News dal Dipartimento Economia, Finanza e Lavoro

Chiusa la parentesi che riguardava principalmente la parte monetaria pubblicata attraverso il pezzo “Contributo finalizzato alla comprensione dei meccanismi monetari e dell'economia in Italia e nel mondo”, riprendo il cammino per cercare di rendere chiaro il concetto di come può una giusta applicazione economica (questo naturalmente all'interno di uno Stato sovrano che possiede la propria moneta sovrana, perché negli Stati che non possiedono moneta sovrana - per esempio l'Italia - il discorso che sto per fare è inapplicabile, impensabile, inimmaginabile…) dare vita alla piena occupazione: ovverosia, alla reale possibilità che ognuno di noi possa avere garantita la sua dignità, il lavoro per tutti (concetto utopico per tante persone incolpevolmente ignare di quello che ci hanno fatto e di cosa accade nel mondo).

Nel precedente intervento avevo scritto che «gli Stati a moneta sovrana spendono inventando la moneta e accreditano i conti correnti di coloro che vendono loro beni o servizi. Gli Stati a moneta sovrana, quindi, creano ricchezza quando spendono e tolgono ricchezza ai cittadini quando tassano. Da ciò si deduce che, se tutti gli Stati a moneta sovrana spendono più di quanto tassano, questo arricchisce la società.

Negli Stati a moneta sovrana il debito pubblico non è il debito dei cittadini ma la loro ricchezza. Quindi, se uno Stato a moneta sovrana decide di eliminare o pareggiare il debito, esso cesserà l’arricchimento dei cittadini.»

Più di qualcuno, giustamente, si chiederà: “Okay, ma quanto e fino a quando può spendere uno Stato?”

Prima di dare risposta a questa domanda, voglio pubblicare una citazione di Francois Mitterand che si esprime, a modo suo, a proposito del concetto della piena occupazione (termine a cui cercheremo a breve di dare una risposta).

Francois Mitterand, parlando con l’economista Joseph Halevi a proposito del tema inflazione, deflazione, disoccupazione, precarietà e naturalmente del tema della piena occupazione (tematica “calda” che quasi mai nessuno vuole affrontare, principalmente perché nella tipologia di mondo che funziona al contrario all'interno di cui tutti noi siamo stati inseriti, se dici una cosa ovvia - in questo caso per ovvietà intendo dire l'applicazione della piena occupazione - la gente “normale” nella più ottimistica delle ipotesi ti guarderà in maniera strana facendosi una sana risata. Altrimenti, cosa molto più semplice e probabile, ti darà del “matto”), affermava:

«La gente deve togliersi di mezzo. La piena occupazione darebbe troppo potere al popolo. La deflazione, la disoccupazione e i lavori precari, invece, glielo sottraggono».


Tornado alla domanda di cui sopra: “Okay, ma quanto e fino a quando può spendere uno Stato?

Alla seguente domanda rispondo attraverso la pubblicazione di una citazione di Randall Wray, persona ritenuta tra i più importanti ed accreditati economisti e monetaristi del mondo:

«Se capiamo come funzionano i sistemi monetari, se comprendiamo che il denaro è solo impulsi elettronici o carta straccia inventata dal Tesoro e dalla BC, allora possiamo dire che il Governo a moneta sovrana può inventarsi tutti gli impulsi elettronici che vuole, con essi può pagare tutti gli stipendi che vuole, comprare tutto ciò che vuole. Possiamo avere la piena occupazione, il business può vendergli tutto ciò che deve vendere se il Governo vuole comprarglielo. Può il Governo permettersi queste spese? Certo, perché il Governo non esaurirà mai gli impulsi elettronici, dunque non farà mai bancarotta; preme un bottone e gli stipendi appaiono sui computer delle banche. L’unico limite è l’inflazione, ma se il Governo spende per aumentare la produttività nel settore privato, allora l’inflazione non è più un problema».

Naturalmente, dopo aver letto questa dichiarazione, tutti si chiederanno per quale motivo, se è così semplice raggiungere l’obiettivo della piena occupazione, esso non sia mai stato perseguito.

Ecco la risposta, che viene ancora una volta per bocca dell’economista e monetarista Randall Wray:

«Non è successo perché innanzi tutto ci sono un sacco di politici ed economisti che non capiscono nulla dei sistemi monetari, cioè non sanno capire che il denaro è solo impulsi elettronici e carta straccia. Poi ci sono molti individui nelle posizioni chiave del potere che sono opposti ideologicamente a questa idea, cioè vogliono la disoccupazione, gli piace, gli dà schiere di lavoratori a stipendi sempre più ridotti e possono competere sui mercati esteri sempre meglio. Ma soprattutto questo, si faccia attenzione, se i cittadini, che formano gli Stati ed eleggono i Governi, si rendessero conto che i Governi possono spendere quanto vogliono senza limiti di debito, allora il settore pubblico acquisirebbe una percentuale della ricchezza nazionale troppo grossa».

Per capire quello che davvero sta succedendo al mondo bisogna prestare massima attenzione al passaggio finale dell'intervento di cui sopra di Randall Wray:

“Ma soprattutto questo, si faccia attenzione, se i cittadini, che formano gli Stati ed eleggono i Governi, si rendessero conto che i Governi possono spendere quanto vogliono senza limiti di debito, allora il settore pubblico acquisirebbe una percentuale della ricchezza nazionale troppo grossa”.

A questo punto, però, qualcuno potrebbe chiedersi se l'eccessiva spesa dello Stato (più lo Stato spende, più la popolazione si arricchisce) potrebbe portare ad aumentare il fenomeno dell’inflazione.

L’inflazione (troppi soldi a fronte di pochi prodotti), viene contenuta o bloccata in tre modi:

Uno: lo Stato spende di meno nel comparto pubblico.

Due: lo Stato spende di più per aumentare la produttività nel settore privato (l'inflazione non è mai un problema finché la produzione non si riduce in maniera troppo corposa, perché è ovvio che solo l'eccesso di denaro con la scarsità di prodotti e servizi in circolazione causa inflazione).

Tre: lo Stato introduce una tassa temporanea, in modo da togliere di mezzo gli eventuali soldi in eccesso e la situazione è risolta.

Inoltre, è meglio avere un po’ d’inflazione o la deflazione (pochi soldi e tanti prodotti che rimangono invenduti)?

La deflazione è la causa principale del blocco della produzione, quindi dei licenziamenti di massa, della disoccupazione, della sottoccupazione, della precarietà e del lavoro mal pagato, perché tutti sono disposti a tutto pur di lavorare e guadagnare qualcosa.

In conclusione: se il settore pubblico acquisirebbe una percentuale della ricchezza troppa grossa (come ci spiega in maniera limpida ed impeccabile Randall Wray), i privati non avrebbero più ragione d'esistere, avrebbero un ruolo troppo marginale, un ruolo di scarsa importanza, pochi soldi, troppo poco potere, sarebbero dei normali lavoratori: non sarebbero più intoccabili ed onnipotenti come lo sono diventati oggi.

Questo è il motivo per cui ci lasciano vivere nell’attuale mondo che funziona al contrario e con la quotidiana paura del debito e dell’inflazione che ci viene quoitidianamente “imposta” da tutti i loro amici inseriti nell'informazione ufficiale.

Vincenzo Bellisario

(Articolo del 16 ottobre 2915)

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