo.asp?rec=155


(Articolo 11/12/2015)