cat4 95813La "questione morale" è un concetto del perbenismo borghese che sbaglia interamente prospettiva, riducendo a problema privato e individuale di coscienza un tema che invece è pubblico e collettivo e che è la principale patologia del sistema, il cui nome più compiuto è "corruzione".
La "questione morale" è una questione mal posta, se si continua a considerarla in questi termini. Deve risultare chiaro che non riguarda esclusivamente (né prioritariamente) la coscienza individuale. L'errore fatale sta proprio nel martellare sul concetto di colpa come debolezza umana. In Italia, "colpa" è sinonimo di "confessione" e, per proprietà transitiva, di "perdono". 
L'errore è particolarmente grave, perché questa costruzione culturale deve tener conto dell'egemonia cattolica nella formazione dell'italiano (e dell'italiana) medio, per cui tra colpa e perdono il passo è brevissimo, da cui la generale assoluzione morale dei corrotti. Ecco il modello mafioso della plebe, cui si contrappone per convenzione il perbenismo delle classi più abbienti. Quale catastrofe della logica!
Posta da Berlinguer, la "questione morale" ha un sapore reazionario, perfidamente borghese, fatto apposta per addormentare la coscienza di classe. Modernamente, posta da Saviano, appare ancora peggiore, istupidita da un modello che rifiuta il miglioramento ed offre soltanto il conformismo e la disposizione alla subalternità, senza nessuna speranza di emancipazione sociale; dall'altra parte c'è "Gomorra", il mondo del mito, violento e terribile, che viene creato (volontariamente perché consapevolmente) come modello da seguire. Tutto ciò non può che peggiorare la situazione, portando alla ribalta un anticamorrismo di maniera, pericoloso come un Roberto Helg che, da numero due dell'antimafia e da direttore di un importante aeroporto con lauto stipendio e benefit, intasca mazzette. "Guadagnavo poco" dirà ai magistrati che lo hanno interrogato.
La questione morale è una questione mal posta.
Non si fraintenda: l'esito di questo ragionamento non è il giustizialismo. Dal punto di vista di chi scrive, non c'è alcun merito nello schierarsi tra gli integerrimi e pretendere pene severe per chi agisce contro legge. Lasciamo questo atteggiamento agli inquisitori e ai fanatici. Per quanto ci riguarda, pretenderemo di concepire un altro paradigma, e cioé il cambiamento del sistema, da realizzare con nuove regole pubbliche per l'Europa.

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