L’Assessore alle Politiche Sociali Alessio D’Amato ha indetto una Conferenza per la Salute Mentale nella data in cui ricorre l’apertura della 1° REMS femminile nel Lazio (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza).
Le associazioni di famigliari e di volontariato ritengono che ci sia poco da festeggiare, quando, nelle ultime legislature, con la giustificazione del “rientro” conseguente al commissariamento, e, quindi, con il blocco del tourn over, si è ridotto il personale a – 70% di quanto indicato nel Progetto Obiettivo regionale e nazionale, svuotando i servizi territoriali fino a raggiungere liste d’attesa di 1 anno (Ostia) per le prime visite. Inoltre, sempre con la motivazione del “risparmio”, sono stati accorpati i servizi, ridotti gli orari di apertura, e, a volte, addirittura smantellati, creando enormi disagi all’utenza già immersa in drammi famigliari.
Questo avviene, mentre, parallelamente, si consente l’apertura di centri diurni e posti letto in strutture private, in regime privato, cioè a pagamento, quindi, se hai i soldi ti curi, altrimenti sei in lista d’attesa.
Infatti, le strutture private, cioè le ex cliniche, oggi riconvertite in Strutture Residenziali, hanno l’occupazione al 100% con lunghe liste d’attesa, che si eludono, però, se si hanno le risorse economiche per accedere privatamente.
Per sollecitare l’attuale Assessore a operare scelte politiche diverse nei riguardi della salute mentale, visto lo stato di abbandono dei pazienti e delle famiglie, scriviamo la lettera che segue:
Lettera aperta all'Assessore D'Amato (PDF)